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    Ambiente e salute — Ottobre 7, 2015 12:39 pm

    Vajont: non sono morti per “incuria”. Storie italiche: da allora disastri industriali italiani che sono continuati e continuano, a partire da Seveso e Stava sino a giungere all’amianto e all’ILVA di Taranto e ai morti di Porto Marghera, tutte stragi non avvenute a causa di una disattenzione dell’uomo ma per responsabilità criminali che hanno privilegiato il profitto alla salute e incolumità della Gente. Il PRC con il suo Segretario Nazionale Paolo Ferrero ha partecipato il 3 ottobre nel Comune di Erto, in occasione della veglia che i Cittadini per la Memoria delle Vittime del Vajont organizza, ove ribadirà il suo sostegno alla proposta di modifica chiedendo al Parlamento di agire in questo senso.

    TOGLIERE IL TERMINE INCURIA DALLA LEGGE PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEI DISASTRI INDUSTRIALI.

    Pubblicato da franco.cilenti

    Il 9 ottobre ricorre l’anniversario del disastro del Vajont , infatti , la strage avvenne il 9 ottobre 1963,
    Nel 2007, su iniziativa del Gruppo Parlamentare del PRC fu presentata una proposta di legge per l’istituzione della Giornata della memoria delle vittime dei disastri industriali da tenersi ogni anno il 9 ottobre .
    Il Vajont fu una immane strage.
    Per chi non conosce l’episodio la strage avvenne a causa di una enorme frana che precipitò in un lago idroelettrico causando una incredibile onda di acqua e fango che travolse prima alcune frazioni del Comune di Erto per poi superare la diga del Vajont e travolgere con un muro d’acqua di 60 metri il centro del Comune di Longarone e distruggendo anche frazioni del Comune di Castellavazzo..
    Il bilancio fu drammatico: 1910 vittime
    Le foto del giorno dopo consegnarono una realtà incredibile; come se una bomba atomica avesse travolto una intera vallata radendo tal suolo tutto ciò che c’era in mezzo dalle case alle stalle sino agli alberi modificandone radicalmente il paesaggio creando un deserto di fango dove prima insistevano borghi e campi coltivati.
    Da subito partì una vergognosa campagna per inquadrare il fatto come una tragedia avvenuta per colpa della natura crudele che in modo imprevedibile aveva messo in atto le sue forze contro gli uomini inermi.
    Solo le denunce dei cittadini accompagnati da una puntuale iniziativa di denuncia e di inchiesta della sinistra ed in particolare del PCI e dell’Unità, svelò un quadro diverso e inquietante: la strage non era affatto imprevedibile, anzi la SADE (l’industria idroelettrica che aveva il monopolio della produzione idroelettrica nel Triveneto, conosceva da anni il rischio che la creazione di un lago artificiale avrebbe causato, ma con la complicità dello Stato continuò prima nella costruzione della diga e poi dell’invaso.
    Ciò nonostante le denunce che una coraggiosa giornalista de L’Unità, Tina Merlin, aveva fatto già dall’inizio degli anni 50 e cioè ben 10 anni prima della strage.
    La prevedibilità della Strage venne poi confermata dalla Magistratura e portò alla condanna, ancorchè a pene miti, del Gotha dell’industria italiana per concorso in omicidio colposo.
    Tutta la vicenda è raccontata in modo esemplare dalla celebre orazione civile che Paolini fece e che la RAI trasmesse nel 40° della strage.
    In questo quadro, i Cittadini per la Memoria del disastro del Vajont, con una petizione sottoscritta da migliaia di firmatari chiese, tra l’altro, l’istituzione della giornata Della Memoria delle Vittime dei disastri industriali.
    Il gruppo del PRC accolse la richiesta che fu presentata dall’all’ora deputato Sperandio, fu sottoscritta dalla totalità del gruppo del PRC e da una trentina di altri parlamentari di altri gruppi. La proposta non fu approvata a causa dello scioglimento anticipato della Legislatura.
    Nella scorsa legislatura tale proposta di legge è stata riproposta dall’ on. Rossa del PD, che anche su pressioni di FI, inserì la dizione disastri industriali “avvenuti per incuria dell’uomo” e con tale aggiunta è stata approvata.
    Tale inserimento che sembra di primo acchito una semplice specificazione, in realtà cozza con una battaglia storica che ha sostenuto da tutta la sinistra.
    Infatti parlare di Incuria cozza con la prevedibilità del disastro e con le precise responsabilità della grande industria nella causazione dello stesso e con il fatto che tali caratteristiche si accompagnano agli altri disastri industriali italiani a partire da Seveso e Stava sino a giungere all’amianto e all’ILVA di Taranto e ai morti di Porto Marghera, tutte stragi non avvenute a causa di una disattenzione dell’uomo ma per responsabilità criminali che hanno privilegiato il profitto alla salute e incolumità della Gente
    Da subito il Comitato dei Cittadini per la Memoria, oltre che il presentatore dell’originario progetto di legge chiese all’on. Rossa di recedere da tale inserimento o di modificarlo inserendo la parola “colpa” in sostituzione della parola “incuria” raccogliendo su questo oltre che l’assenso di tutti i Sindaci dei comuni Coinvolti dal disastro e di altre migliaia di cittadini.

     Gino Sperandio

    3/10/2015 www.rifondazione.it

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    Autore: franco.cilenti
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