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    Cronaca del Venezuela per Lavoro e Salute. Il problema della benzina, la commemorazione della nascita del comandante Chávez e gli sviluppi della pandemia e del processo elettorale. (26/07-01/08)

    Venezuela: uno sguardo settimanale

    Pubblicato da franco.cilenti

    Benvenute e benvenuti a una nuova presentazione di una panoramica settimanale sul Venezuela; in questa occasione si inizia con la prima parte di una sintesi esplicativa della situazione relativa alla benzina nel nostro Paese e si condivide una nota sulla commemorazione della nascita del comandante Hugo Chávez. Come ormai d’abitudine, continuiamo a seguire gli sviluppi della pandemia di Covid-19 e del processo che porterà alle elezioni parlamentari previste per il 6 dicembre; per concludere, alcune brevi ma di rilievo.

    Il problema della benzina (I parte).
    La prima centrale elettrica fu costruita nella città di Maracaibo alla fine del XIX° Secolo, quando il Venezuela era fondamentalmente un Paese agricolo; la domanda per il nuovo servizio era insufficiente, così si mise in atto una strategia per garantire l’utilizzo dell’offerta di elettricità e, a questo scopo, si provocarono cambiamenti nelle abitudini della popolazione, nell’architettura e in altri ambiti della vita quotidiana, facendo in modo che l’affare dell’elettricità risultasse redditizio. Questa introduzione è opportuna perché qualcosa di simile, in Venezuela, è accaduto con i carburanti.
    Alla fine del XIX° Secolo, con scarse risorse e con una vita politica convulsa che si esprimeva nell’instabilità dei governi, lo sviluppo delle ferrovie era in aumento, la rete era in crescita. All’inizio del XX° Secolo cominciarono lo sfruttamento petrolifero e la costituzione di uno Stato a partire da una concezione moderna, il che richiese un impulso della mobilità interna, pertanto si cambiò rotta, si scelse di costruire strade e il veicolo a motore si impose come mezzo di locomozione.
    Fino a parecchi anni dall’inizio del secolo scorso, il Venezuela non disponeva di raffinerie proprie e, grazie alla rendita petrolifera, non fu un problema importare il carburante necessario e metterlo a disposizione della popolazione e dell’industria a prezzi accessibili. Una volta costruite le raffinerie sul nostro territorio, la tecnologia e gli additivi necessari al loro funzionamento continuarono ad essere stranieri, fondamentalmente statunitensi e, così, non vi fu sovranità su questa questione. Tuttavia, i carburanti continuarono ad avere prezzi bassissimi, tanto che, a un certo momento, con una moneta da un bolívar si potevano acquistare centinaia di litri di benzina.
    Ci vollero anni perché i prezzi dei carburanti aumentassero significativamente, anche se nel dibattito politico in molti erano d’accordo su un adeguamento dei prezzi. Nel 1988, il presidente Carlos Andrés Pérez, nel quadro dell’implementazione di un pacchetto di misure economiche di taglio neoliberista, aumentò il prezzo della benzina e questo fu la scintilla per una protesta popolare senza precedenti, nota come il “Caracazo”, che fu violentemente repressa dalle forze militari e di polizia. Il Comandante Chávez, è sempre stato cauto rispetto a queste misure: decise un aumento, non sostanziale, e la benzina continuò ad essere fortemente sovvenzionata.
    Questa realtà non è mai stata un problema, fino all’inasprirsi delle aggressioni contro il Venezuela e diverse delle misure coercitive unilaterali sono state assunte contro Petróleos de Venezuela C.A. nei fatti, questo si è tradotto nella soppressione di assistenza tecnica, forniture di attrezzature e di additivi per la produzione di carburante; la conseguenza è stata una graduale e drastica riduzione dell’offerta di carburante sul territorio nazionale, che ha avuto il suo momento più critico verso febbraio di quest’anno, appena prima che fosse dichiarata la quarantena nazionale.
    Questa situazione ha incoraggiato il mercato illegale dei carburanti, gestito da mafie in accordo con alcuni funzionari pubblici e militari; nella vita quotidiana dei Venezuelani e delle Venezuelane questo significa limitazioni alla mobilità di persone e merci, causando l’aumento dei prezzi finali di vendita delle ultime.
    Secondo lo scrittore Luis Brito García, il parco veicoli venezuelano è composto da 4.100.000 veicoli, dei quali il 76% sono ad uso personale, il 16% per il trasporto di merci e solo il 3,2% è dedicato al trasporto pubblico; secondo Brito, ad oggi, solo il 57% del parco veicoli è operativo e richiede circa 90.000 barili di petrolio al giorno per muoversi.
    Nel prossimo numero esamineremo le misure implementate dal Presidente Nicolás Maduro e ne faremo un bilancio.

    L’avanzata del Covid-19.
    Termina la ventunesima settimana da quando è stato diagnosticato il primo caso e il governo bolivariano ha autorizzato la ripresa di alcune attività in alcuni Stati (province), mentre in quelli nei quali prevale l’aumento dei contagi si è mantenuta in vigore la quarantena radicale.
    Al 1° di agosto in Venezuela sono stati diagnosticate 19.443 persone con Covid-19, delle quali 11.129 sono già guarite e nella maggior parte dei casi attivi non presentano sintomi. La cifra dei deceduti, questa settimana è salita a 169. La ventesima settimana è quella nella quale si sono diagnosticati più casi, 3994, mentre luglio è il mese con più positivi rilevati, circa 11.000 e questa giornata (1/8) è quella con il più alto numero di casi diagnosticati: 869.
    La settimana scorsa abbiamo riportato i dati del Venezuela rispetto alla regione sudamericana, in questa occasione lo faremo rispetto al mondo. Secondo il “Rapporto Statistico Covid 19” del Centro Venezuelano di Studi sulla Cina, datato 30 luglio, nel quale si citano rapporti da 211 territori, il nostro Paese presenta i seguenti dati:

    • Occupa il 67° posto e presenta lo 0,1% dei casi diagnosticati.
    • Quanto ai casi attivi, si trova al 54° posto con lo 0,11% del totale.
    • Per decessi causati dal virus si trova all’82° posto con lo 0,02% dei casi.

    Come abbiamo scritto la settimana scorsa, il panorama venezuelano rispetto a quello mondiale è incoraggiante e dà conto del lavoro svolto sia come popolo, sia da nostro governo bolivariano, ma bisogna continuare ad affinare le misure di controllo della pandemia.

    Commemorazione del compleanno di Chávez.
    Il 28 luglio è stata commemorata la nascita del comandante Hugo Chávez e diverse organizzazioni e collettivi hanno organizzato manifestazioni per l’occasione; dal collettivo del quale faccio parte, la Escuela de Formación Política Hugo Chávez, abbiamo pubblicato la seguente nota:
    Non c’è stato un essere più speciale di Hugo Chávez Frías nella storia recente del Venezuela.
    Egli ci ha restituiti a Bolívar, facendoci recuperare la nostra coscienza storica e permettendoci di incontrarci nuovamente come popoli d’America, di Nuestra América.
    Ha dato voce ai poveri, ci ha colmati della forza vitale che germogliava dal su essere, per difendere i popoli del mondo dalle ingiustizie.
    Chi non lo ha sentito, chi non lo ha ascoltato, chi non lo ha guardato, non capisce di cosa parliamo, ma noi che abbiamo abbracciato il suo discorso e viviamo la frenesia dell’uragano bolivariano, oggi lo manteniamo vivo ed è la morale che continua a mobilitarci per non stancarci di lottare.
    Oggi più che mai:
    Io sono Chávez,
    Tu sei Chávez,
    ¡Noi siamo Chávez!.

    Invitiamo le compagne e i compagni dei popoli del mondo a continuare a conoscere il suo pensiero e la sua eredità.

