Tragedie ambientali: questo Stato è la malattia, non la cura. Nota odierna sul vissuto a Genova: una lucida ed attenta analisi della situazione di una persona sul posto

Non è ancora terminata l’allerta 2, sono rientrata a casa ora ed ho appena tolto gli scarponi infangati dopo un’altra giornata di lavoro con pochi mezzi a disposizione per risolvere i tanti problemi dovuti agli allagamenti. Però sento la necessità di mettermi  subito a scrivere, per raccontare cosa è successo a Genova con questa alluvione maledetta del 2014, così simile a troppe altre, per provare (inutilmente) a stemperare la rabbia che ho dentro.

Il centro della città intorno alla foce del Bisagno è devastato, così come tanti comuni dell’entroterra; ci sono stati meno morti di 3 anni fa, ma i danni mi sembrano più pesanti e temo che a breve ci potrebbero essere nuovi morti, di fame e di disperazione, tra chi ha perso tutto.

Le strade della città sono uno scenario di guerra, il fango è ovunque, così come le automobili trascinate dalla corrente. L’enorme piazzale Kennedy è diventato il cimitero cittadino delle auto  e delle macerie, cumuli impressionanti di resti di attività commerciali e vite distrutte.  Il brulicare continuo di mezzi dei vvf, protezione civile, esercito, croce rossa, enti, e molti altri, che corrono di qua e di là a portare aiuto, mi fa sentire dentro un brutto reportage dal fronte.

I politici, dal sindaco Doria al presidente della regione Burlando, hanno la presunzione e la faccia tosta di giustificarsi e dichiararsi innocenti, quando da decenni Burlando e il suo partito cementificano senza ritegno questa città e questa regione.  All’indomani dell’alluvione del 2011 hanno approvato, incredibilmente e senza vergogna, una legge che diminuisce la distanza di costruzione dagli alvei, portandola a soli 3 metri! Burlando qualche anno fa, prima dei morti del Fereggiano del 2011, in un video si vantava orgogliosamente di un parcheggio fatto costruire SOPRA il Fereggiano (un ulteriore tappo che nefacilita l’esondazione). Eppure oggi ha ancora la faccia di bronzo di parlare delle opere per risolvere i problemi (e perché non le ha realizzate prima allora?) e di stare ancorato saldo alla sua poltrona. Intanto Doria invece se la prende con le previsioni del tempo sbagliate (ma da quando la meteorologia è una scienza esatta signor sindaco?), dimenticando tutto quello che era suo dovere fare indipendentemente dalle previsioni meteo…

Oggi i politici poi se la prendono col TAR che ha bloccato i lavori sul Bisagno per irregolarità nell’assegnazione dei lavori, come se lacolpa fosse tutta del TAR e non di chi non sa gestire correttamente le gare; come se quelle opere (copertura di un tratto del Bisagno e scolmatore del Fereggiano) potessero risolvere il problema delle alluvioni a Genova; come se tutto il resto non contasse; come se i genovesi fossero degli imbecilli creduloni…. Da ingegnere che ha studiato idraulica ho molti dubbi che quelle opere  possano risolvere il problema, al massimo FORSE lo spostano un po’ più in là, senza contare tutte le altre zone che non ne vengono beneficiate.

In questi anni non si è fatta nessuna manutenzione ordinaria degli alvei, nessuna o quasi pulizia, nessun consolidamento a monte, si è continuato a cementificare in spregio alla natura. I tombini sono otturati dall’incuria, non so se per menefreghismo o per mancanza di risorse; risorse che vengono continuamente tagliate agli enti locali. Hanno tragicamente dimezzato le risorse umane ed economiche della provincia, che era l’ente che più si occupava del territorio, in modo operativo, diretto.. Ma le province sono diventate il capro espiatorio da sacrificare alla rabbia dei cittadini, per poter salvare i soliti consolidati e intoccabili centri di spreco. La riforma Renzi – Del Rio vuole cancellare le province  e depotenziarle il più possibile, cancellando la cura del territorio o lasciandola ai comuni sempre più deboli e impoveriti dalla stessa politica nazionale di tagli.

Tagli che non toccano naturalmente le grandi opere inutili e dannose, come la gronda autostradale o il terzo valico per l’alta velocità,causa di ulteriori devastazioni del territorio e di violenza verso tante famiglie. Con una piccola parte del denaro necessario per queste opere si potrebbe fare tantissimo per la sicurezza idrogeologica della città e della regione, ma le piccole opere e le manutenzioni non interessano le grandi imprese, non possono essere portate come trofei in giro per l’Europa, non creano movimenti di denaro interessanti…

Paradossalmente proprio il cantiere del terzo valico in Valpolcevera in questi giorni ha provocato il deragliamento di un freccia rossa a causa della frana dovuta allo sbancamentodi terra! Ma i giornali di regime si sono ben guardati dal raccontare la causa dell’incidente!

Ma se anche si trovassero i soldi per realizzare tutte queste opere di presunta messa in sicurezza, ricordiamoci che qua siamo davanti al CAMBIO CLIMATICO: le opere che attutiscono impatti oggi, domani saranno già insufficienti. Bisogna andare a monte del problema, letteralmente (prevenzionedel dissesto, stabilizzazione, riforestazione) e metaforicamente: TUTTI NOI  ormai abbiamo uno stile di vita sempre più energivoro e consumistico che provoca il riscaldamento globale, NOI ci disinteressiamo degli scempi e della cementificazione del territorio, e soprattutto NOI continuiamo a votare politici osceni  fautori delle grandi opere a scapito del territorio (oltre che fautori della fuffa in tutti i settori!). Tutto questo disastro è in parte colpa nostra, anche se è più facile riversare tutta la responsabilità sulla classe politica (che ne ha parecchia comunque). Se non prendiamo coscienza di tutto questo non ne usciremo mai.

In questi giorni tristi rincuora solo la meravigliosa e capillare presenza di tanti giovani, migliaia e migliaia che si affaccendano con le pale e gli stivali per pulire, raccogliere, lavare…  La città sembra un formicaio operoso che commuove chiunque si fermi un attimo ad osservare. Ma passata l’emergenza, come le altre volte, ci si dimenticherà delle cause, non si esigeranno i dovuti cambiamenti, si continuerà a votare gli stessi incompetenti (per non dire peggio).  E tra 2 anni saremo di nuovo qui a piangere e spalare.

Silvia Parodi

14/10/2014 Testimonianza da Facebook

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