Spingere la ratifica di un accordo commerciale disastroso per i diritti e l’ambiente, spacciandolo per uno strumento di tutela del “Made in Italy” agroalimentare: questa la strategia della nuova ministra dell’agricoltura sul CETA. La neo ministra arriva addirittura ad azzardare un accostamento tra i “porti chiusi alle disperazioni” e quelli “chiusi alla contraffazione”, facendo credere che l’accordo commerciale UE-Canada sia lo strumento per evitarli, dimenticando forse il record del 49% della produzione di falsi grana e parmigiano in Canada che è salita a ben 848mila chili, rispetto all’anno precedente, l’ultimo prima dell’entrata in vigore del Ceta del 21 settembre 2017. Il CETA va bloccato e non ratificato, siamo con le associazioni ed i comitati che da anni si battono per contrastare questo commercio predatorio. .
La caccia agli sciamani
Il Lazio dice No al #Ceta. Chiediamo al Parlamento di fare lo stesso, difendiamo i nostri produttori e sapori da commercio ingiusto senza regole». Questo Tweet non è di un pericoloso sovranista, ma dell’attuale segretario del Pd Nicola Zingaretti che nel 2017 si unì agli oltre2mila enti locali italiani che chiesero con mozione o delibere, sotto il Governo Gentiloni, di […]