Tante parole vuote sulla sanità in coma!

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DRG (prezzo per singola prestazione medica effettuata), Intramoenia (attività dei medici nelle strutture pubbliche), sanità integrativa (assicurazione privata per categorie di lavoro), aziendalismo (amministrazioni sanitarie con i criteri di profitto delle imprese).
A queste deviazioni dai compiti istituzionali previsti dalla Riforma sanitaria 833 del 1978 ora viene aggiunta la libera professione anche per gli infermieri, in aggiunta a quella dei medici rivelatasi nefasta per il SSN.

Molti opinionisti e politici, quelli che hanno supportato e attivata la privatizzazione della sanità, evitano con una destrezza impressionate di additare a quelle deviazioni affaristiche prima citate tutta la tragedia di in atto e ora si meravigliano, con ipocrita indignazione, che la pandemia non ha insegnato nulla e sfornano ricette scadute, già da loro applicate puntando il dito, come dei novelli manager di Confindustria, sul tasto della carenza delle risorse finanziarie (carenze da loro stessi operate con sfacciataggine impunita).
Questo chiacchiericcio fa venire brividi di sdegno, tanta rabbia, da prenderli a calci e spedirli a lavorare in miniera, si diceva una volta.

Credono forse che non capiamo le loro vere intenzioni? Puntano solo a dare qualche decina di euro alle professioni, per tappargli la bocca, e continuare a finanziare la sanità convenzionata per ingigantirla ancora di più a scapito dell’utilizzo delle strutture pubbliche.

Di prevenzione e di medicina territoriale non ne parlano affatto, per loro rappresenta una bestemmia nel sacro regno degli affari.

Denunciamo che la volontà di difendere quello che resta del SSN non c’è, anche perchè nessuno di questi signori ritiene che la loro prevista “Autonomia Differenziata” sarà la pietra tombale di ogni speranza di uguaglianza dei diritti di salute per tutti le cittadine e cittadini per altri 20 anni almeno.

E intanto con miliardi al giorno di spese militari, molte delle quali vanno a finanziare il neonazismo in Ucraina, con La flat tax e gli sgravi fiscali per le imprese ci sarà una ulteriore diminuzione delle entrate per lo Stato e relativi tagli lineari al SSN considerato sempre più economicamente insostenibile.

E intanto, l’Istat ci dice “La salute degli italiani peggiora” nel confronto con la media dei Paesi europei (Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile), e a fronte di tale peggioramento risulta anche preoccupante la sottovalutazione del sindacato confefederale, che a sua volta dichiara di essere preoccupato della sottrazione dei diritti per i cittadini e gli stessi operatori, della dispersione di capacità attrattive delle strutture sanitarie pubbliche, ma si limita ai comunicati stampa e interviste, nelle quali, però trattano, quando lo fanno, con superficialità le fonti del degrado pubblico, ovvero L’aziendalismo, i DRG, l’intramoenia e la sanità integrativa che loro stessi hanno inserito nei contratti nazionali, l’emergenza di salute pubblica richiedrebbe una disdetta o, perlomeno, una dichiarazione della messa in discussione di una nefasta scelta. Una dimenticanza che la dice lunga sugli obbiettivi reali, che ben che vada tendono a ripristinare uno stato governativo superficiale che non toccherebbe minimamente il rapporto con le potenti lobby private, un rapporto corruttivo che ha contribuito siginificativamente al depauperamento della sanità pubblica.

E’ certamente un bene che i sindacati confederali stiano mettendo in piedi manifestazioni in alcune regioni con la collaborazione di associazioni come Medicina Democratica, e anche di sindacati medici, ma da questi viene difesa strenuamente l’attività privata dei medici negli ospedali pubblici. Come si vede le contraddizioni sono tante ma divisive se messe sul tavolo della discussione e dell’azione pubblica mediante presidi e manifestazioni, quindi si sorvola in ossequio al principio dell’unità a tutti i costi. Si spera porti perlomeno alla mobilitazione dei cittadini.

Infine, per chiudere questo mio breve, ma crudo e senza sconti a nessuno, editoriale ricorro a una sintesi efficace del dottor Stanislao Loria (Medicina Democratica di Napoli) e collaboratore di Lavoro e Salute.
“ La privatizzazione della sanità ormai selvaggia, solo medicalizzante e non preventiva, solo rivolta a produzione e consumo di prestazioni e non socialmente utile, solo terapeutica e non curativa, sempre più personale e meno collettiva, programmata sulla base dei costi e non sulle necessità epidemiologiche, solo orientata ad un profitto facile e comodo e senza rischiosi e impegnativi vincoli e obblighi sociali …, si rivelerà un meccanismo perfetto per generare malattie e profitti.”
Parole che dovrebbero diventare patrimonio comune di chi intende parlare di sanità pubblica!

Invece, qualcuno lancia un referendum per limitare il ruolo del privato nella programmazione, illudendo che la proposta rimette in piedi il SSN. Il promotore Ugo Mattei, dovrebbe spiegare, ad esempio, che il quesito non ferma la Convenzionata, ormai sostitutiva, che assorbe la gran parte delle risorse pubbliche. Questo è un referendum inutile, anzi dannoso!

Franco Cilenti

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