“Avere a che fare con le macchine comporta sempre un certo rischio, perché la carne è carne, e le macchine, a volte, sembra che partano da sole … Le macchine in generale, ma le presse specialmente. Difficile che passi un anno senza che, sul “Giornale di Vicenza”, non ci sia almeno un articolo in cronaca che descrive come un operaio, più o meno esperto, addetto a una pressa, più o meno grande, sia rimasto inspiegabilmente schiacciato appunto sotto la pressa che stava pulendo, non senza prima averla opportunamente messa in sicurezza, ovvero disattivata, senza contare che, per attivarla, sempre così l’articolo, bisognava sempre premere non uno, ma due pulsanti contemporaneamente; eppure eccetera; e visto che non credo che le presse vicentine siano più maledette delle altre, presumo sia così più o meno ovunque, in Italia e anche fuori d’Italia. Personalmente, forse anche per la mia esperienza, delle macchine in generale, e delle presse in particolare, non mi sono mai fidato. Mi ci sono infilato sotto solo una volta, e una volta mi è bastata. Bruttissima esperienza. Stesi su una piastra d’acciaio, con sopra un’altra piastra d’acciaio, cioè dentro una macchina che è fatta apposta per schiacciarti non appena si presenti l’occasione, ci si sente esattamente così: una buona occasione.” E’ questa la testimonianza di un lavoratore divenuto scrittore, il vicentino Vitaliano
MIRACOLI DEL CAPITALISMO: OPERAI SCHIACCIATI E TERRITORI DEVASTATI, UNA CRONACA DAL VENETO
Trevisan, nel suo romanzo autobiografico Works, ad illustrare alcuni casi di quella calamità che sotto il nome di “incidente sul lavoro” sta mietendo vittime oltre ogni precedente nei posti di lavoro del Veneto. La provincia vicentina è capolista nella speciale classifica dei morti e degli infortuni sul lavoro nel Veneto e, pertanto, tra le prime in tutto il paese. Un […]