Pubblica amministrazione, lo sciopero difficile

Siamo alla vigilia di uno sciopero, indetto da Cgil Cisl Uil, nella Pubblica amministrazione, sciopero che si annuncia alquanto difficile per la presenza di tanti lavoratori e lavoratrici in smartworking e per la campagna denigratoria intrapresa da testate giornalistiche e canali tv . Uno sciopero che sembra legato a pochi euro, tanto ammonta la differenza tra le proposte del Governo e le richieste sindacali lasciando in secondo piano argomenti dirimenti come istituti contrattuali, assunzioni, profili professionali. Solo negli ultimi giorni la Cgil ha promosso la campagna a favore del Rinnovo della Pubblica amministrazione, forse troppo tardi rispetto alla necessità di lanciare un messaggio chiaro alla forza lavoro e alla opinione pubblica a tutela della dignità lavorativa, salariale e contrattuale, per rivendicare assunzioni reali andando a confliggere con le sostenibilità finanziarie degli enti locali e i patti di stabilità che ad oggi i confederali non hanno mai voluto contrastare.

Esistono fin troppe sperequazioni salariali nella Pa a partire dai contratti nazionali che prevedono indennità e istituti per alcuni ruoli e funzioni legate solo a parte del personale, diseguaglianze poi acuite da altri istituti contrattuali che hanno nel tempo diviso la forza lavoro. L’assenza di una campagna vertenziale per le assunzioni nella Pa sarebbe stata necessaria già mesi fa, ora sembra confondersi con le richieste contrattuali…

Per settimane i lavoratori e le lavoratrici della PA sono stati esposti al pubblico ludibrio a causa di presunti privilegi derivanti dallo smart working, dalla lettura dei dati ufficiali del Dipartimento governativo della Funzione pubblica (clicca qui per leggere) sorgono spontanee alcune riflessioni.

  • Nei piccoli Enti minore è il ricorso allo smart working, a Settembre in tutta la Pa operava in modalità agile meno della metà della forza lavoro, la percentuale piu’ bassa è quella registrata negli Enti locali ovviamente con la esclusione del comparto sanità che sta pagando in termini di vite umano il sacrificio maggiore. La percentuale piu’ alta dello smart l’abbiamo registrata a Maggio con il 64% della forza lavoro.
  • Tra Luglio e Settembre, un numero sempre maggiore di dipendenti pubblici è tornato a lavorare in presenza, sono piu’ numerose le donne che operano in smart, situazione che la dice lunga sul fatto che lavorare da casa significa anche accollarsi la cura di minori e anziani
  • Metà del personale in modalità agile utilizza strumenti informatici e rete propri, la fornitura è stata spesso tardiva, mesi o settimane dopo l’avvio della modalità agile. Le amministrazioni pubbliche del Sud sono in ritardo nella adozione dello smart e nella fornitura di strumenti informatici pubblici per il lavoro a casa. Ma attenzione: gran parte dei lavoratori si collega alla rete dell’Ente ma utilizzando strumenti e apparecchi propri. E le percentuali piu’ alte nell’utilizzo di strumenti propri si trova nel Sud e al Centro Italia a fotografare le difficoltà delle amministrazioni. Un terzo degli studenti sono impossibilitati a seguire le lezioni a distanza, questi dati dimostrano che la fantomatica digitalizzazione resta un obiettivo ancora lontano da essere perseguito

La percezione della maggioranza dei lavoratori è quella di un aumento della produttività individuale nonostante ritengano che nel loro complesso i servizi erogati al cittadino risultino meno accessibili e siano in sostanza peggiorati. La ragione di tutto cio’? I ritardi della digitalizzazione e dei processi riorganizzativi dei servizi, l’insufficiente collegamento alle banche dati,gli errori storici e recenti commessi dai Governi…
Il lavoro agile fa risparmiare gli Enti che non pagano ticket restaurant e alcuni istituti contrattuali. Piu’ grande è l’Ente maggiore risulta la riduzione delle spese facendo operare migliaia di lavoratori in smart, solo questo dato dovrebbe indurre a riflettere a chi convenga questa modalità di impiego.
Si risparmia sulla carta, sulle utenze, sui buoni pasto, sui servizi di pulizia e vigilanza, i risparmi, aggiunti ai tagli al salario della forza lavoro in smart, la modalità agile è strumento di riduzione dei costi e della spesa di personale a prescindere dalla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza. Di questo e non di altro dovremmo iniziare a discutere.

Federico Giusti

6/12/2020 http://www.controlacrisi.org

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *