Tutta colpa del Rosatellum

  • di Alba Vastano

Ci siamo, cinque giorni al voto. Un’estate all’ultimo respiro, vissuta sotto una straordinaria e insopportabile afa e una altrettanto straordinaria chiamata nazionale alle urne. Un percorso nettamente in salita accidentata, con mille tratti scoscesi ad ogni angolo, specie per alcune liste che, non optando per coerenza politica per le solite porte girevoli, imboccate, invece e senza se e senza ma, da alcune formazioni per puro opportunismo politico e pronte poi a sciogliersi dal 26 settembre, si sono trovate costrette alla raccolta delle firme per potere accedere alla tornata elettorale. Per queste formazioni extra parlamentari nessun santo in Parlamento a sostenerle per evitare il massacro agostano della raccolta delle firme nel deserto delle città in cui si intravedevano solo ombre e lingue di fuoco. Ѐ il caso, ad esempio, di ‘Unione popolare’ nascente coalizione della sinistra extra parlamentare, a cui aderiscono Partito della Rifondazione comunista, Potere al popolo e Dema , guidate dal capolista/portavoce nazionale Luigi De Magistris, l’ex sindaco di Napoli.

Il progetto politico all’origine nasce sotto altre vesti con tempi più lunghi, in previsione delle politiche del 2023, sotto l’egida di quattro giovani donne parlamentari, espulse dai 5 stelle per essersi opposte al governo Draghi. Nasce così il gruppo parlamentare ManifestA. A Febbraio scorso ManifestA viene annunciata in conferenza stampa al Senato con l’intento di una costruzione di un progetto di sinistra contro le politiche del governo Draghi, allora in pieno potere. Il presunto governo dei migliori.

Il 20 luglio cade il governo e Il Presidente Mattarella stabilisce il 25 Settembre come data delle elezioni politiche. L’accelerazione non ha consentito alle formazioni aderenti al gruppo ManifestA, non essendo ancora trascorso l’anno di legge per convalidare il simbolo, di essere dispensate dalla raccolta firme per partecipare alla tornata elettorale. Ne è sopraggiunta una chiamata alle armi dei militanti dei partiti aderenti alla nuova formazione parlamentare nel periodo più disagevole, con tempi da usurai.

Ma avviene qualcosa di insperato. Nonostante il deserto, nonostante la calura eccezionale, le firme si materializzano nelle mani dei militanti in misura esponenziale. Vengono consegnate, registrate, convalidate e si entra di diritto nella tornata elettorale più insolita e complessa della storia delle elezioni. E si procede a testa alta in campagna elettorale che anch’essa, però, ha le ore contate.

Un manciata di giorni per entrare nei media e ottenere il consenso che occorre per superare la soglia di sbarramento. Bisogna fare in fretta per materializzarsi fra la gente che ci dà per ‘ei fu’. I testimonial sono di chiara fama. Intellettuali di prestigio come Angelo D’Orsi, Citto Maselli, Carlo Rovelli, Raul Mordenti e con l’endorsement di Jean Luc Melenchon (Upes) e di Pablo Iglesias (Podemos). De Magistris è un ottimo frontman e buca gli schermi, ma c’è chi li buca di più e sono i lorsignori dei Palazzi del potere che nelle tv filogovernative hanno sempre carta bianca. Sorge impellente fra gli elettori il dannato problema del voto utile. ‘Con voi è un voto perso’ dicono i più, non pensando che così ragionando si continua a scavare la fossa ai diritti soppressi dai soliti noti del neoliberismo predatorio.

Melenchon
Pablo Iglesias

Unione popolare chiede un voto di sostanza, necessario per dare voce a chi voce non ce l’ha, per ripristinare i diritti soppressi, per contrastare il neoliberismo predatorio, per arginare il pericolo che il Paese venga consegnato totalmente alle destre neofasciste o di nuovo al Pd, il partito che ha contribuito a smantellare lo Stato sociale. A Unione popolare basterebbero 986mila elettori per sforare il 3%, fissato dalla soglia di sbarramento. Su 51 milioni di aventi diritto al voto il traguardo non è e non può essere un’utopia. Sarebbe importante, anzi assolutamente necessario, se non d’emergenza per il Paese, che diventasse realtà.

