40 anni dopo la 194, le donne ancora contro i fascismi

Lo sciopero globale delle donne dell’8 marzo si è confermato, per il secondo anno consecutivo, uno straordinario strumento di lotta e di radicamento nei territori che ha riempito le città di tutto il mondo restituendo immagini di inarrestabile potenza. La marea femminista continua a estendersi sempre di più, e nello stesso tempo si acuisce la reazione. Lo abbiamo visto nel mondo con i femminicidi di Marielle Franco, Lucrecia Esharto Cuerda, María Guadalupe Hernández Flores.

In Italia, a Roma in questi giorni era stato affisso dalla Onlus ProVita, sul fianco di un palazzo di via Gregorio VII e alle spalle di San Pietro, un enorme cartellone di 7×11 metri, raffigurante un feto accompagnato da uno slogan che criminalizzava le scelte di maternità consapevole.

La onlus in questione organizza ogni anno la Marcia per la Vita a Roma, si batte per la difesa della «famiglia tradizionale» e si presenta come apartitica e apolitica. Ma gli intrecci con la formazione di estrema destra di Forza Nuova sono numerosi: dal portavoce Alessandro Fiore — figlio di Roberto, leader di FN — all’azienda che ne distribuiva il notiziario, guidata dalle sue sorelle, fino all’ex editore beneventano, Toni Brandi, già candidato di FN, un personaggio che a Radio24 ha affermato che «i gay hanno tendenze pedofile, rompono i coglioni e possono essere curati».

Dopo le proteste social, le prese di posizione anche di Non una di meno Roma e non solo, , il manifesto è stato rimosso, ma le provocazioni di Forza Nuova sono continuate martedì 10 aprile con uno striscione appeso presso la Casa Internazionale delle Donne che accusa la legge 194 di “strage di stato”.

Questi gruppi fascisti hanno voluto colpire uno dei luoghi simbolo del femminismo e della lotta delle donne per la loro autodeterminazione. Oggi, alle ore 18.30, è stata lanciata un’assemblea pubblica presso la Cid, per respingere ogni attacco alla legge 194 e alla libertà di scelta delle donne.

Il 22 maggio sarà il quarantesimo anniversario della legge 194 del 1978 –  “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’ interruzione volontaria della gravidanza”, la legge in vigore in Italia che ha decriminalizzato e disciplinato le modalità di accesso all’ aborto, frutto di una conquista delle lotte delle donne. La legge formalmente garantisce la possibilità di scegliere e di abortire ma, di fatto, viene quotidianamente svuotata di senso, resa inefficace dalle politiche governative e dal numero enorme dei medici obiettori. L’obiezione di coscienza sull’aborto assicura la carriera di molti medici, diventa misura del ricatto, cattiva abitudine che si insinua nelle pratiche correnti degli ospedali e che rallenta e di fatto impedisce a centinaia di donne di poter scegliere per sé.

Giovedì 12, la rete Non una di Meno Roma ha lanciato un’assemblea cittadina dalle ore 18.30 presso Communia a San Lorenzo, Via dello Scalo San Lorenzo, 33.

Questo 22 maggio 2018 si configurerà come una giornata di lotta per continuare a combattere e costruire una trasformazione radicale delle esistenze e per affermare che: «Le nostre vite valgono! Siamo e saremo sempre libere di scegliere!»

Redazione

10/4/2018 www.dinamopress.it

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