Verso la Manifestazione Nazionale del 26 Novembre: Non Una di Meno anche il giorno dopo!

Lo scorso 8 ottobre l’aula della Facoltà di Psicologia della Sapienza  di Roma era gremita come non si vedeva da tempo, più di 500 donne provenienti da tutta Italia. Vecchie e nuove generazioni di donne e anche di uomini riuniti in un assemblea per contarsi, confrontarsi, preparare e continuare il cammino verso la grande manifestazione nazionale del 26 novembre.  Decine e decine di interventi, di contributi, di pratiche e di pensiero  come nella migliore tradizione Femminista, perché non è semplicemente di donne che il dibattito politico ha bisogno, oggi più che mai c’è bisogno di femminismo.

Una cultura di  fondo quella dell’assemblea che è femminista già a partire dalle analisi che nella giornata si sono sviluppate insieme, in un avvio di percorso  costituente verso un piano femminista contro la violenza maschile sulle donne in tutte le sue manifeste e oscure declinazioni. C’è bisogno della parola delle donne in un’ottica che non può e non deve più essere emergenziale ma che vuole e deve essere struttura per fissare le pratiche che il Movimento Femminista ha messo in piedi, indagato, fissato.

L’incontro è stato aperto dalle tre realtà promotrici la rete IoDecido, D.i.Re- Donne in rete contro la violenza- e Udi –Unione Donne in Italia-. Vittoria Tola, una delle due responsabili nazionali dell’Udi ha subito sottolineato l’importanza di ridare nuovo significato e contenuto  al 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) superando la ritualità che lo contraddistingue e di farlo a partire dai fatti concreti per fermare la violenza: la prevenzione, i diritti sociali ed economici, il lavoro. E’ questo il punto. Dalle analisi fatte in assemblea si è definita “una lettura sfaccettata della violenza: non come fatto privato, che avviene unicamente tra le mura domestiche, ma come fenomeno continuamente generato e riaffermato anche dalle politiche istituzionali – educative, sociali ed economiche – e dalle narrazioni tossiche prodotte dai media. La violenza sulle donne, quindi, non può più essere trattata in termini emergenziali e securitari, laddove si tratta di un problema complesso, stratificato e, quindi, strutturale.

Con forza anche le donne dei centri antiviolenza, nati dal movimento femminista, hanno sottolineato in molti interventi come la violenza maschile sulle donne sia un fatto sistemico, che può essere affrontato solo con un cambiamento culturale radicale che contrasti anche il tentativo di istituzionalizzazione degli stessi centri antiviolenza, trasformandoli in luoghi di accoglienza neutri delle donne, riaffermando piuttosto il loro ruolo politico di agenti di cambiamento”.

Molto interessanti le considerazioni fatte sulla giornata da Rosangela Pesenti –Presidente dell’Associazione Archivi Udi-  che è intervenuta in assemblea e che abbiamo raggiunto telefonicamente: “ Una giornata importante a partire dal fatto stesso che a convocare questo momento di grande partecipazione siano state donne che fanno parte di una rete, ciò è importante perché restituisce il senso delle lotte precedentemente fatte, non si comincia da capo si fanno i conti con una storia di rivendicazioni precedenti e perfino con le sconfitte”, continua  nella riflessione evidenziando un dato importante e cioè  che  ogni donna era lì a partire da sé, una conquista che non significa però un’opera di cancellazione collettiva di una storia e la cancellazione degli anni e delle vicende di questa storia.  E’ infatti questa la forza che sembra attraversare questo cammino, una partecipazione trasversale e di diverse generazioni, secondo Pesenti il segnale della possibilità della trasmissione politica del femminismo ,una compresenza che permette un passaggio di informazioni che non sono in unico senso, ma dalle une alle altre: “la possibilità di rivedere e di rielaborare per  alcune,  la certezza di non essere sole e di non dovere ricominciare da capo per le altre”.

Durante i molteplici interventi sono state richiamate le lotte delle donne argentine, che proprio in coincidenza con l’assemblea romana hanno dato avvio, in oltre 50000, al loro incontro nazionale a Rosario, per rilanciare la campagna “Ni Una Menos” (titolo e slogan della manifestazione del 26 novembre per sottolineare la portata mondiale del fenomeno)  con un’unica grande data di mobilitazione continentale;  e tantissimi sono stati i riferimenti  alle donne polacche e curde, “come esempio della potenza e della portata generale che lotte articolate da un punto di vista di genere e femminista possono assumere a partire dalla loro specificità, sino a rappresentare l’unica opposizione reale alla torsione antidemocratica in atto ormai a livello globale”.  In particolare, l’ intervento della Rappresentante del movimento delle Donne Curde  ha messo in luce come ci sia la volontà di rappresentare all’esterno le combattenti curde solo come delle belle donne armate tralasciando come queste donne abbiano un vero e proprio progetto di società contro il patriarcato.

L’assemblea ha espresso la volontà di costruire un grande corteo nazionale il prossimo 26 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un corteo che attraversi Roma e che valorizzi appieno il protagonismo delle donne e le rivendicazioni di cui sono portatrici  e ha inoltre convocato, sempre a Roma, un secondo momento di discussione nazionale il 27 novembre, che si articolerà in tavoli tematici e workshop per iniziare a lavorare tutte insieme e redigere il piano di proposta. I tavoli proposti sono i seguenti: La narrazione della violenza attraverso i media: come immaginarne un ribaltamento in chiave femminista; Educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità: la formazione come strumento di prevenzione e contrasto alla violenza di genere; Diritto alla salute, libertà di scelta, autodeterminazione in ambito sessuale e riproduttivo ;Piano legislativo e giuridico; Percorsi di fuoriuscita dalla violenza e processi di autonomia; Femminismo migrante; Lavoro e accesso al Welfare; Sessismo nei movimenti.

Perciò Non una di Meno anche il giorno dopo, come afferma ancora Pesenti, quando il lavoro si farà più faticoso e difficile, quando si esaurirà l’energia e la spinta della Manifestazione necessaria “ per portare e tirare fuori le parole più pregnanti e per fare avanzare il livello di elaborazione”.

La campagna di avvicinamento alla mobilitazione nazionale del 26 e 27 sarà scandita da una giornata coordinata di iniziative dislocate nelle varie città, la cui data rimane da fissare; il blog https://nonunadimeno.wordpress.com/ sarà strumento di condivisione dei materiali e di coordinamento e diffusione delle iniziative di promozione, approfondimento e finanziamento del corteo nazionale del 26 e dell’assemblea del 27 novembre.

Valentina Muià

12/10/2016 www.womenews.net

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