“Voto Salvini ma mi tengo stretto Landini”, gli operai del Nord tra Lega e Cgil

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Un viaggio nei cantieri edili del Nord, in una delle giornate più calde dell’anno, per indagare lo sdoppiamento di personalità degli operai della bassa bresciana, elettori leghisti ma iscritti Cgil. Gad Lerner, inviato da Repubblica, ha girato i “fortini” del voto salviniano, paesi come Coccaglio, Rovato, Adro – dove la Lega la fa da padrone – e ne è venuto fuori un reportage crudo, spiazzante.

Gad Lerner si è fatto accompagnare da Ibrahima Niane, sindacalista senegalese, che da quelle parti guida gli edili Cgil: “I miei iscritti votano per il governo, ma poi scioperano contro i suoi provvedimenti”, dice Niane.

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Niane (ph. Repubblica)

Al cantiere di ampliamento della casa di riposo di Rovato, Gad Lerner incontra Valter Aglioni, un muratore che vive a Calcio, nella bergamasca. “Come fate a tenere il piede i due staffe? A votare Lega ed essere iscritti Cgil?”, gli chiede. “Semplice – risponde l’operaio – è come avere due mogli. Non siamo musulmani ma almeno questa libertà ce la prendiamo. Quanto al sindacato è sempre meglio che ci sia. Loro sanno guardare le leggi, serve a non farci fregare troppo”.

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Ph. Repubblica

Alla frazione Sant’Andrea di Rovato stanno edificando un nuovo capannone. Qui, ancora più di Salvini, va forte Giorgia Meloni. Eppure, anche qui, la Cgil ha molti tesserati. tra questi c’è Emanuele Tolotti, 43 anni, fa il muratore da quando ne aveva 14: “Il sindacato serve, serve”, dice a Gad Lerner. “Me ne sono accorto quattro anni fa, quando hanno chiuso la ditta. Gli avvocati costano un occhio della testa, per fortuna c’è la Cgil. E poi mi fanno la dichiarazione dei redditi”. Ma allora con la Meloni come la mette? Non le importa che sia erede della destra fascista? “Che problema c’è, da quello che ho visto alla tele, la Meloni mi sembra forte, colta, seria. Prima li ho votati un po’ tutti, Silvio, Bersani, ma ha visto che disastro? E allora meglio una dona forte che difende i deboli”.

Nello stesso cantiere, Gad Lerner incontra un ragazzo di appena vent’anni, appena diplomato alla scuola edile: “Ho scelto la Meloni ma potevo scegliere anche Salvini. Non tanto per gli immigrati, è che lo vedo come una figura più adatta ai giovani. Uno che può salvare la politica italiana, anci il popolo italiano”. Ma allora perché hai la tessera della Cgil? “Mi sento più sicuro”.

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Ph. Repubblica

Nello stesso cantiere, Gad Lerner incontra Amedeo Aceti, 66 anni, il più vecchio della compagnia: “Anche a lei piacciono i nuovi portavoce del popolo italiano?” Aceti scuote la testa: “Perché quelli di prima cosa hanno fatto. A me non interessa più niente, solo che mettano un po’ di ordine. Lavoro da quando avevo 13 anni, ho 35 anni di contributi, me  ne mancano troppi e ora conto i mesi che mi mancano da una pensione di 900 euro”.

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Ph. Repubblica

L’ultima parola, Gad Lerner la dà a Gad Lerner, il sindacalista della Fillea Cgil: “Sono davvero tanti quelli che votano Lega e Cinquestelle, ma poi scioperano lo stesso contro le politiche del governo. E magari te li ritrovi in prima linea nelle vertenze contrattuali. Con loro mi confronto volentieri”. Ma se qualcuno ti chiede di fare il sindacato del “Prima gli italiani”? “Ci vuole pazienza e comprensione. Solo in un caso, dopo le elezioni politiche del 2018 è capitato che abbiamo dovuto espellere un delegato. Interveniva pubblicamente contro la nostra linea che prevede la tutela di tutti i lavoratori, senza distinzioni etniche o nazionali. Questo non si può tollerare. Ma invece considero una fortuna che tanti seguaci di Salvini continuino a tenersi caro il loro, il nostro sindacato”.

 

 

 

4/8/2019 https://fortebraccionews.wordpress.com

Qui il reportage completo

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