AGENTI D’ INFLUENZA E 5G NELLA FASE 2

Entrando nella tanto attesa Fase 2 usciamo di casa con un paese diverso, proprio partendo dal passaggio in legge del Decreto “Cura Italia”, riferendoci in particolar modo all’ Art. 82, che stranamente, in virtu’ della nostra “sicurezza”, fornisce molti piu’ poteri ai grandi gestori della telefonia e le lobbies che vi stanno alle spalle, sempre a scapito di Salute e Ambiente.
Ricordando che nessuno di noi e’ contro la tecnologia ed il progresso, ma semplicemente, parlando ancora di “sicurezza”, sarebbe doveroso mettere la salute prima di tutto, evitando di sperimentare nuove tecnologie come il 5G, direttamente sulla testa dei cittadini in favore degli interessi del mercato globale.

Il 5G e’ stata sempre promossa dagli stessi gestori come la tecnologia che portera’ la popolazione verso l’era dell’ Internet delle Cose. Ovvero arrivando ad avere una nuova societa’, dove le persone saranno definitivamente interconnese con gli oggetti del nostro quotidiano ( firgoriferi, fornetti, automobili… ), che a loro volta avranno funzione di dispositivo, come veicolo di: informazioni, dati sensibili, immagini, suoni, empatia, emozioni e molto altro di registrato e filtrato dalle nostre vite.

Se pensiamo a come l’interconnessione diretta, tra persone ed oggetti, potra’ ridefinire la nostra societa’, e’ inevitabile porsi alcune domande rispetto a quanto tutto cio’ rappresenti una possibile dissolvenza verso il trasformare noi stessi in dispositivi, ribaltando la funzione di strumento che, fino a poco prima avevano la tecnologia e gli oggetti del nostro quotidiano, adesso sempre piu’ veicolo e trasposizione del nostro spettro emotivo in uno spazio virtuale “controllato e bilanciato”,che la pandemia e le task force iniziano sempre piu’ ad abituarci a sostituire con il mondo reale, in virtu’ del controllo e della sicurezza.

Stranamente, proprio adesso all’inzio della Fase 2, sotto la gestione delle task force composte da comuni cittadini ( non votati dal popolo italiano, sostituiti in qualche modo al parlamento, protetti dall’immunita’ parlamentare ), alcune associazioni si fanno promotrici dell’ installazione edell’attivazione delle antenne 5G nei comuni italiani. In particolar modo ci riferiamo ad ANCI, UNCEM e ANFOV, che pochi giorni fa hanno organizzato una video conferenza online mirata a promuovere il 5G e la sua attivazione, lanciando una provocazione a tutti quei comuni che hanno scelto il Buon Senso e l’applicazione del Principio di Precauzione emanando ordinanze contro l’installazione e l’attivazione di antenne 5G neiloro territori.

Ribadiamo che nessuno di questi amministratori, come CODAREM, e’ contrario alla tecnologia ed al progresso, solo che non avendo sperimentazione e prove scientifiche che dichiarino la “sicurezza” di questa nuova tecnologia, si e’ scelto di attendere e far riferimento al buon senso ed ai diritti fondamentali alla base dell’ Art. 32 della Costituzione Italiana.
In risposta a chi, come ANCI, UNCEM e ANFOV, sceglie la tecnologia e gli interessi senza tener conto dei possibili rischi derivati dal non avere una sperimentazione scientifica che assicuri quale sia l’impatto del 5G su Salute ed Ambiente, rilanciamo l’azione congiunta di ISDE, A.P.P.L.E., A.I.E. e CODAREM che da settimane stanno inviando a tutti i comuni italiani; materiale informativo e documenti necessari all’emanazione di ordinanze che vietino la speriementazione della tecnologia 5G in tutte le regioni. L’11 Maggio CODAREM ha seguito il webinar “ 5G e territori” promosso da ANCI, UNNCEM e ANFOV, con la partecipazione di Michele Pianetta, vicepresidente all’innovazione di ANCI Piemonte. “Dire No all’innovazione è rimanere nel piccolo mondo antico.
I sindaci si informino”, questo è l’appello che l’ha promossa.

Laura Cima, Ecofemminista ed attivista di CODAREM, ci dice cosa pensa rispetto all’attuale situazione italiana:

Da qualche tempo sono parte di CODAREM con cui ho collaborato ad organizzare la prima manifestazione piemontese contro Elettrosnog e 5G in Piazza Castello a Torino, proprio con lo scopo di ribadire l’importanza del Principio di Precauzione riguardo ai nuovi impianti che si stanno sperimentando a Torino ed in Piemonte.
Mi sono offerta di seguire il dibattito perché molto interessata, vista la mia esperienza decennale come amministratrice, conoscendo bene la questione antenne ed i relativi possbili rischi derivati dall’ utilizzo di una tecnologia sulla quale non ci sono garanzie.

Quando il relatore, Prof. Nicola Pasquino, ha accennato alla necessità di aumentare notevolmente le antenne, di conseguenza consigliando agli amministratori presenti di autorizzarne l’installazione, la direzione dell’incontro e’ stata molto chiara. Alla domanda sugli effetti sul corpo umano si glissa e alla richiesta di fornire pubblicazioni informative da mettere a disposizione dei cittadini si ripete che non sono necessarie, dichiarando che per la valutazione del rischio bastano semplicemente i riferimenti legislativi e le linee guida del Marzo 2020.

Si spiegano i grandi vantaggi, per esempio monitorare costantemente gli anziani in collegamento con l’ospedale, la telemedicina, lo smart working e tanti altri servizi essenziali che si invita tutti i comuni ad evidenziare. Alla fine e’ stata proposta ai presenti una petizione diretta al governo per chiedere di superare i ritardi della banda larga che è collegabile al 5G. In tutto questo, ribadisco, non sono stati minimamnete presi in considerazione i possibili rischi, come quelli per la salute della cittadinanza derivati dall’assenza di sperimentazione su queste nuove tecnologie.

Certamente non mi sorprende che incotri simili vengano organizzati gia’ a partire dalla cosiddetta fase 2, step che serve sicuramente a giustificare le riaperture, ma ancor piu’ la neonata Task Force con a capo Vittorio Colao, il quale guarda caso, ex amministratore delegato di Vodafone, ci guiderà verso la ripresa, proprio grazie alle nuove tecnologie ed il 5G, andando ahimeverso una società sempre più autoritaria, composta per la maggior parte da uomini, perche le donne saranno impegnate (come lo sono oggi) a stare coi propri figli, ad assistere anziani, malati ecc. Infatti, come dicevo prima, con la scusa di attuare la fase 2, di aprire fabbriche ed aziende e tornare a lavorare, con l’App ti raccontano che si riusciranno a tracciare le persone immuni.

Questo mi fa sorride, perche` nessuno ha ancora dimostrato che questo Covid lasci un’immunità; ma la cosa che peraltro tutti sanno ma non dicono per via del vaccino, eche questo Covid e mutogeno, e molto velocemente si creano dei focolai di un virus che effettivamente è cambiato. Questa tracciabilità in fondo, permette di raccogliere tutta una serie di dati sensibili a chi interessa raccoglierli.

Quali garanzie di reale efficacia avremo riguardo l’utilizzo di questa applicazione? Il problema di fondo in realtà, è che questa tracciabilità servirà molto poco,quasi nulla. Rispetto al garantire che sul posto di lavoro, come al supermercato, nessuno ti possa contagiare, direi che sotto questo punto di vista non avremo nessuna sicurezza.
Anche durante e dopo la fase 2, le persone continueranno ad ammalarsi, purtroppo qualcuno anche perdendo la vita, mentre questo controllo continuerà a priori, non solo tramite possibili App, ma bensì anche con altri dispositivi ai quali pian piano verremo introdotti.

Il vero problema, come dimostrato da Amazon nei suoi magazzini, è per tutta quella gente che viene sostituita da questi robot e dispositivi vari, come le persone che sono state licenziate durante questi due mesi.
Pensiamo per esempio ai ristoranti ed i vari locali chiusi e quante di tutte queste attività probabilmente non riapriranno piu’. Tutte queste persone come mangiano? Come si mantegono? Chi si occuperà di mettere su un sistema per il sostentamento di questa fascia di persone, fornendo a tutte e tutti le stesse garanzie costituzionali.

A mio parere e’ vergonoso che le Task Force possano agire al di sopra del Parlamento Italiano; prima di tutto per la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, ricordando che tutte le persone devono avere gli stessi diritti. Purtroppo oggi sembrerebbe non essere proprio cosi’, pensando anche a come si stia cercando di promuovere ed installare una tecnologia che, non avendo sperimentazione e garanzia per la Salute e l’Ambiente, andrebbe a mettere a rischio le nostre vite.

Associazione CODAREM

info.codarem@gmail.com

Articolo pubblicato sul numero di maggio del mensile Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

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