Se è possibile una sintesi di questa manifestazione di antagonismo politico e culturale è proprio questa: dopo Monti e Letta, Renzi rappresenta una deriva del berlusconismo ancora piu’ pericolosa, con la complicità di chi lo vota e di chi, come la Cgil di Camusso, assiste in silenzio al massacro finale della civiltà del lavoro, dei diritti sociali e dei beni comuni.

“Oggi in piazza c’e’ una grande alleanza sociale, sindacale e politica, un intreccio inedito tra componenti diverse: strutture sindacali classiche, movimenti, associazioni, centri sociali che spesso non hanno dialogato e che oggi si ritrovano unite dagli stessi temi”. E’ difficile stavolta non essere d’accordo con la sintesi che Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, fa del corteo per i beni comuni e contro le privatizzazioni, l’austerity, e la precarietà che nel pomeriggio ha attraversato Roma da piazza della Repubblica a piazza Navona. Un corteo composito ma unito da una chiave politica ben salda e chiara. Tra le tante bandiere sono ricomparse, visibili e numerose, anche quelle dela Fiom. Tante bandiere rosse, in mezzo a uno spezzone sindacale davvero da mozzafiato.

Stavolta Usb e Cobas ce l’hanno messa davvero tutta per mobilitare i propri militanti. E l’effetto si vede. Il serpentone che calpesta la discesa di via Cavour per tutta la sua lunghezza contiene decine di migliaia di persone. Cinquantamila diranno gli organizzatori una volta arrivati in via dei Fori imperiali, a conferma dell’anticipazione data in conferenza stampa.

Delle telecamere alla Robcop non c’è stato bisogno, quindi. Tutto è andato liscio fino a piazza Navona dove si è svolto il comizio finale. “La spinta a stare insieme – continua Bernocchi – arriva dalla percezione del pericolo rappresentato dal governo Renzi, una deriva del berlusconismo ancora piu” pericolosa”.
Un serpentone allegro e colorato, con in testa il lungo spezzone dell’Acqua pubblica, appena dietro allo striscione “Per i beni comuni contro le privatizzazioni”.
“Caro Renzi con il Jobs act hai assicurato solo disoccupazione espansiva e precariato. No al nuovo schiavismo”, si legge in uno degli innumerevoli striscioni che colora il corteo. Molte sono anche le bandiere dei movimenti No-Tav, No Expo e No-Muos. “Un saluto dalla valle che resiste, dalla valle che non molla”, e’ il messaggio di alcuni esponenti dei movimenti attraverso il megafono del sound system.

Smontato, quindi, il clima di allarme diffuso dalle forze dell’ordine con in prima fila il ministro Alfano. “Mi chiamo Mario ed il mio numero e’ il 255”, si poteva leggere su un foglietto che molti partecipanti hanno deciso di scriversi sulla pettorina in polemica contro il rifiuto di polizia e carabinieri di dotarsi di un numero identificativo. “Non ci permettono di sfilare dove noi vorremmo e noi corriamo”, dice un manifestante indossando pettorina e abbigliamento da podista.

Quasi impossibile citare tutte le realtà di lotta, le associazioni, i soggetti politici e sindacale che hanno sfilato. Dall’Arci a Legambiente, e poi ancora Usi, No Tav,No Triv, No Muos, No Grandi Navi,la Rete nazionale Stop Orte-Mestre. Significativo lo spezzone dei movimenti di lotta per la casa, tra cui Action e Bpm. Tantissimi anche gli studenti. Tra gli slogan più creativi:”Per noi nemmeno un posto all’ombra se è la banca che sgombera”; e “Siamo come l’acqua: trasparenti, allegri e in movimento”. Tante bandiere di Rifondazione comunista e Pdci. E un grande telo rosso di Altra Europa. Sono scese in piazza tante realtà di lotta del mondo del lavoro, come Aci informatica e, soprattutto, le lavoratrici e lavoratori coop licenziati. “La coop sei tu. Il lavoro non c’è più”, si leggeva sullo striscione.

Beni comuni ed emergenza casa anche nel corteo che, sempre nel pomeriggio, ha sfilato a Firenze. La manifestazione
organizzata dal Movimento lotta per la casa, a cui hanno aderito Cobas, Pcl e militanti dei centri sociali -intitolata ‘Assemblea
contro l’austeriti’- e’ partita verso le 15.30 da piazza San Marco e si chiudera’, dopo aver attraversato parte del centro storico fiorentino, in piazza San Lorenzo. All’altezza di via Martelli, a pochi metri dal Duomo, dal corteo sono state lanciate una decina di uova contro la vetrina di Eataly. Qui sono stati scanditi slogan contro il premier Matteo Renzi, ex sindaco di Firenze, e Oscar Farinetti, patron di Eataly. In piazza Signoria e’ stato srotolato uno striscione che recita: “Renzi nemico di tutti i lavoratori”.

Fabio Sebastiani

17/5/2014 www.controlacrisi.org

 

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