Venezuela: Uno sguardo settimanale

Cari lettori e lettrici, innanzitutto presumo abbiate notato l’assenza di questa nota nelle ultime due settimane e mi sembra opportuno comunicarvene brevemente la ragione: ho contratto il Covid-19; fortunatamente ho avuto sintomi lievi, ho avuto a disposizione un’opportuna assistenza medica e osservato la disciplina durante cura, il che ha comportato una pausa nel lavoro di scrittura, ma non nella lettura delle notizie dal Paese e dal mondo. Detto questo, procedo come abitualmente in questa nota a presentare una rassegna dei fatti più importanti dell’ultima settimana in Venezuela ed elementi chiave delle precedenti.

La settimana scorsa, in primo piano c’è stata la designazione da parte dell’Assemblea Nazionale venezuelana dei rettori del Consiglio Nazionale Elettorale che resteranno in carica per sette anni; alle spalle di questa designazione c’è stato un intenso processo negoziale tra il chavismo e fattori della sua opposizione, ora ulteriormente ampliato. Inoltre, è importante guardare ai risultati ottenuti dalle azioni del governo bolivariano rispetto al controllo della seconda ondata di Covid-19 nel Paese e concluderemo con qualche breve.

La designazione del nuovo Consiglio Elettorale Nazionale, un nuovo frutto di un complesso processo negoziale.

Al di là del processo di aggressione contro il Venezuela promosso dal governo degli Stati Uniti d’America con il concorso dei suoi subordinati nel nostro continente e in Europa, si sta sviluppando un intenso processo negoziale tra il chavismo e attori della sua opposizione in Venezuela; i promotori dell’aggressione dall’estero non ignorano questi processi e li osservano con attenzione, davanti al fallimento a breve e medio termine della loro strategia e al loro acuto impatto sulla popolazione venezuelana. In questa occasione, l’Assemblea Nazionale è stata lo scenario per raccogliere un risultato chiave nel processo democratico venezuelano, cioè la formazione di un nuovo direttivo del Consiglio Nazionale Elettorale, come espressione di un processo iniziato a inizio anno e considerato prioritario. Questa designazione è avvenuta in accordo con quanto stabilito nella Costituzione nazionale e le uniche variazioni hanno riguardato i termini, poiché si prevedeva la conclusione dell’iter agli inizi del mese scorso; è importante ricordare che il direttivo precedente era stato designato dal Tribunale Supremo di Giustizia, dato che la precedente Assemblea Nazionale, controllata dall’opposizione al chavismo, non era riuscita a concretizzare un negoziato fruttuoso, oltre ad essere poi entrata in un periodo di ribellione durato fino al termine della legislatura.
La settimana scorsa, l’Assemblea Nazionale ha designato il nuovo direttivo del Consiglio Nazionale Elettorale, con rapporti di forza favorevoli al chavismo ma con la partecipazione di un settore crescente della sua opposizione che ha attivamente partecipato ai negoziati dall’inizio dell’anno scorso; l’ente elettorale è composto da tre rettori legati al chavismo e due dell’opposizione, uno dei quali alla vicepresidenza. Inoltre, sono state formate la Giunta Nazionale Elettorale e le sue commissioni a loro volta in maniera proporzionale.

Questo risultato non è stato affatto una sorpresa e la reazione dei soggetti politici è stata un po’ differente rispetto al passato; vediamola con qualche dettaglio, senza dire che si tratta di una vittoria dei politici chavisti che evidenzia la loro abilità nel coinvolgere la loro opposizione. Dunque, coloro che hanno partecipato a questo processo si congratulano e si mostrano soddisfatti dei risultati; invece, l’opposizione raggruppata intorno a Juan Guaido e che si concentra fondamentalmente in quattro partiti (il cosiddetto G4), ha pubblicamente respinto questa designazione, tuttavia nel suo seno è in corso un intenso dibattito sulla partecipazione ai prossimi processi elettorali, in particolare alle elezioni per sindaci e governatori previste per il prossimo dicembre. La confederazione degli imprenditori più importante del Paese (Fedecámaras) si è mostrata favorevole alla designazione delle nuove autorità, sottolineando la partecipazione degli oppositori e mostrando un certo ottimismo sui futuri processi elettorali.

