A un mese dalla nascita del nuovo governo, l’istituzione voluta dal ministro degli esteri Di Maio, di una “lista di paesi terzi sicuri”, per respingere rapidamente le richieste di asilo e velocizzare i rimpatri forzati entro 4 mesi, è un inquietante segnale di continuità con l’esecutivo precedente. Considerando le minime coperture finanziare, come è avvenuto con i governi precedenti, si punta sulla propaganda, anche se meno strillata.
Non è cambiato nulla per i migranti
1. Il Viminale non è più una succursale della sede della Lega e non arrivano più le dirette facebook del ministro del’interno che spacciava fake-news a tutto spiano contro le ONG, violando sistematicamente il diritto internazionale, e declamando le cifre del calo degli sbarchi come un suo successo personale. Mentre nel frattempo cresceva in modo esponenziale il numero delle vittime, […]