Finiremo assistiti dai robot?

Nel contesto medico, oltre ai robot utilizzati in ambito diagnostico, chirurgico, terapeutico e riabilitativo, un settore emergente è quello dei cosiddetti robot assistenziali, macchine in grado di svolgere mansioni relative all’assistenza, in ambito fisico o emozionale. Progettati per fornire aiuto e interazione sociale alle persone nella vita di tutti i giorni, nonché supporto cognitivo,formazione e sostegno agli operatori, gli automi possono aiutare a fare la spesa, accogliere nelle sale di attesa o fare i commessi, aiutare a fare i compiti, sbrigare le faccende domestiche, diventare “amici” degli anziani[1].

L’impatto nei confronti degli anziani

Diversi studi avrebbero evidenziato un effetto positivo dei robot sociali sulla salute mentale e fisica degli anziani. In particolare migliorerebbero la capacità di gestire lo stress e agirebbero positivamente anche sul tono dell’umore[2].Gli studi effettuati in questo ambito sono peraltro di bassa qualità, osservazionali, su piccoli numeri, senza gruppo di controllo. Sono in genere descritti cambiamenti positivi a breve termine, soprattutto peraltro con la pet therapy con animali “veri”, senza la possibilità di evidenziare quale componente dell’intervento ne è la causa, ad esempio l’aumento delle relazioni sociali o l’apporto della novità. Sicuramente è presente un importante effetto placebo. Gli studi di efficacia sono peraltro difficili da realizzare, basti pensare all’utilizzo doppio cieco. Le case farmaceutiche inoltre non sono di certo interessate. Probabilmente sono necessari approcci innovativi, ad esempio studi qualitativi con metodologia rigorosa associati a studi quantitativi che possano sintetizzare i risultati di molteplici lavori[3].

Giampaolo Collecchia

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20/1/2020

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