    Il percorso verso le elezioni parlamentari.
    Questa settimana è scaduta la proroga concessa dalle autorità del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) per l’iscrizione o la modifica dei dati nel Registro Elettorale Permanente; i risultati sono attesi per i prossimi giorni, tuttavia è chiaro che questo processo è stato interessato dalle misure per il controllo della pandemia che, in particolare, limitano la mobilità delle persone.
    Il CNE ha pubblicato il Regolamento Speciale Elezione di rappresentanti indigeni, uno strumento chiave; come si ricorderà, uno degli aspetti che ha contribuito alla conflittualità nella legislatura uscente, è stata l’impugnazione contro i deputati indigeni dello Stato di Amazonas, sulla quale si è pronunciato il Tribunale Supremo di Giustizia ordinando nuove elezioni. Il CNE ha comunicato anche che, insieme al Ministero del Potere Popolare per la Salute, sta coordinando lo stabilimento di un Piano Integrale di Biosicurezza del Potere Elettorale che, tra gli altri aspetti, prevede le misure di prevenzione da adottare durante le operazioni elettorali.
    La presidente del CNE, Indira Alfonzo, si è pronunciata rispetto alle candidature, indicando che devono garantire l’uguaglianza tra uomini e donne, di conseguenza le organizzazioni politiche devono mantenere una proporzione del 50% per ciascun sesso tra i loro candidati.
    Il presidente Maduro ha dato istruzioni affinché il Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv) si incontri con le altre forze politiche rivoluzionarie allo scopo di definire candidature unitarie che si svilupperanno nell’ambito del Gran Polo Patriótico; intanto, vari collettivi e organizzazioni politiche che appoggiano la rivoluzione, stanno sviluppando dialoghi per lanciare candidature alternative a questa alleanza in alcuni circuiti elettorali. Dal versante dell’opposizione, sono poche le dichiarazioni sul tema, ma le discussioni e i negoziati proseguono su due percorsi: partecipare o no alle elezioni e, se sì, chi si candida e come si considera l’unità.

    Brevi per concludere:

    • Il 28 luglio il cancelliere della Repubblica ha denunciato lo smantellamento del Consolato del Venezuela di Bogotà e ha attribuito al Governo colombiano di Ivan Duque la responsabilità di non fornire le garanzie di sicurezza stabilite dalla Convenzione di Vienna per salvaguardare i beni e il personale diplomatico sul suo territorio; questo evento si aggiunge a una lista di aggressioni alla dignità diplomatica della nostra nazione in altri Paesi come Brasile, Stati Uniti d’America e Bolivia.
    • Il Banco Central de Venezuela ha ottenuto il diritto di ricorrere in appello davanti al Tribunale Superiore di Londra per il caso della confisca dell’oro venezuelano custodito presso la Banca d’Inghilterra; questo è un ulteriore passo nel lungo processo per evitare la confisca di beni della Repubblica all’estero, in particolare per capovolgere l’illegale decisione che concede al deputato Juan Guaido, che si considera in maniera fraudolenta Presidente, il controllo di una quantità importante d’oro.
    • Questa settimana è stata in Venezuela una delegazione di diplomatici norvegesi, per favorire il dialogo tra i leader della rivoluzione bolivariana e la fazione di opposizione guidata da Juan Guaido; il presidente Maduro si è mostrato ricettivo e ha manifestato la sua totale disponibilità, mentre il deputato dell’opposizione prosegue nel suo atteggiamento recalcitrante rispetto all’accogliere pubblicamente l’invito al dialogo.

    Se desideri commentare questo testo, chiedere l’approfondimento di un tema o per qualsiasi altra questione, puoi scrivere all’autore jesusalbertorondon@gmail.com

    Jesús A. Rondón
    Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

    2/8/2020

    Tags: Banco Central de Venezuela Boicottaggio USA capitalismo Chavez città di Maracaibo Covid-19 Donald Trump Hugo Chávez Frías Indira Alfonzo Jesús A. Rondón Juan Guaido Luis Brito García Multinazionali petrolio Nicolas Maduro Pandemia Rapporto Statistico Covid 19” del Centro Venezuelano di Studi sulla Cina socialismo Unione Europea Venezuela
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