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Commenti di Mauro Biani

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    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sinistra Europea, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione, sanità e salute — Agosto 8, 2017 6:40 am

    Nel governo italiano avanza il principio del “non possiamo permetterci di salvare vite umane” e si abbandonano i migranti in mare, ma quelli che ce la fanno vengono rinchiusi nelle Guantanamo italiane. In USA avanza il principio della “lotta” alla precarietà per salvaguardare i “lavoratori della tortura” tramite il reclutamento di nuovi detenuti a prescindere. Nella “Patria delle libertà” tutto è possibile contro la vita degli ultimi. In Italia ci stiamo arrivando

    Usa. “Dateci più detenuti o licenziamo!”

    Pubblicato da franco.cilenti

    Discutere in astratto se funziona meglio “il pubblico” o “il privato” rischia sempre di essere un’esibizione ideologica. Nel senso che gli argomenti astratti pro o contro sono dialogicamente sullo stesso piano, dunque impossibili da soppesare senza scendere sul terreno reale.

    Naturalmente, bisogna preventivamente stabilire che quel “funziona meglio” sia applicato a qualsiasi settore produttivo.

    L’articolo del giornale statunitense Alternet, che qui di seguito traduciamo, ci mostra un esempio lampante di follia privatistica.

    Una corporation della detenzione – gestisce prigioni private, dove vengono detenute persone condannate penalmente dallo Stato (locale o federale, non fa differenza) – pretende dal governo locale e da quello nazionale che si trovino al più presto altri 300 detenuti da infornare nel carcere di Estancia, sennò si chiude e si licenziano 200 dipendenti.

    Noi siamo abituati a questo meccanismo di ricatto con le aziende di ogni ordine e grado, ma qui stiamo parlando di una prigione. Eppure “l’impresa” non fa differenza tra uomini e bielle o mozzarelle. I prigionieri sono la materia prima, tenerli dentro è il “servizio” (stavamo per dire il “prodotto”), i prigionieri ci vogliono, altrimenti non si guadagna.

    Leggendo tra le righe traspare una certa ostilità verso qualche depenalizzazione (non sappiamo quale, né che di che entità) operata dall’amministrazione Obama. Ma la critica non è affatto “ideologica”: semplicemente ha ridotto il numero di carcerati a disposizione del profitto privato. “Servono leggi più dure”, insomma, non per ridurre il tasso di criminalità, ma per aumentare quello di profitto. Non importa se sono innocenti o se hanno commesso “reati” per cui sarebbe stata sufficiente una multa: ci vuole gente che stia in galera, perché “il privato” gestisce “posti letto”, proprio come farebbe un qualsiasi albergatore.

    La “funzione della pena”, in questo quadro concettuale, è una battuta di spirito: serve che ci siano dei detenuti sui cui un privato possa guadagnare. E basta. Se poi il detenuto, una volta scontata la pena (naturalmente queste “società” possono tener dentro solo detenuti a bassa pericolosità, con condanne di breve durata), torna a delinquere… meglio! C’è più lavoro, no?

    Interessante notare anche le cerebrolesioni gravi che affliggono le autorità elettive locali, preoccupate di mantenere i “posti di lavoro”. Gente così, meglio perderla che trovarla. Purtroppo, vanno in giro per il mondo a distribuire pagelle sul rispetto (altrui) dei “diritti umani”…

    *****

    La prigione privata del New Mexico e i federali chiedono di trovare 300 prigionieri in 60 giorni, sennò chiude

    Steven Rosenfeld, Alternet

    La seconda più grande corporation nazionale delle prigioni private sta tenendo in ostaggio i politici del Nuovo Messico, minacciando di chiudere, a meno che lo Stato o le autorità federali non trovino più di 300 detenuti da rinchiudere lì.

    “L’azienda che ha gestito una prigione privata in Estancia per quasi tre decenni ha annunciato che chiuderà la prigione di Torrance County e licenzierà più di 200 dipendenti, a meno che non si possano trovare 300 detenuti statali o federali per riempire i letti vuoti entro i prossimi 60 giorni”. Lo ha riferito la settimana scorsa il giornale messicano di Santa Fè.

    Il giornale ha affermato che i funzionari della contea hanno rilasciato una dichiarazione citando la minacciata chiusura e hanno sottolineato che virtualmente ogni ogni politico della regione, dai funzionari della contea ai funzionari statali, ai congressisti, si stanno preoccupando ora di “salvare posti di lavoro” piuttosto che di chiudere una prigione privatizzata da un imprenditore che è stato denunciato molte volte per molestie sessuali, aggressioni sessuali, morti, abuso della forza, assalti fisici, trattamenti medici, lesioni e violazioni dei diritti civili.

    “Questa è un grande problema per noi”, afferma il direttore della Contea di Torrance, Belinda Garland, al giornale di Santa Fè. Il giornale ha citato Jonathan Burns, portavoce di CoreCivic – precedentemente noto come Corrections Corporation of America – mentre diceva: “La città di Estancia e la comunità circostante sono stati un ottimo partner di CoreCivic negli ultimi 27 anni… Una popolazione detenuta in diminuzione, in generale, ha costretto a prendere decisioni difficili per massimizzare l’utilizzo delle nostre risorse”.

