Per far quadrare i conti con la UE, si ricorre al ricalcolo contributivo dell’assegno e del tetto di due anni ai contributi figurativi. Sono entrambe ipotesi inaccettabili. Con la prima si arriverebbe ad una pesante decurtazione delle pensioni, con la seconda si penalizzerebbero ulteriormente le lavoratrici e i lavoratori che sono stati colpiti dalla crisi e che per questo motivo hanno dovuto far ricorso agli ammortizzatori sociali! Eppure il governo avrebbe tutta la possibilità per trovare altrove le risorse: dal bloccare una flat tax che consentirà, non ai piccoli lavoratori autonomi, ma a chi ha 50mila euro di reddito annui di pagare solo il 15% di imposta o a chi ne ha 75mila di pagare solo il 20% (con una diminuzione a regime di 2,5 miliardi di entrare), al blocco della nuova riduzione delle tasse sui profitti (altri 2,3 miliardi di costi a regime), ad un imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze, al taglio delle spese militari…
Quota 100 è una vera e propria beffa che lascia intatta la Fornero
Se l’argomento previdenziale assume un ruolo dirimente nel dibattito Governativo, la causa non è certo per la esigenza del ricambio generazionale in settori pubblici e privati ma per ragioni di spesa, se qualche ritocco alla Legge Fornero risulterà compatibile, e con quali costi, con i bilanci di un paese a bassissima crescita e il Pil praticamente fermo. Dall’ultima rilevazione trimestrale […]