Una rete europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali

basta repressione

L’Osservatorio Repressione propone la nascita di una ” rete Europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali“. Una rete che sia capace di investigare sulle forme della repressione a partire dai singoli stati Europei verificando le similitudini legislative dei singoli paesi trovando i punti in comune. Un lavoro che deve andare oltre la sola testimonianza, il denunciare quanto la repressione sia crudele e quanto gli Stati Sovrani rispondendo al turbocapitalismo, finiscono nel non più garantire il minimo dei diritti democratici più propensi a esportare la Democrazia nel mondo producendo un’infinita lotta al terrorismo.

Chiaramente analizzare le diverse questioni è necessario e doveroso, ma il fine deve indagare su come sia possibile formulare soluzioni che cominciano a fornire effettivi strumenti e garanzie per quanti e quante sono impegnati nelle lotte sociali.

L’ordinamento giuridico nei vari paesi Europei, ha l’intendo di relegare le lotte sociali dentro i confini della semplice testimonianza. Azioni, denunce, lotte, contro informazione, non devono in alcun modo uscire dai confini di una “legalità”.

Il dissenso espresso nelle forme più visibili, praticate da tante e tanti, viene sempre più affrontato e narrato come una minaccia, come un problema di “ordine pubblico” da criminalizzare e condannare.

E’ sistematico, ormai, che dopo qualsiasi manifestazione di dissenso, scattano i procedimenti penali e si da fondo al repertorio delle misure cautelari, impiegate con lo scopo più che evidente di ridurre la libertà personale e di movimento.

La repressione del dissenso, in qualsiasi modo esso si manifesti, è un punto cardine delle leggi antiterrorismo, dello stato di emergenza. Le legislazioni speciali sospendono alcune libertà individuali per rafforzare e facilitare l’intervento delle autorità in situazioni di emergenza, che si tratti di una guerra, di un attacco terroristico o di un disastro naturale, sono sempre rivolte non solo a colpire la minaccia esterna, ma anche quella interna che può mettere in discussione la legittimità dell’autorità.

Le detenzioni, le sanzioni amministrative, le restrizioni delle libertà oggi, più di ieri, riguardano tutti i settori popolari e sociali. In Europa, stiamo assistendo a un progressivo stato di controllo sociale, dove la libera circolazione è garantita solo a merci e a quanti rispettano le regole.

Lo stato di eccezione permanente è preso benevolmente dalla popolazione perché percepito a sua difesa per la sua sicurezza. Un lavoro fatto talmente bene che oggi è più complesso difendere i diritto a dire no a un potere economico sovranazionale che determina le politiche sociali ed economiche degli stati Sovrani.

Si è costruito un nemico, denominandolo terrorista, producendo, sviluppando e mantenendo intere aree in un perenne stato di guerra.

Questo avviene oggi,  in una fase storica, dove i sistemi cosiddetti “democratici” sono sempre meno titolari di consenso popolare, e in contesti simili la storia ci insegna che il potere si tutela restringendo gli spazi di diritto e libertà.

Oggi l’emergenzialismo è norma fondamentale generale e ordinaria dei sistemi di governo. Lo stato di eccezione permanente si presenta cosi come il miglior paradigma di interpretazioni delle forze più avanzate della governance contemporanea.

Quello che sta succedendo deve imporre i movimenti a non  limitarsi solo alla conoscenza degli strumenti e delle tecniche repressive messe in campo dagli apparati statali ma deve necessariamente portarci oltre, cercando le strade per contrastare i processi repressivi, il loro continuo aggiornamento.

La sfera del giuridico non esprime solo tecnica ma uno degli aspetti più profondi del politico: la continua ridefinizione dei confini del lecito e dell’illecito, della legittimità e dell’illegittimità, quella sorta di pendolo che è la legalità. La sfera del giuridico è un terreno di conflitto dove però ad essere attrezzata è solo una delle parti. Non ci si può esimere dal costruire un intervento politico sulla giuridicità. Aprire una discussione è un tentativo di definire un orizzonte prim’ancora che una soluzione concreta: elaborare una strategia che individui il nodo centrale dello scontro che viene a costituirsi, ovvero l’attacco alla legittimità stessa di un dissenso fattivo, alla possibilità che i movimenti possano esistere e mettersi di traverso, inceppando un sistema sempre più oligarchico.

La repressione rappresenta oramai una maniera di gestione del dissenso sempre più generalizzata sulla quale è necessaria una riflessione a livello Europeo.

A Bruxelles il 28 e 29 giugno su iniziativa dell’Osservatorio Repressione si terrà una due giorni per la nascita di una rete Europea per il diritto di dissenso in difesa delle lotte sociali, alla quale parteciperanno giuristi, esperti, attivisti da tutta Europa.

Il 28 giugno alle ore 17,30 presso la sala “L’horloge du sud” 141 rue Trone a Bruxelles si terrà per un primo confronto fra le realtà sociali di movimento europee

Il 29 giugno presso la sede del Parlamento Europeo alle ore 15 ci sarà la proiezione del docufilm “Archiviato. L’obbligatorietà dell’azione penale in Valsusa” con l’intervento dell’Avv. Claudio Novaro, legale di attivisti No Tav a seguire il convegno europeo organizzato dal gruppo parlamentare del Gue/Ngl:

EUROPE, FROM THE RULE OF LAW TO A STATE OF EXCEPTION

Social struggles and freedom of expression under attacks

(European Parliament, Room ASP1G2. Languages: ES, EN, FR, IT, DE, PT, GR)

15h00: Welcoming: MEP Iosu Juaristi

15h15 – 16h30 Panel 1. Moderator: MEP Eleonora Forenza

  • Paul Murphy (Irish MP charged with “false imprisonment” for anti-water charges protest)
  • Nicoletta Dosio (No TAV)
  • Cesare Antetomaso (lawyer, “Giuristi Democratici”)
  • Jaione Carrera Ciriza (lawyer)
  • Speaker CGT-France (tbc)
  • Italo Di Sabato (Osservatorio Repressione)

16h30- 16h45 Coffee break

16h45 – 18h15: Panel 2. Moderator MEP Marina Albiol

  • Casandra (twitter activist)
  • Davide Falcioni (journalist)
  • Strawberry (“Def Con Dos” singer, twitter activist)
  • Hungarian Civil Liberties Union
  • Angel Cristobal Gázquez/ Gonzalo Alberto Martínez (lawyers, BGD)

18h15 -18h30 Conclusion remarks by MEP Iosu Juaristi

Per informazioni:

info@osservatoriorepressione.info

22/6/2017

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