    Questa è una panoramica perfetta di cosa si è capovolto con la privatizzazione: la mancanza di opportunità economiche e politici che si genuflettono davanti a chi porta posti di lavoro, a prescindere dalle maggiori implicazioni sociali, spingendo le forze dell’ordine nel lavoro sporco di passar sopra arresti e convinzioni, in modo da consentire alle imprese private e i relativi azionisti di fare più soldi.

    La dichiarazione ufficiale dei funzionari della contea afferma che la maggior parte degli occupanti i 700 posti letto erano prigionieri federali. I funzionari della società, nelle riunioni locali. hanno affermato che le riforme penali federali hanno portato a una riduzione della popolazione prigioniera.

    Il giornale ha riferito: “L’azienda ha dichiarato che la contea tra trattenendo meno detenuti federali per reati di immigrazione e dogana, ha dichiarato Garland. “Stiamo contattando chiunque possa aiutarci… Odiamo vedere questa struttura chiusa”.

    La relazione di bilancio annuale di CoreCivic, relativa al 2016, riporta che i suoi ricavi erano diminuiti leggermente negli ultimi anni dell’amministrazione Obama.

    “I ricavi statali provenienti da contratti nei centri di correzione, detenzione e rientro residenziale (semiliberi, NdT) che stiamo gestendo costituivano rispettivamente il 38%, il 40% e il 46% del totale delle nostre entrate nel 2016, 2015 e 2014 e sono diminuiti del 2,0%, da 725,1 milioni di dollari nel 2015 a $ 710,4 milioni nel 2016. “Possediamo circa il 58% di tutti i posti letto privati per detenuti negli Stati Uniti, gestendo quasi il 41% di tutti i letti gestiti privatamente e attualmente siamo il secondo più grande proprietario privato e fornitore di ‘servizi di comunità di correzione’ nel paese.”

    I funzionari eletti che sono stati invitati a trovare altri detenuti includono i democratici del Nuovo Messico, come il senatore americano Tom Udall, e la repubblicana Michelle Lujan-Grisham. La contea ha dichiarato che la città di Estancia perderebbe annualmente $ 700.000 nel commercio e la contea perderebbe 300.000 dollari di entrate fiscali se la prigione si chiudesse a fine settembre.

    Alessandro Avvisato

    7/8/2017 http://contropiano.org

    Tags: aborto e salute alimentazione e salute alimentazioni e salute ambiente ambiente e inquinamento ambiente e tav ambiente e terremoti appalti in sanità assicurazioni e sanità attac italia bambini migranti beni comuni braccianti migranti capitalismo caporalato e migranti Casa delle Donne civiltà corruzione in sanità costituzione e lavoro crisi e equitalia crisi e ludopatia crisi e salute crisi e suicidi crisi economica crisi sociale Determinanti sociali e diseguaglianze diritti migranti disoccupazione e giovani donne e salute droghe e disoccupazione emergency emigrazioneemigrazione italiana Europa e migranti evasione fiscale farmaci farmaci e affari femminismo Franco Basaglia franco cilenti fumo e salute giornalismo indipendente Giovani e crisi Giulio Maccacaro governo igiene e salute immigrate industrie farmaceutiche infermieri critici infermieri in lotta Infermieri migranti infezioni e salute informazione infortuni professionali in sanità infortuni sul lavoro inquinamento isde jobs act lager migranti lavori usuranti lavoro gratuito lavoroesalute Legge 180 Legge 194 libertà e dissenso ludopatia mafia e tav malasanità malattie professionali manicomi giudiziari medici per l'ambiente medici pubblici medici senza frontiere medicina democratica mediterraneo e migrazioni migranti e guerre migranti e salute ministero salute morti sul lavoro. omicidi sul lavoro Movimento NO TAV movimento notav multinazionali Naga ogm ONG operai e crisi Osservatorio contro la repressione osservatorio della repressione precariato in sanità precarietà prevenzione professionalità infermieristica prostituzione e migrazioni repressione lotte rifondazione comunista RLS sanità Rosarno e migranti salute salute e affari Salute e DRG salute e obiezione di coscienza salute internazionale salute mentale sanità calabrese sanità cubana sanità e dgr Sanità e DRG sanità e LEA sanità emiliana sanità inglese sanità integrativa sanità Lazio sanità ligure sanità Lombardia sanità piemonte sanità privata sanità pubblica sanità pugliese Sanità Roma sanità Sardegna sanità siciliana sanità territoriale Sanità toscana sanità USA sanità veneta Sbilanciamoci schiavitù migrante scienza e salute sciopero infermieri sfratti e povertà sindacati e sicurezza lavoro suicidi disoccupati suicidi sul lavoro tav e affari TAv e Costituzione Tav e salute tav terzo valico tecnologia e salute terapie antiretrovirali test Hiv Traffico d'organi traffico di minori migranti Tsipras TTIP TTIP tutele sociali welfare tutele sociali vaccini e affari
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