Riflessione su piazze ribelli e facili censori

È facile, per chi ha le spalle economicamente coperte, criminalizzare chi scende in piazza in questi giorni gridando che per vivere ha bisogno di un salario. È facile, ma anche piuttosto scorretto, definire quelle proteste come volgare priorità del denaro sulla salute.

Io ho le spalle coperte e mi sarebbe facile accodarmi al coro, ma appartengo alla categoria, sempre meno numerosa, di chi prova a capire le ragioni degli altri e prova a non perdere onestà di pensiero.

Quindi non mi è difficile comprendere la rabbia e l’esasperazione di chi vede avvicinarsi la miseria per le decisioni ondivaghe e inefficaci di governatori tanto incompetenti quanto arroganti, che in nome della lotta alla Covid19 stanno devastando l’Italia.

Gli avventurieri e i politicanti che strumentalmente cavalcano le proteste sono ovviamente presenti in queste proteste, è un boccone ghiotto per felpari e simili e lo si capisce al volo. Lo è anche per infiltrati e facinorosi, ma questo non può oscurare i motivi della protesta che si sta diffondendo in tutta Italia dopo l’ultimo dpcm.

Chi si basa su presenze guastatrici e su strumentalizzazioni politiche per criminalizzare i manifestanti o è in malafede o è così coperto dalla sua sicurezza economica da non riuscire a capire che il terrore della miseria e i suicidi per disperazione mettono in secondo piano il rischio di ammalarsi di Covid.

Certo, il mio sogno sarebbe quello di vedere piazze in cui la razionalità e la consapevolezza prevalgano sull’emotività facilmente cavalcabile dal Masaniello di turno, ma è facile dirlo con le spalle coperte. Coperte sì, ma molto meno di quelle dei cento cosiddetti scienziati, cioè matematici e fisici che sulle orme del grande Giorgio Parisi – sempre degno di massima stima come scienziato – chiedono al governo di chiudere tutto.

La mia domanda è: farebbero la stessa richiesta se questo portasse all’eliminazione immediata dei loro redditi? È banale chiederlo? Forse, però mi sembra corretto pensarci. Perché non basta dichiararsi scienziati, e in qualche caso esserlo, per non fare gravi errori dettati dal proprio “egoismo sociale”.

Allora, prendendo solo qualche caso esemplare per rivolgermi ai grandi censori del dissenso e ai criminalizzatori degli esasperati scesi in piazza in questi giorni, mi chiedo e chiedo loro se sanno cosa sarebbe, per esempio, di un Di Maio che senza l’intervento della dea bendata non sarebbe alla Farnesina e in questo periodo non avrebbe a chi vendere bibite allo stadio?

E di Zingaretti, che se non fosse sullo scranno da cui detta proibizioni, vedrebbe drasticamente ridurre il suo reddito di lavoro da tecnico dentista?

O di Casalino, che provenendo dal Grande Fratello, sempre per merito della solita dea bendata, fa addirittura il portavoce governativo nonostante la sua credibilità sia stata messa in dubbio dal falso master dichiarato e smentito dall’Università in cui diceva di averlo ottenuto… Beh, in fondo anche il Presidente del Consiglio ha nella sua storia qualche invenzione curriculare poi smentita, al pari di altre figure pubbliche cui questo “peccatuccio” è stato perdonato. Quindi per “così poco” è vietato scandalizzarsi. Certo è, comunque, che questi emanatori di rigide norme non corrono il rischio di cadere in miseria.

Se non temessi di annoiare chi sta avendo la pazienza di leggermi potrei fare almeno altri 300 casi, ma mi fermo con i nomi e vado alla categoria dei criminalizzatori pensionati e chiedo: sapete quanto guadagna un pensionato ex parlamentare italiano o europeo? E un pensionato ex usciere della Banca d’Italia o del Senato della Repubblica? Ho detto “usciere” in senso proprio, cioè l’individuo la cui mansione consisteva nell’aprire e chiudere l’uscio ai potenti. Lo sapete? Informatevi e capirete perché anche queste categorie di personaggi, purtroppo molto spesso autodefinentisi di sinistra sostengono – non vedendo a rischio il proprio reddito – le decisioni devastanti di questo governucolo.

Decisioni, preciso e ricordo, generalmente volte ad ottenere consenso grazie all’atavica paura della morte, brillando in incompetenze tecniche che neanche le decine di “esperti” ben pagati – nominati come task force per sconfiggere il virus del terrore – sono riusciti a correggere.

Allora, provando a utilizzare una definizione marxista con un pizzico di necessaria elasticità dico che “è l’essere sociale che fa l’essere” e quindi, a chi ha le spalle economicamente coperte mi sembra giusto ricordare che non è consentito sputare sentenze per proprio interesse spacciandole per indicazioni utili all’intera società. Che siano scienziati o chiacchieroni vari, la cosa non cambia.

Lo sapete, scienziati o ricchi pensionati o giornalisti titolari di reddito certo, lo sapete che l’intera società italiana con cui vi riempite la bocca ha avuto lo 0,063% di decessi per o con covid, ma rischia di avere oltre il 40% di cittadini destinati alla disoccupazione e alla miseria se il governo dei baciati dalla Fortuna non cambia rotta tenendo conto che lavoro e salute stanno nella stessa barca? Lo sapete o è troppo difficile per voi capirlo?

Non voglio calcare la mano contro un governo che disprezzo profondamente, forse appena meno del precedente, ma dico che forse in questo momento la vera urgenza è quella di mettere il semplice buon senso al timone della barca.

Solo così credo che si possa tentare di ridurre i danni, ricorrendo a misure equilibrate e senza le false promesse che rischiano solo di farla rovesciare, la barca, con i risultati drammatici per la salute e la società che è facile prevedere.

Patrizia Cecconi

27/10/2020 https://www.pressenza.com

(Foto di Wikimedia Commons)

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