Usa: tra tante guerre export, un’altra feroce in casa

Il perenne tormentone elettorale americano sul mondo. Il Partito repubblicano mette Biden con le spalle al muro. «Tratta o il governo dovrà dichiarare fallimento». Possibile ‘default’ del bilancio federale americano, se il Presidente non riuscirà a farsi aiutare dai Repubblicani. Perché anche gli Stati Uniti che arrivano a spendere l’enormità di 830 miliardi di dollari per l’apparato militare di casa, e il sostegno esorbitante alle ‘guerre amiche’, campano facendo debiti.
«Così, spendi oggi e spandi domani, la patria di decine di Nobel per l’Economia si è ridotta sul lastrico, ironizza Orteca». Che poi ci spiega come.

Il gigantesco debito pubblico Usa

Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico complessivo di 31,5 trilioni di dollari. Impegni di spesa da onorare che crescono ogni anno che passa. Irresponsabilità politica antica. Fai debiti, spendi, fatti eleggere e, quando arriverà il momento di pagare, avrai finito i tuoi due mandati e chi verrà, ‘si arrangi’ (sistema elettorale Usa traducibile anche in italiano). Per fortuna parziale loro, negli Stati Uniti, ci sono dei contrappesi di salvaguardia. Il primo di tutti è che, per legge, c’è un limite al tetto del debito. In pratica, si può andare in rosso, ma fino a un certo punto, se no le leggi di spesa non diventano esecutive.

Fatta la legge trovato l’inganno

Spesso (quasi sempre) invocando motivi emergenziale, la soglia del tetto del debito viene rivista al rialzo (traduzione facile in italiano). E qui scatta il secondo tentativo di blocco: il Congresso, nel suo insieme, cioè Camera e Senato, dev’essere d’accordo, approvando il conto di scostamento del bilancio, che così diventa norma ufficiale, ‘act’, dell’Unione. Bene o, meglio, male, per Biden e per la sua Amministrazione, perché alle elezioni di Medio termine, nel novembre scorso, i Repubblicani gli hanno strappato la maggioranza alla Camera.

La Camera repubblicana taglia Biden

E l’altro ieri la House ha votato una proposta di legge del GOP conservatore (passata per 217 a 215), che ha scatenato un putiferio politico. I Repubblicani ‘concedono’ a Biden di alzare il tetto del debito di un trilione e mezzo di dollari. Cioè quel tanto che basta per scongiurare una raffica di fallimenti e per evitare che chiudano diverse agenzie governative. Ma non si è trattato di un gesto generoso di pacificazione politica. La proposta repubblicana era accompagnata da una serie di clausole draconiane, riguardanti, in particolare, il taglio della spesa pubblica e quello delle tasse. La verità è che il dibattito politico sul bilancio cade come una tanica di kerosene, su un incendio che già divampa da settimane.

I violenti scossoni del sistema bancario americano e le diverse scuole di pensiero sulla strategia di rialzo dei tassi di interesse, seguita dalla Federal Reserve, hanno spaccato in due l’America.

L’economia Usa frena

Tensioni politiche, banche che chiudono, costo del denaro alle stelle per cercare di frenare l’inflazione che continua a correre. E ieri si è aggiunta la notizia dagli istituti di statistica, sul rallentamento dell’economia a stelle strisce. Con il Prodotto interno lordo in forte decelerazione. Cosa che fa tornare a galla i pericoli, mai sopiti, di una recessione innestata dalla stretta monetaria e dal ‘disaccoppiamento’ dalla economia cinese voluta da Biden. Una sorta di embargo economico industriale che sta costando più agli americani e alleati (anche a noi), che ai ’cattivi cinesi’ che si volevano colpire.

Poi le cattiverie politiche

Una delle condizioni poste dai Repubblicani, per dare il via libera all’innalzamento del tetto del debito, è quella di congelare il mastodontico piano di restituzione dei prestiti degli studenti universitari, per pagarsi tasse d’iscrizione e rette. L’esborso minimo previsto dalla Casa Bianca dovrebbe aggirarsi sui 400 miliardi di dollari. Una cifra ‘monstre’ (è la metà del bilancio della Difesa), ma di indubbia valenza sociale, oltre a trasparenti obiettivi elettorali, perché coinvolge milioni e milioni di famiglie. Anche per questo, Biden ha già detto che terrà duro. Esige che il tetto del debito venga votato dai Repubblicani senza contraccambio.

Quella per il taglio della spesa pubblica, ha aggiunto, è un’altra discussione. La farà? Intanto i maggiori analisti finanziari dicono che se non verrà rivisto il limite all’indebitamento, il governo federale americano ‘fallirà’ entro la fine di luglio.

Piero Orteca

28/4/2023 https://www.remocontro.it/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *