ABOLIAMO IL NUMERO CHIUSO, INVERTIAMO LA ROTTA!

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid19 e la crisi che ne è derivata sono tutt’altro che concluse e continuano a mettere in evidenza tutti i limiti e le storture del modello di sviluppo dominante nell’occidente capitalista.

L’inadeguatezza di un modello che si basa su individualismo e competizione, votato a garantire i profitti privati piuttosto che l’interesse della collettività, è stata più che mai evidente. Una logica che ha permesso che la ricerca di un vaccino, indispensabile per arrestare l’epidemia e salvare milioni di vite, si sia subito trasformata in una guerra per i brevetti, per assicurarsi i profitti maggiori. La stessa logica criminale che ha permesso che nel nostro Paese tantissime fabbriche restassero aperte durante il picco epidemico, mettendo in pericolo la salute di tutta la popolazione e uccidendo migliaia di persone per il profitto di pochi.

Anche l’impostazione economica della società è stata messa temporaneamente in dubbio. È diventato drammaticamente palese che decenni di tagli in nome dell’austerità e del pareggio di bilancio, i valori fondanti dell’UE, hanno reso i servizi pubblici incapaci di affrontare un periodo di emergenza: è stato evidente tanto nella scuola e nell’università, quanto, soprattutto, nella sanità.

Quelli che fino a pochi mesi fa sembravano dei dogmi inviolabili – l’austerità, le privatizzazioni, le regionalizzazioni – sono stati messi in parte in discussione. Nel settore della formazione come in quello della sanità sono stati investiti nuovi fondi e fatte nuove assunzioni. Misure in controtendenza che tuttavia si sono dimostrate fortemente inadeguate e finalizzate soltanto a tamponare una situazione d’emergenza. Le assunzioni nella sanità tanto propagandate dal governo sarebbero quanto mai necessarie vista la strutturale carenza di medici e infermieri negli ospedali dovuta in gran parte al numero chiuso e all’imbuto all’accesso alle scuole di specializzazione. Queste assunzioni, tuttavia, si sono rivelate solo a tempo determinato, lavoratori usa e getta utili solo in un momento di emergenza, mentre nella “normalità” si potrà tornare a sfruttare specializzandi e precari.

Misure spot che evidenziano la mancanza di volontà da parte della classe politica di portare quel cambiamento necessario, nonostante il fallimento attuale sia sotto gli occhi di tutti. È paradigmatica la conferma del numero chiuso all’università che, in un contesto di questo tipo, non è solo una limitazione al diritto allo studio, ma un meccanismo che causa un vero danno alla collettività. Uno strumento che perpetra le logiche di competizione e individualismo nella società e che allo stesso tempo legittima i tagli e la distruzione della sanità e dell’università pubbliche. Decine di migliaia di morti sono colpa di una sanità massacrata dai tagli e con una carenza strutturale di personale medico e sanitario, dell’inviolabilità del profitto a cui è stata sacrificata la salute della popolazione.

In occasione dei test d’ingresso a medicina siamo scesi in piazza in tutta Italia per riaffermare, oggi più che mai, la necessità di abolire il numero chiuso all’università e di accedere liberamente alle specializzazioni mediche. Ma questo non basta ovviamente, la pandemia ci ha insegnato che è il momento di voltare pagina, che serve un cambiamento radicale di questo modello che metta al primo posto i bisogni collettivi: istruzione, sanità, ambiente.

Pretendiamo questo cambiamento e sappiamo che nessuno ce lo regalerà, ma dovremo lottare per ottenerlo. Scuola, università e ricerca devono avere un ruolo centrale nello sviluppo della società, va dato un nuovo valore sociale all’istruzione e aperta una stagione di finanziamenti pubblici e assunzioni massicce per garantire il diritto allo studio, il diritto al lavoro e la sicurezza.

Scenderemo di nuovo in piazza per ribadire con forza queste necessità durante lo sciopero del 24 e 25 settembre insieme agli studenti medi e ai lavoratori della scuola, perché siamo convinti che un mondo della formazione migliore possa essere il punto di partenza concreto per un modello diverso.

Video sul sito http://noirestiamo.org

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