Venezuela: Uno sguardo settimanale


La settimana passata è terminata con dei puntini di sospensione, poiché il presidente Maduro anticipava che presto ci sarebbero stati importanti annunci; lunedì scorso è stato reso pubblico il decreto presidenziale con il quale si concede l’indulto a poco più di un centinaio di oppositori della rivoluzione bolivariana, tra i quali non figurano ex militari. Questa notizia ha scosso lo scacchiere politico venezuelano e segnato l’agenda settimanale della discussione politica, nel pieno delle ancora non concluse deliberazioni e alleanze sulla presentazione di candidature per le elezioni parlamentari. È utile presentare anche alcune brevi considerazioni sull’Operazione Gedeón, dati gli ultimi avvenimenti in Colombia, che mirano a non lasciare questioni in sospeso. Non può mancare il nostro abituale report sul Covid-19 nel nostro Paese e concluderemo con alcune brevi sulle elezioni.

Siamo giunti alla decima edizione ed è opportuno un ringraziamento pubblico alle compagne e ai compagni che, con solidarietà, traducono in Italiano, Tedesco e Francese, alle editrici e agli editori di portali alternativi che pubblicano questo sguardo settimanale sul Venezuela in America e in Europa.

Indulti: più domande che risposte

Il presidente Maduro sostiene che il decreto con il quale concede l’indulto agli oppositori sia un gesto per la riconciliazione e per la pace, volto a rendere maggiormente agevole il percorso per elezioni parlamentari libere da qualsiasi ostacolo; questa decisione politica mette ancora una volta alla prova la squallida opposizione, ma ha anche ripercussioni tra le fila del chavismo. Tra i chavisti si nota un appoggio pubblico maggioritario alla mossa del presidente Maduro, definita strategica, ma ci sono anche manifestazioni di disaccordo con questa decisione di “perdonare” ancora una volta; il Comandante Chávez, dopo il colpo di Stato del 2012 fece un gesto simile, accolto da reazioni altrettanto simili in ambito chavista.

Nell’opposizione, una parte è incoraggiata dal fatto che tornano nell’arena nazionale attori politici che hanno una dinamica attiva su diversi piani, mentre un’altra parte vede con diffidenza la partecipazione delle persone liberate, dato che questo comporta una maggiore concorrenza; benché molti insistano nel non riconoscere Maduro, nessuno finora ha rifiutato il provvedimento presidenziale, salvo coloro che si trovano latitanti all’estero.

In subordine, è in corso un dibattito giuridico, poiché si è dichiarato trattarsi di un indulto concesso a persone sotto processo e, pertanto, sarebbe stato più opportuno chiamarlo “archiviazione”, che significa decadimento delle accuse; c’è anche chi discute dei delitti contestati ad alcuni dei beneficiari dell’indulto, delitti qualificati “di lesa umanità”, il che, secondo la Costituzione, escluderebbe gli imputati da qualsiasi beneficio. Come affermato all’inizio, questo indulto non è una misura giudiziaria, pertanto la discussione porta in un vicolo cieco; si tratta di una misura politica, che obbedisce a un calcolo, che ci offre più domande che risposte.

Si può contestare o apprezzare questa misura, la quale ratifica nuovamente chi detta l’agenda politica del Paese: il chavismo. Intanto, l’opposizione è più confusa rispetto alle elezioni, molti dei beneficiari dell’indulto si stanno già occupando della loro candidatura ed esibiranno come stendardo il fatto che loro sì che si sono sacrificati nella lotta, non come altri che non hanno sofferto, soprattutto quelli che si trovano in esilio dorato.

La decisione dell’indulto non è isolata né unilaterale, ma fa parte di una dinamica non pubblica, nella quale i dialoghi non si sono interrotti e alla quale partecipano soggetti nazionali ed esteri, confermando il riconoscimento del chavismo come forza politica vitale, da qui le considerazioni dei suoi avversari, in senso contrario rispetto al discorso pubblico apocalittico dei gringos, pertanto non bisognerà sorprendersi di nuove decisioni.

Guardando al passato, rimane un po’ di amarezza, poiché Chávez, nel 2012, permise che parte dell’opposizione golpista continuasse a partecipare al gioco politico ed essa tornò a giocare la carta della violenza; non esistono garanzie che, questa volta, si attengano alle vie pacifiche perché è ormai chiaro che la rotta dell’opposizione è segnata dai gringos, per i quali la violenza rimane lo strumento favorito.

