Venezuela: Uno sguardo settimanale


A partire da lunedì 21 dicembre, ci si aspetta una pausa nell’ambiente politico in generale, date le festività cristiane del Natale e del nuovo anno, così sentite in occidente; il Venezuela non fa eccezione, pertanto sono già iniziati i preparativi nelle famiglie, nonostante la crisi economica. A differenza dell’Europa, in questo Paese non sono in vigore restrizioni per le riunioni familiari, anche se dal governo bolivariano giungono molti appelli al rigoroso rispetto delle misure di biosicurezza; nell’ultima settimana già c’è stata poca attività, di fatto gli eventi più rilevanti sono stati l’atto di cessazione dell’Assemblea Nazionale Costituente e il dibattito generato da un naufragio in acque caraibiche che, ha oggi, ha avuto un bilancio di ventinove vittime.

Questa nota sarà l’ultima per quest’anno e prevediamo di riprenderne la pubblicazione a partire dal secondo fine settimana del 2021; è necessario ringraziare lettori e lettrici, come anche gli editori ed editrici in America e in Europa che, gentilmente, rendono possibile la pubblicazione, in particolare il blog “Lavoro e Salute”. Meritano una menzione speciale la compagna Françoise López e i compagni Gorri e Achim, con i quali abbiamo stabilito una collaborazione dalla quale nascono le traduzioni in Francese, Italiano e Tedesco.

La cessazione dell’Assemblea Nazionale Costituente.

Appare ormai lontano quel 1° Maggio del 2017, quando nella manifestazione centrale della commemorazione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, il presidente Maduro annunciò l’istituzione di un’Assemblea Nazionale Costituente; in un clima politico convulso, segnato dalla violenza di quanti si oppongono al chavismo, fu invocato lo spirito costituente per generare uno spazio di dialogo politico. Gli attori politici che guidano l’opposizione serrarono le fila e si rifiutarono di partecipare, trincerandosi nell’Assemblea Nazionale che già allora stava disobbedendo alla sentenza del Tribunale Supremo di Giustizia che ordinava l’espulsione di tre deputati.

Il processo di indizione fu rapido e, in effetti, vi partecipò solo il chavismo; le candidature furono molteplici, ma a risultare eletti furono i candidati del Partido Socialista Unido de Venezuela. L’insediamento dell’Assemblea Nazionale Costituente, all’inizio animò il dibattito sulla congiuntura politica segnata dalla violenza ma, una volta cessata quest’ultima, lo spazio legislativo entrò in letargo, dal quale usciva solo all’appello del presidente Maduro. Non vi fu il movimento costituente del 1999, quando vasti settori politicizzati della popolazione generarono diversi dibattiti su temi chiave, che dovevano trovare espressione diversamente nel testo costituzionale.

All’ultima sessione dell’Assemblea Nazionale Costituente ha partecipato anche il presidente Maduro, che ha sottolineato il contributo di questa istanza alla stabilità e alla pace del Paese; inoltre, è stata approvata la norma di legge che stabilisce i criteri secondo i quali in futuro si dovranno modificare e derogare gli atti derivati da questo spazio legislativo, che sono in tutto quattordici leggi e novantasette decreti costituzionali, in aree quali quella economica, politica e di sicurezza e difesa della nazione, delle quali l’ultima (e la più discussa) è la Legge Antibloqueo approvata lo scorso 8 ottobre.

L’Assemblea Nazionale Costituente è uno degli spazi politici che nel 2020 è stato danneggiato dalla pandemia, poiché a partire dalla dichiarazione dell’emergenza nazionale si è riunita pochissime volte e la partecipazione dei membri, soprattutto di quelli provenienti dalle regioni più remote, è stata piuttosto limitata. Alla luce dei fatti, possiamo dire che l’intenzione del chavismo non è stata quella di generare un nuovo testo costituzionale, ma disporre di una stampella legislativa che permettesse, con l’assenso del Tribunale Supremo di Giustizia, di disporre di una base giuridica minima per garantire l’operatività dell’esecutivo nazionale e delle sue politiche volte a rispondere alle misure coercitive unilaterali implementate dal governo degli Stati Uniti d’America e dai loro alleati.

L’emigrazione come dramma.

Alla fine della settimana scorsa, le autorità venezuelane hanno trovato diversi corpi in alto mare, a oriente del Paese, nella zona di frontiera con Trinidad e Tobago; a oggi si contano ventinove vittime, causate da eventi non ancora del tutto chiariti ma che fanno pensare a un naufragio, forse di diverse imbarcazioni che trasportavano clandestinamente migranti venezuelani verso Trinidad.

I fatti sono avvenuti nello Stato di Sucre, che si trova a pochi chilometri dalle isole di Trinidad e Tobago; per secoli l’andirivieni di abitanti delle isole e di Venezuelani è stato costante, anche nell’ambito di una lunga storia di contrabbando. Oggi, la realtà è un’altra, poiché molti Venezuelani e Venezuelane hanno scelto di migrare verso le isole e trovano trafficanti che li trasportano su imbarcazioni precarie.

Il numero di persone che migrano verso Trinidad e Tobago è man mano aumentato e la risposta delle autorità di questo Paese è stata una politica di tolleranza zero, quindi sono iniziate le operazioni di rimpatrio forzato delle persone che giungono nel loro territorio; in tale quadro emergono alcuni sospetti sulle circostanze che hanno causato queste morti, poiché vi sono denunce secondo le quali le autorità le autorità di frontiera dell’isola avrebbero lasciato in alto mare imbarcazioni senza carburante, generando così le condizioni per il naufragio.

In settimana le autorità diplomatiche di Venezuela e Trinidad si sono riunite per affrontare la questione della frontiera e stabilire accordi per controllare la presenza di trafficanti di persone nella zona.

Ritorna la questione dell’Esequibo.

La Guyana Francese e il nostro Paese hanno da tempo in corso una controversia sul territorio dell’Esequibo, storicamente parte del Venezuela ma attualmente sotto controllo della Guyana Francese, in base a un lodo arbitrale del 1899 che ha leso gli interessi venezuelani.

Le autorità della Guyana si sono rivolte alla Corte Penale Internazionale affinché si dichiari competente per la risoluzione del conflitto, mentre quelle venezuelane sostengono che debba essere risolto in maniera bilaterale, nel rispetto dell’Accordo firmato tra le parti nel 1966 a Ginevra; il Venezuela non riconosce l’azione avviata dalla Guyana Francese, pertanto condanna il pronunciamento della Corte Penale Internazionale che accoglie la richiesta della Guyana.

In quest’ultima parte dell’anno, la Corte Penale Internazionale ha preso per due volte posizione contro il Venezuela: oltre a quella della quale abbiamo parlato, ha sostenuto che vi sono elementi per indagare sulla violazione di diritti umani da parte del governo bolivariano; queste decisioni fanno parte dell’intensa lotta in corso in spazi multilaterali, dove esistono settori interessati a garantire posizioni contrarie alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Brevi:

  • Questa settimana è morto il giornalista e politico José Vicente Rangel . Per tutta la vita ha militato nella sinistra e ha avuto un ruolo importante nella difesa di coloro che sono stati arrestati nell’epoca pre-democratica e democratica. Nella rivoluzione bolivariana ha assunto varie responsabilità, tra le quali la carica di Cancelliere ed è stato il primo ministro della Difesa Civile della storia venezuelana.
  • Juan Guaido e un gruppo di deputati dell’opposizione al chavismo hanno deciso che la durata in carica dell’Assemblea Nazionale sarà estesa fino a quando non vi saranno elezioni parlamentari da loro riconosciute; si tratta di un atto privo di qualsiasi carattere vincolante, posto che le elezioni si sono già svolte ed è previsto che la nuova legislatura si apra il prossimo 5 gennaio.
  • Quanto all’evoluzione del Covid-19, le autorità venezuelane sono preoccupate a causa di un sostenuto aumento di casi, in particolare è stato comunicato che, nelle ultime settimane, da 12 sono saliti a 14 ogni 100.000 abitanti. Il numero di casi attivi si mantiene al di sotto dei 5.000. È molto probabile che, nel mese di gennaio, gli indici salgano significativamente, pertanto si prevede un nuovo scenario di quarantena.

Detto questo, non mi resta che augurarvi di trascorrere bei momenti durante le feste e di mantenere le misure a protezione della vostra salute.

Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

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