VIOLENZA SULLE DONNE UN CRIMINE FRA IPOCRISIA E REALTA’

Come ogni anno ipocrisia e realtà si uniscono nella celebrazione del 25 novembre in cui ricorre la “giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Le massime Istituzioni a cominciare dal capo dello stato come ogni anno rivolgono appelli contro la violenza maschile e per un maggior protagonismo delle donne. L’ipocrisia sta proprio nel fatto che a lanciare questi appelli sono quelli che hanno tutto l’interesse a garantire la continuità del sistema capitalistico basato sull’oppressione e sullo sfruttamento. In questi anni abbiamo assistito centinaia di volte, forse migliaia, come le donne che hanno subito violenza fisica e psicologica, oltre al danno hanno subito la beffa di vedersi deridere, messe alla gogna, isolate socialmente e in molti casi vedere i loro carnefici assolti.

Una legge che ha sempre un occhio di riguardo per la proprietà privata dei mezzi di produzione e che considera anche le donne come tali.

Ma dove nasce questa ricorrenza?

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne cade ogni 25 novembre perché questa data è legata alla storia di tre donne e attiviste politiche, le sorelle Mirabal, che il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Domenicana furono uccise per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.

Patria Mirabal, Minerva Mirabal e Maria Teresa Mirabal, quel giorno mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti militari e condotte in un luogo nascosto vennero stuprate, torturate, massacrate, colpite a bastonate e strangolate per poi essere gettate in un precipizio all’interno della propria automobile per dare l’idea di un incidente.

Per ricordare e omaggiare la morte delle due attiviste nel 1981, al primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svolto a Bogotà, in Colombia, fu deciso di celebrare il 25 novembre come Giornata internazionale della violenza contro le donne.

In questa giornata assieme alle tante donne maltrattate, uccise e ai bambini vittime di violenze vogliamo ricordare anche il massacro dell’8 marzo del 1908, a New York, dove 129 operale della “Cotton”, morivano bruciate vive dentro la fabbrica in lotta.

Donne, operaie che lottavano per il salario e per migliori condizioni di lavoro, uccise dal padrone che attuava la serrata, sbarrando tutte le uscite, cosicché nessuna poté salvarsi dall’incendio scoppiato nella fabbrica.

Il Padrone chiariva così, senza equivoci, il ruolo assegnato alle operaie nella produzione e nella società e l’accoglienza riservata alla lotta di emancipazione femminile.

Oggi il capitale si presenta in una nuova veste: ha affinato i propri strumenti democratici e ha sostituito il paternalismo del “protettore’’.

Durante il lockdown le donne hanno visto il moltiplicarsi dei carichi di lavoro domestici, i carichi di famiglia seguendo i figli a casa con le scuole chiuse, quelle che hanno pagato maggiormente i licenziamenti, riduzioni di salario e la violenza domestica.

I maschi violenti e assassini vanno condannati senza attenuanti, ma non vengano a farci la predica i padroni, i loro leccapiedi e i rappresentanti delle classi colte, maestri dell’oppressione raffinata sulle donne!

Per i padroni lo sfruttamento delle donne significa direttamente profitti, per il governo abbassamento della spesa per lo stato sociale, la loro subordinazione all’uomo serve alla riproduzione delle classi, la loro dequalificazione e disoccupazione significano bassi salari, la divisione della classe significa perpetuazione del proprio potere: mentre parlano di emancipazione e di uguaglianza, producono la prostituzione e la segregazione della donna nel lavoro domestico.

Solo lottando per una società di libere/i’ e uguali è possibile rompere le catene dell’oppressione maschile che la società borghese impone.

In una società socialista dove lo sfruttamento capitalista è considerato un crimine, si potrà anche abolire la duplice oppressione delle donne, la violenza e le discriminazioni esistenti.

LA VIOLENZA SULLE DONNE E’ UN CRIMINE CONTRO L’UMANITA’.

IL 25 NOVEMBRE E’ UNA LOTTA CHE CONTINUA OGNI GIORNO.

25/11/2020 https://www.comitatodifesasalutessg.com

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *