Far esplodere i miti, cambiare idea, immaginare l’inimmaginabile

I personaggi di Roger Sterling (interpretato da John Slattery) e Don Draper (Jon Hamm) in una scena di Mad Men. (Amc)

Quando la tv via cavo statunitense Amc mandò in onda la prima puntata di Mad men, la serie ispirata alle agenzie pubblicitarie newyorchesi degli anni sessanta, era l’estate del 2007 e nei locali e negli uffici americani non si fumava già da cinque anni. L’episodio si chiamava Fumo negli occhi e parlava di una campagna promozionale per la Lucky Strike. Nel corso della puntata, ovviamente, tutti i personaggi fumavano moltissimo.

A vederla era inevitabile provare un senso di nausea: in quegli anni, il salutismo era diventato pervasivo e associato a nuove connotazioni morali, come se nell’essere sani ci fosse una specie di integrità etica. Non un’idea originale, ma mai tanto pubblicizzata come a partire dagli anni duemila, con la continua ricerca di integratori superenergetici dai poteri quasi esoterici, e con l’affermazione di una generazione di ventenni che invece di industriarsi a trovare nuove forme per stare sempre peggio – vedi gli slacker degli anni novanta –, si industriava a trovare nuove forme per stare sempre meglio, sostituendo le tossicodipendenze nichiliste con quelle new age.

Claudia Durastanti

Scrittrice

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32/12/2020

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