Dall’estero, si osserva maggiore cautela nelle dichiarazioni, il che risulta strano, rispetto alla linea discorsiva abituale negli ultimi anni; in questo caso il governo degli Stati Uniti d’America ha rilasciato una dichiarazione timida, alla quale ha frontalmente risposto il presidente Maduro, reclamando il rispetto della sovranità venezuelana. Dall’Europa si salutano i progressi nei negoziati. Questa piccola svolta infastidisce l’opposizione alleata delle politiche aggressive di questi Paesi, dipendenti dalla politica del governo degli Stati Uniti d’America, rispetto al Venezuela.

Alcuni analisti sostengono che questi risultati e i processi alla loro origine non debbano essere visti in maniera isolata, ma all’interno di un quadro di negoziati globali che punta a liberare il Venezuela dalla strategia statunitense di implementare misure coercitive unilaterali, pertanto bisogna considerare anche altri aspetti che ora non affronteremo; a questo proposito, sostengono che l’opera di facilitazione del governo norvegese abbia contribuito al buon esito di questo processo e che, pertanto, non sarebbe azzardato aspettarsi nuovi frutti, ovviamente senza fretta, dato che progredire continua a essere molto complesso.

Progressi nel controllo della seconda ondata di Covid-19.

Il presidente Maduro ha dichiarato, alla fine di questa settimana, che la seconda ondata di Covid-19 è sotto controllo, che in termini numerici ha comportato un aumento dei casi nell’ordine di 1200 al giorno in media e che il numero di decessi registra una media di 20, con un tasso di guarigione costante del 91%. Domenica scorsa, la Commissione per la Prevenzione e il Controllo del Covid-19 ha comunicato che in un periodo di 420 giorni sono stati diagnosticati 207.870 casi positivi, dei quali 190.768 sono guariti, mentre attualmente vi sono 18.811 casi attivi, poco più del doppio della media del primo trimestre dell’anno in corso; i decessi registrati a causa del virus sono 2.291.

Nelle ultime settimane si è osservata una particolare attenzione su questo tema, orientata a un effettivo accesso al Fondo per l’Accesso ai Vaccini contro il Covid-19 (noto come COVAX), promosso dall’Organizzazione Mondiale per la Salute e che, nel nostro emisfero, è in carico all’Organizzazione Panamericana per la Salute. Di fatto, alcune settimane fa, sono stati annunciati l’accordo e la disponibilità dell’opposizione guidata da Juan Guaido per pagare quanto necessario con parte delle risorse della Repubblica all’estero delle essa illegalmente dispone. Tuttavia, negli ultimi giorni, escono rapporti che indicano azioni non volte a onorare l’impegno da parte dell’opposizione; questa situazione compromette la principale fonte della quale dispone il Paese per iniziare un Piano di Vaccinazione aggressivo.

In Venezuela inizia la sperimentazione del vaccino monodose Epivac Corona di produzione russa; queste sperimentazioni si aggiungono a quelle su altri preparati provenienti da Cuba. Inoltre, questa settimana è arrivato un nuovo lotto di vaccini dalla Russia, portando a una disponibilità di quasi 1.500.000 dosi che fanno parte del Piano Nazionale di Vaccinazione contro il Covid. Secondo dichiarazioni del ministro della salute, nei prossimi giorni si dovrebbe completare la vaccinazione del personale sanitario, circa 360.000 persone.

Nel frattempo si prosegue con una quarantena intermittente, detta “7×7”, come formula chiave per il controllo della pandemia; la settimana appena iniziata sarà flessibile, pertanto diverse attività economiche anche non essenziali potranno operare, purché rispettino strette misure di biosicurezza.

Brevi:
• Alla fine del mese scorso è stato beatificato dalla Chiesa cattolica José Gregorio Hernandez che, in vita, è stato un rinomato medico che ha avuto una costante attenzione per le persone in situazione di povertà, per le quali l’accesso alle cure mediche era un lusso; questa fase del percorso verso la canonizzazione è stata molto ben accolta da Venezuelani e Venezuelane che, anche al di là della partecipazione a un culto specifico, hanno una particolare devozione a questo personaggio. Nel nostro Paese è difficile trovare una persona che non conosca la figura di José Gregorio Hernandez.
• L’Assemblea Nazionale prosegue nell’intensa dinamica che ha portato allo sviluppo di un’agenda legislativa molto produttiva, che si esprime non solo nelle deliberazioni delle plenarie, dove sono già stati approvati nella loro prima fase diversi progetti di legge (finora dieci), prodotto dei processi in corso presso le commissioni permanenti e speciali. L’attenzione si centra ora su questioni sociali ed economiche.
• Alla fine del mese di aprile, il presidente Maduro ha ricevuto il Direttore Esecutivo del Programma Nazionale per gli Alimenti dell’ONU, David Beasly, con il quale è stato sottoscritto un memorandum d’intesa che, nella sua prima fase, prevede l’appoggio di questo ente al Programma di Alimentazione Scolastica.
• A proposito delle forti proteste di massa in corso in Colombia, iniziate con il rifiuto della proposta di riforma tributaria e che poi hanno incorporato anche altre rivendicazioni, si diffondono voci dall’interno di tale Paese o da parte del presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, che senza alcuna prova denunciano l’ingerenza di attori del chavismo in quelle mobilitazioni.
• Durante questa breve pausa dovuta a motivi di salute, si sono registrati due decessi rilevanti tra le fila chaviste: quella del deputato Henry Ventura, ex ministro della salute e quella di Aristobulo Isturiz, ministro dell’educazione in carica e uno dei referenti politici nel movimento rivoluzionario; si ricorda particolarmente quest’ultimo, per la sua partecipazione al salvataggio della democrazia durante il golpe del 2002. Pertanto, si sono resi necessari cambiamenti nella squadra ministeriale, affidando il ministero dell’educazione a Eduardo Piñate, che prima era a capo del ministero del lavoro, ora guidato da José Ramón Rivero, proveniente dallo stesso vivaio dei ministri precedenti, vale a dire dalla Central Socialista Bolivariana de Trabajadores.
• La situazione di violenza generata da gruppi irregolari provenienti dal Paese fratello sulla frontiera venezuelana con la Colombia, specificatamente nello Stato di Apure, secondo le autorità venezuelane è stata riportata sotto controllo, tuttavia il contingente militare venezuelano dispiegato è aumentato nel corso delle operazioni.
• Quanto alla mobilità di Venezuelani e Venezuelane nella regione, è rilevante che in questi giorni il governo canadese abbia annunciato di ospitare la Conferenza Internazionale di Donatori per raccogliere fondi destinati ad aiutare la popolazione migrante; questa dinamica è promossa dai Paesi della regione ricettori dei migranti venezuelani, che reclamano fondi internazionali per fornire loro assistenza, tuttavia non tutte le risorse promesse arrivano è i fondi effettivamente ricevuti sono oggetto di meccanismi di controllo estremamente deboli, diventando così occasione per fare affari. Di fatto, questa logica porta a un aumento nel calcolo del numero di migranti venezuelani in ciascun Paese, oltre alla richiesta di maggiori aiuti; indipendentemente da questo quadro, il governo statunitense sta preparando un pacchetto di aiuti attraverso USAID, coordinandosi con soggetti dell’opposizione all’estero.
• Nel frattempo, dalla Colombia, Paese che sostiene di essere il maggior ricettore di migranti venezuelani nella regione, dichiarandone quasi due milioni, si riporta che su 15.000 richiedenti, solo 500 persone sono riuscite a completare l’iter di accesso allo status di Protezione Temporanea per Venezuelani, mantenendo molto lontano il raggiungimento dell’obbiettivo di 800.000 regolarizzazioni pianificato per quest’anno. A mio parere, la realtà non conferma le dichiarazioni del governo colombiano.

Di Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

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11/5/2021

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