Johnson & Johnson (bontà sua) non produrrà più prodotti contenenti talco per la cura personale

E’ di pochi giorni fa la notizia che, “volontariamente” dall’anno prossimo la multinazionale statunitense Johnson & Johnson, produttrice di farmaci, apparecchiature mediche e prodotti per la cura personale, smetterà di vendere la sua nota polvere per l’igiene dei bambini contenente talco in tutto il mondo. Nel 2020 lo aveva già fatto negli Stati Uniti e in Canada, sostituendo il talco con amido di mais in tutti i suoi prodotti che lo contenevano: la decisione era dovuta alle numerose accuse ricevute dall’azienda secondo cui nel talco utilizzato come ingrediente era presente amianto, una sostanza notoriamente cancerogena.

Nel corso del 2020 anche Medicina Democratica assieme ad AIEA aveva tentato di sollecitare il Ministero della Salute italiano a intervenire, ma invano, senza ottenere risposte.

FIBRE D’AMIANTO NEL TALCO JOHNSON? (associazioneitalianaespostiamianto.org)

FIBRE DI AMIANTO NEL TALCO PER L’INFANZIA ? CHIEDIAMO UNA VERIFICA AL MINISTERO DELLA SALUTE – Medicina DemocraticaMedicina Democratica

Il nostro approccio, è nel nostro “DNA”, è stato anche di carattere scientifico per contribuire a chiarire in ogni aspetto il tema della presenza di amianto nel talco.

Asbestos in Talc – Comments on 2020 USP Stimuli Paper 31 marzo 2021

Nel marzo del 2021, in accordo anche con nostri referenti internazionali, abbiamo ritentato con una formale richiesta di accesso agli atti per ottenere la prescritta “valutazione di sicurezza” che anche i produttori di cosmetici devono mettere a disposizione delle autorità in base ai regolamenti europei

richiesta rapporto valutazione sicurezza talco

La risposta ottenuta è stata pilatesca e che conferma una tendenza alla inerzia nei confronti delle case farmaceutiche e produttori in genere di dispositivi sanitari  come pure di ancor più “banali” cosmetici come il borotalco e simili prodotti per la pelle.

riscontro accesso Medicina Democratica

Ci saremmo aspettati la usuale “barriera” dovuta al segreto industriale sul prodotto, invece il Ministero della Salute, autorità di sorveglianza del mercato, ammette candidamente di non avere possesso della documentazione sulla sicurezza, non solo, che “la stessa ancorché a disposizione su richiesta dell’Autorità competente, è detenuta dalla persona responsabile dell’immissione in commercio” .

Il Ministero della salute con quest’ultima frase dichiara, implicitamente ma chiaramente,  nonostante il diretto interessamento da parte di una realtà sociale (come di qualunque consumatore), che non ha alcuna intenzione di richiedere la suddetta valutazione come se quanto è avvenuto negli USA non interessi in nessun modo gli europei e gli italiani.

Dobbiamo pertanto “ringraziare” la “buona volontà” della multinazionale costretta dal banale calcolo degli indennizzi che si prospettavano nel continuare la produzione del talco da fonti contaminate da amianto e, nel contempo, registrare l’ennesima occasione persa del Ministero della Salute di attivarsi con un approccio preventivo nonostante sia chiaramente contenuto nella legge di riforma sanitaria del 1978.

A cura di Marco Caldiroli e Enzo Ferrara

14/8/2022 https://www.medicinademocratica.org

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