Operazione Gedeón. Questioni in sospeso? No. Tutto sotto controllo.

La cosiddetta Operazione Gedeón è consistita in un’incursione armata sulle coste venezuelane da parte di un gruppo paramilitare, con la consulenza di un’impresa statunitense, che ha dichiarato di essere stato ingaggiato dal sedicente Governo di Juan Guaido. Lo scorso marzo uno dei promotori, Cliver Alcala, un ex militare di alto rango delle Forze Armate venezuelane, ha dichiarato pubblicamente di essere coinvolto nell’operazione che, sviluppatasi successivamente, è stata opportunamente neutralizzata in Venezuela; subito dopo, la giustizia statunitense ha chiesto la consegna di Alcala, che è stato deportato negli USA, mentre gli arrestati in Venezuela sono stati processati e condannati rapidamente in seguito all’ammissione dei delitti loro imputati.

La novità di questa settimana è che il Governo colombiano ha annunciato la cattura di quattro Venezuelani nel suo territorio; i quattro sono accusati dalla Procura venezuelana di fare parte dell’organizzazione della cosiddetta Operazione Gedeón; il Governo colombiano afferma che questi soggetti organizzavano azioni contro lo Stato della Colombia.

Questa notizia ci indica che i veri artefici di questa operazione, vale a dire gli organismi di intelligence statunitensi, non lasciano questioni in sospeso, quindi tutti i soggetti coinvolti saranno neutralizzati in un modo o nell’altro o protetti, in maniera discrezionale; hanno iniziato con Alcala e, per ora, concluso con questi quattro Venezuelani arrestati, il che significa che tutti sono in possesso di informazioni che possono compromettere significativamente il Governo colombiano e quello statunitense. Nel frattempo, il Governo nordamericano cercherà meccanismi per fare in modo che i suoi cittadini coinvolti in azioni terroriste in Venezuela tornino in libertà.

La formula 7 x 7 per affrontare il Covid-19

Abbiamo concluso la settimana di quarantena radicale, durante la quale erano permesse solo le attività economiche essenziali; ora iniziamo altri sette giorni di flessibilizzazione, il che darà dinamismo all’economia e consentirà a cittadine e cittadini di svolgere alcune pratiche presso gli uffici pubblici.

Fino a sabato 5 agosto, le fonti ufficiali riportavano 52.165 casi diagnosticati, con un tasso di guarigione dell’81%, il che significa che vi sono 9.739 casi attivi, in maggioranza asintomatici. La maggior parte dei casi attivi continua a essere assistita dal Sistema Nazionale di Salute Pubblica; inoltre, si informa che il numero di test per milione di abitanti è stato incrementato e ora è di 60.192, portando a 1.805.766 le persone finora esaminate: come scrivevamo la settimana scorsa una delle percentuali più alte del continente.

Secondo il “Rapporto Statistico Covid 19” del Centro Venezuelano di Studi sulla Cina, al 3 settembre il Venezuela presenta lievi variazioni statistiche rispetto all’America del Sud; continua a occupare l’ottavo posto, con un lieve calo allo 0.81% del tasso di mortalità, mentre anche la media regionale cala lievemente portandosi al 3,18%. Il tasso di guarigione, nel Paese continua a crescere e si attesta ora all’81,35%, al di sopra della media regionale (78,99 %). I casi venezuelani rappresentano lo 0,76% del totale della regione meridionale di Nuestra America e i decessi lo 0,19%.

Brevi sulle elezioni:

  • Si chiude il periodo nel quale le organizzazioni politiche possono iscrivere i loro candidati; il Consiglio Nazionale Elettorale informa che si sono iscritti oltre quattordicimila candidati e candidate. Per ora, molte delle liste, sia chaviste, sia dell’opposizione, non sono pubbliche.
  • Dei candidati chavisti è nota solo la lista nazionale, mentre per l’opposizione la novità è l’intenzione dell’oppositore e dirigente della Destra Henrique Capriles di organizzare la partecipazione alle prossime elezioni; nei prossimi giorni potremo presentare una lettura delle candidature.
  • Il governo degli Stati Uniti d’America, in concordanza con la sua politica di ingerenza, ha dettato misure coercitive unilaterali che colpiscono parte della dirigenza del Consiglio Nazionale Elettorale, argomentando che farebbe parte di una frode in corso; inoltre ha aggiunto alla lista dei “sanzionati” il Procuratore Generale della Repubblica.

Jesús A. Rondón
Traduzione per Lavoro e Salute a cura di Gorri

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