Salute senza Frontiere

Un’esperienza quotidiana di impegno reale, in una Regione, la Lombardia, in cui la gestione della salute esclude dalle cure primarie gli stranieri non in regola (ma anche gli italiani che vivono ai margini), interpretando la legge nazionale in modo restrittivo.

La salute

L’idea generale di Salute senza Frontiere è basata sulla convinzione secondo cui erogare servizi di integrazione non sia buonismo[1] ma una scelta pragmatica orientata a tutelare la società nel suo complesso, consapevoli che popolare le città di individui marginali non giova a nessuno. Abbiamo iniziato, un gruppo di medici e operatori sociali volontari, 5 anni fa[2] durante un periodo in cui l’atmosfera generale nel paese era segnata da un atteggiamento particolarmente ostile nei confronti degli stranieri anche perché foraggiato da un Ministro degli Interni che sul discorso contro i migranti aveva creato il suo successo politico ed elettorale. In una regione, la Lombardia, in cui la gestione della salute esclude dalle cure primarie gli stranieri non in regola (ma anche gli italiani che vivono ai margini), interpretando la legge nazionale in modo restrittivo. Controcorrente, ed esposti a sporadiche aggressioni verbali, abbiamo aperto una piccola sede nel centro di Cologno Monzese, diventata presto un punto di incontro per stranieri con o senza permesso di soggiorno e italiani poveri, persone svantaggiate.

La prima iniziativa è stata un servizio sanitario di medicina di base pensato con medici e mediatori culturali (termine che ci apparso subito ridondante rispetto al know how dei nostri volontari che abbiamo presto chiamato più realisticamente “facilitatori”). Immediatamente la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (“Uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”) e la comprovata importanza dei determinanti sociali della salute (che includono il livello di istruzione, del reddito, dell’occupazione, dell’ambiente di lavoro e di vita, e della qualità dei servizi) si è materializzata in una domanda da parte di coloro che si rivolgevano a noi. Si trattava di una domanda che era solo in parte una richiesta specifica di attenzione medica ma anche, e soprattutto, una istanza (una invocazione?) estesa a un ambito sociale più ampio.

Ambrogio Manenti

CONTINUA SU https://www.saluteinternazionale.info/2023/04/salute-senza-frontiere/

13/4/2023

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