Una falsa svolta verde: lettera al Presidente del Consiglio

Una falsa svolta verde: lettera al Presidente del Consiglio

LA LETTERA

“Signor presidente del Consiglio Mario Draghi,

Le scriviamo a nome dei sottoscrittori di un appello già lanciato a fine novembre (si vada on line https://www.petizioni.com/notassonomianukerispettareferendum)che ha raccolto forze ed esponenti ecologisti e pacifisti, fortemente critici sulla “transizione ecologica” così come viene delineata in Italia e in Europa dalle politiche governative e comunitarie: faremmo meglio anzi, se si fa un bilancio complessivo, a parlare di “non transizione ecologica”!

Ci sembra francamente disonorevole che la Commissione europea, il 2 gennaio 2022, abbia reso pubblica, e dunque praticamente ufficiale, una proposta, in verità ambiguamente preannunciata, di definizione degli aspetti climatici ed ambientali della classificazione delle fonti “sostenibili” in cui vengono appunto incluse sia l’energia nucleare che il gas!

Ci appare una proposta che non corrisponde agli interessi comuni europei di avere una nuova politica energetica condivisa fondata su risparmio e energie rinnovabili quanto piuttosto al compromesso tra gli interessi di due Paesi che per altro perseguono politiche energetiche nazionali ed, in merito di nucleare, opposte. Per altro stiamo parlando di politiche vecchie che “nonostante” quelle liberalizzazioni e privatizzazioni praticate con protervia col pretesto di favorire i consumatori hanno prodotto l’attuale insostenibile situazione di aumenti tariffari.

Per quanto riguarda il gas si tratterebbe di una stolta reiterazione del modello centralizzato delle fonti fossili reso letale nel caso di investimenti aggiuntivi che comporterebbero ulteriori emissioni di climalteranti.

Per il caso del nucleare il silenzio o l’assenso del governo andrebbe oltre ogni più impudente previsione. Riteniamo infatti particolarmente inaccettabile da parte del governo italiano un disimpegno, perché qui entra in gioco il disprezzo del voto popolare nei referendum del 2011, che il nostro ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani a Bruxelles, abbia di fatto dato, con ripetute dichiarazioni pubbliche, anche se non con atti formali, il suo via libera alla bozza nuclearista della presidente Von der Leyen..

Dovremmo, anche per lealtà istituzionale e democratica, darci da fare in Europa per creare uno schieramento antinucleare e non invece accodarci a Paesi filonucleari come la Francia; e questa presa di posizione dovrebbe essere manifestata da subito, cioè da prima del 12 gennaio, scadenza importante se consideriamo il percorso che la stessa nota ufficiale della Commissione UE indica per l’iter dell’atto delegato che darà corpo agli aspetti climatici e ambientali del regolamento UE 2020/852.

E comunque riteniamo che la posizione italiana debba essere in ogni caso di contrarietà.

Il nucleare, per quanto lo si presenti proiettato verso una quarta generazione tutta di là da venire, non possiamo assolutamente considerarlo una fonte “pulita” nè tantomeno esente da rischi (su questo condividiamo pienamente l’opinione del popolo italiano): comunque è una fonte “estrattiva” e sicuramente non rinnovabile; una tecnologia in ogni caso da non raccomandare e sostenere negli investimenti finanziari necessitanti di marchi certificati (e garantiti con soldi pubblici).

Siamo costretti pertanto a rinnovare per l’ennesima volta la nostra esortazione al suo governo di rispettare la volontà dell’espressione di voto popolare. Un popolo – ci scusi l’insistenza su questo concetto – cui dovremmo oltretutto essere riconoscenti per la sua lungimiranza, invece di bollarlo nei discorsi pubblici come “emotivo” e “irrazionale”. Un esempio tra tanti: consideriamo che i quattro EPR francesi che avremmo dovuto costruire in base agli accordi Berlusconi – Sarkozy ci sarebbero venuti a costare non 3,3 miliardi ma circa 20 miliardi di euro a testa (e a Flamanville la centrale non è ancora pronta!).

Consentire che il nucleare sia inserito nella tassonomia UE servirà solo a nascondere l’aiuto allo Stato atomico francese indebitato da scelte queste sì irrazionali di “grandeur” degne di miglior causa. Perché tra i motivi di opposizione al nucleare non ultimo è il suo carattere proliferante dal punto di vista militare, oltretutto persino esplicitamente rivendicato dal presidente Macron.

Accettare nella tassonomia europea il nucleare è inquinare i futuri green bonds europei fin dalla loro nascita. E collocarci anche il gas fossile, sia pure con limiti di C02 al kilowattora, è come incaponirsi a incardinare e a stabilizzare una fonte che invece dovremmo subito andare a ridimensionare sostituendola con le rinnovabili.

Su queste posizioni e per illustrarLe la nostra impostazione di conversione ecologica siamo disponibili ad incontrarci con lei in ogni momento.

Coordinamento della iniziativa sottoscritta da:

Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Mario Agostinelli, Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Marco Bersani, Luciana Castellina, Eleanora Evi, Federico Butera, Antonia Sani, Roberto Musacchio, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Renato Zanoli, Guido Viale, Antonio De Lellis, Andrea Bulgarini, Jacopo Ricci, Patrizia Sentinelli, Elena Mazzoni,Ennio Cabiddu,  Luigi Mosca, Oliviero Sorbini, Daniele Barbi, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi, Elio Pagani,  Keivan Motavalli, Gian Piero Godio, Maurizio Bucchia, Antonella Nappi, Marco Zinno, Enrico Peyretti, Marco Palombo, Rocco Altieri, Mino Forleo, Vittorio Pallotti, Teresa Lapis, Renato Napoli, Angelo Gaccione, Giuseppe Natale, Renato Ramello, Sabina Santovetti, Alessandra Mecozzi, Olivier Tourquet, Luciano Benini, Claudio Carrara, Elisabetta Donini, Riccardo Rifici, Pierluigi Sullo.

10/2/2022 http://www.rifondazione.it

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