E qui entriamo nel vero grande problema, il problema madre: la legge elettorale ad oggi vigente. Una legge anticostituzionale, antidemocratica, divisoria, discriminatoria, il Rosatellum, il cui ‘ padre, è Ettore Rosato, entrato a far parte del gruppo parlamentare Italia viva. La legge è entrata in vigore nel 2017 e con questa si andrà alle urne. Mancano solo cinque giorni alla data fatidica e si affaccia all’orizzonte, grazie alla proposta del senatore, avvocato Felice Besostri, giurista che ha già incassato due grandi vittorie giuridiche contro il Porcellum e l’Italicum, la possibilità che l’attuale legge elettorale venga riconosciuta incostituzionale e, di conseguenza, fatta cadere.

Felice Besostri

Prima di fornire informazione sulla procedura da mettere in campo, tramite un modulo denuncia da consegnare al seggio elettorale di riferimento di ogni elettore, è opportuno evidenziare quali sono i maggiori punti di criticità e di anticostituzionalità del Rosatellum:

Impedisce di scegliere i propri candidati a causa delle liste bloccate
privilegia alcune minoranze linguistiche, discriminandone altrealcune liste vengono discriminate e costrette a raccogliere le firme per poter partecipare alle elezioni
-impedisce il voto disgiunto, quindi chi vota per una lista bloccata di partito, vota obbligatoriamente per il candidato uninominale collegato, che potrebbe essere non gradito. In caso di coalizioni il candidato potrebbe appartenere ad un partito che non si intende sostenere
-discrimina i territori rendendo diseguale l’effetto del voto. Esempio: Il voto espresso in Calabria vale quasi la metà del voto espresso in Trentino Alto Adige, per complesse dinamiche della legge Rosatellum

Informazioni e istruzioni per la presentazione al seggio del reclamo:
In primis si evidenzia che il reclamo è conforme ai sensi degli art. 74 e 87 T.U Elezione Camera deputati, tutelato dall’art. 104,c.5 del DPR 361/1957

  • Collegati al sito web http://www.terra32.it/rappresentanza/reclamoElezioni2022.pdf
  • Stampa 2 copie (una per la Camera e una per il Senato) del modulo di protesta che trovi nel sito
  • Nella casella ‘ulteriori ed eventuali’ puoi aggiungere altre motivazioni della protesta
  • Completa i moduli con i tuoi dati
  • Quando ti recherai al seggio consegna ad un referente del seggio il modulo insieme alla tessera elettorale e al documento
  • Quando consegni la scheda dichiara al Presidente o al Segretario del seggio ciò che segue “ Con il modulo che ho consegnato intendo presentare un reclamo, perché ritengo incostituzionale la vigente legge elettorale Rosatellum e chiedo siano allegati ai verbali del voto per Camera e Senato i documenti da me sottoscritti e consegnati”.
  • Se vi fossero contestazioni da parte del Presidente o del Segretario o chi per loro mostra gli articoli di legge a cui il documento si riferisce
  • Dopo aver eseguito questa procedura sarebbe utile, per dare maggior forza all’iniziativa, comunicarlo a questa mail : per.la.rappresentanza@gmail.comhttps://coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com/)

Il 25 Settembre diamo l’unico voto necessario a ripristinare i diritti costituzionali, contro le mafie, contro la guerra, contro l’invio alle armi, per il salario minimo di almeno 10 euro l’ora.

Per la sanità pubblica e la scuola pubblica,contro il caro bollette, per la salvaguardia dell’ambiente naturale, contro il calvario del precariato infinito, per dare voce e rappresentare le istanze degli ultimi della società.

Per l’accoglienza dignitosa e umana dei migranti, contro la violenza di genere, per i diritti paritari di LGBQTI, per i diritti civili paritari, per le pensioni dignitose e necessarie a vivere serenamente la terza età

Per il diritto alle cure gratuite e perché tutti e tutte abbiano diritto ad una vita migliore e alla felicità. Per il pane, ma anche per le rose.

Il 25 settembre vota e fai votare ‘Unione popolare’

Alba Vastano

Giornalista

Collaboratrice redazionale del mensile Lavoro e Salute

20/9/2022


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