Tra vecchio governo e trattative per il prossimo dove sono le classi subalterne?

zingapd

Si allungano i tempi della crisi di Governo, in queste ore è stato diffuso un documento del Mov 5 Stelle su alcuni punti programmatici per il prossimo esecutivo.
20 punti imprescindibili che suonano come una sorta di ricatto al Pd, dettati dalla volontà di non scontentare un elettorato grillino in buona parte piu’ vicino alla Lega che al centro sinistra, del resto Di Maio fino a pochi giorni fa tuonava contro il Partito di Bibbiano e il terzomondista all’acqua di rose Di Battista nulla aveva da obiettare rispetto al Pacchetto sicurezza.
Che un partito detti delle linee programmatiche è fuori discussione ma ci sono modi e modi di farlo soprattutto se i mal di pancia della base vengono cavalcati da leaders che quei punti li hanno sviliti e dimenticati nei 14 mesi di governo.
Vediamo allora i punti salienti del diktat di Di Maio e Grillo
Pacchetto sicurezza: non una parola di critica, ci chiediamo allora come potranno Pd e Leu far parte di un Governo che su immigrazione, sicurezza e reati di piazza presenta posizione analoghe a quelle della Lega.
Riduzione del numero dei parlamentari e autonomia differenziata: prosegue lo smantellamento della Carta Costituzionale. Il mov 5 Stelle voto’ contro il Referendum di Renzi , e del Pd, sulla riforma costituzionale, oggi sembrerebbe avere cambiato idea. La riduzione del numero dei parlamentari rappresenta una idea di democrazia ben diversa da quella che riconosce una equa ripartizione dei parlamentari, è innegabile che non sia la riduzione delle spese il motivo fondante visto che meno parlamentari comporterebbero il risparmio dello 0,07 della spesa pubblica. Scenari già visti in occasione dello smantellamento delle Province delle quali si diceva che costavano troppo quando invece assorbivano solo l’1% della spesa , uno smantellamento voluto per favorire le grandi opere (ma i Grillini non erano conto la Tav?) e non investire nella tutela dell’ambiente, nella manutenzione di scuole e strade. E intanto si guarda a cancellare enti pubblici giudicati inutili, stessi ragionamenti cari a Renzi ma in controtendenza a quanto avviene in Francia e Germania dove invece si investe nella formazione, nella Pubblica amministrazione, dove i contratti siglati non sono al massimo ribasso come avviene in Italia.
Manovra economica: si accontenta Confindustria congelando l’aumento dell’Iva e riducendo i contributi a carico delle imprese. I soldi che mancheranno allo Stato per il nostro welfare dove saranno trovati? Dalla svendita degli immobili per assecondare gli appetiti morbosi delle società immobiliari?
Green new deal? Si intende forse bonificare i siti inquinati che producono malattie e morte oltre a perseverare nella devastazione del territorio? Di tutto cio’ non c’è traccia nel programma del 5 Stelle
Lotta ai grandi evasori: la evasione fiscale è cresciuta negli anni, anche quando governava il 5 Stelle, al contrario il sistema dei controlli è stato progressivamente indebolito come dimostrano le dimissioni di Cantone dall’Anac in polemica con il passato esecutivo. E anche la nuova legge sugli appalti (perchè non si parla di cambiarne radicalmente i contenuti?) si è dimostrata inadeguata. Ma di tutto cio’ non c’è traccia nel diktat del Movimento
Grandi investimenti al sud, l’esatto contrario di quanto accadrebbe con l’autonomia differenziata che, se approvata, condannerà il Meridione e soprattutto il sistema scolastico e sanitario. La coerenza non ha diritto di cittadinanza in casa Grillina
Porre fine alla vendita di armi ai paesi belligeranti? Belle parole ma in 14 mesi di Governo nulla è stato fatto anzi tutti quei progetti militari per anni criticati sono stati avallati.
Investire nella ricerca e nell’università? Con quali soldi e con quali politiche? Hanno una idea di come riformare ricerca ed università o ci si limita a slogans elettorali come fatto per anni?
La tutela del cittadino è un leit motive ma oggi i cittadini sono sempre meno tutelati e chi protesta va direttamente in carcere come sancito dal Pacchetto sicurezza. Alle parole dovrebbero seguire i fatti e scelte politiche coerenti, l’esatto contrario di quanto avvenuto.
E per chiudere in bellezza (si fa per dire) la tutela dell’agricoltura in un paese dove intere aree sono in mano al lavoro nero e al caporalato con i politici incapaci di promuovere il made in Italy e i prodotti di qualità.
Piu’ che punti programmatici potremmo definirli aria fritta, la filiera dei luoghi comuni per occultare l’assenza di un vero programma che sappia colpire i grandi patrimoni, favorire processi democratici e partecipativi e combattere illegalità e speculazioni.

Federico Giusti

1/972019 www.controlacrisi.org

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