Aids il contagio avanza

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Il numero delle infezioni non solo non è diminuito ma negli ultimi anni ha ricominciato ad aumentare costantemente. In Europa poi ha toccato un livello mai visto neanche negli anni ’80. E in Africa l’Aids è diventata la prima causa di morte tra gli adolescenti (ogni ora si verificano 26 nuove contagi).
In Europa la situazione non è affatto lieve. Il sistema di sorveglianza ha registrato lo scorso anno 142mila nuove infezioni nei 53 paesi della regione europea dell’Oms, di cui circa 30mila nella sola Unione Europea, il numero più alto mai visto da quando è iniziato il conteggio. Sono in aumento, segnala un rapporto Oms-Ecdc, le nuove infezioni dovute a rapporti omosessuali, che erano il 30% nel 2005 mentre ora sono il 42%, mentre quelle dovute a rapporti eterosessuali sono il 32%. Marginale invece l’apporto di nuove infezioni da parte di tossicodipendenti che usano droghe iniettabili, appena il 4,1%.

L’11% delle infezioni avviene nella fascia tra i 15 e i 24 anni e il tasso tra gli uomini è 3,3 volte quello tra le donne. L’Italia non fa eccezione, come segnalano sia i dati dell’Istituto Superiore di Sanità’ che quelli dell’associazione dei microbiologi italiani (Amcli). Sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni i bersagli preferiti dal virus dell’Hiv nel nostro paese, afferma il Centro Operativo Aids dell’Iss, e, nonostante anni di campagne informative, si contagiano nell’84% dei casi attraverso rapporti sessuali senza preservativo, che avvengono nel 40% casi dei tra omosessuali maschi. Il mancato calo delle nuove diagnosi, unito comunque alla bontà delle cure per chi scopre di avere un’infezione, fa sì che nel nostro Paese ci siano 140mila sieropositivi, il numero più alto d’Europa.

In questo scenario, come gia’ anticipato nel giugno scorso, Cuba ha ottenuto la certificazione di primo paese al mondo ad aver eliminato la la trasmissione madre-figlio del virus Hiv e della sifilide: un obiettivo che anche gli altri 16 paesi della regione si apprestano a raggiungere. Nell’isola, oggi si contano 2.600 donne, fra i 15 e i 49 anni, che vivono con il virus ma che grazie ai trattamenti ricevuti ne hanno evitato la trasmissione ai figli.
“I paesi americani hanno fatto sforzi enormi riducendo i nuovi contagi della meta’ dal 2010. Possiamo fare ancora di piu’ per
proteggere madri e figli e ottenere una generazione libera dall’Aids” ha evidenziato Carissa F. Etienne, direttore dell’Oms.

In Italia tra le tante iniziative quella dei giovani della croce rossa che hanno costruito in diverse piazze italiane un wall gigante coperto di condom che formano la parola AIDS dal quale ogni persona potra’ staccarne uno finche’, ora dopo ora, la scritta “AIDS” iniziera’ a scomparire, indicando che solo con l’uso del preservativo si puo’ ridurre la diffusione del virus.
L’appuntamento si protrarra’ per tutta la settimana per sensibilizzare la fascia piu’ giovane della popolazione all’educazione alla sessualita’ e alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e per far conoscere i rischi dei rapporti non protetti. In Italia, nel 2014, secondo l’Istituto Superiore della Sanita’, sono stati diagnosticati circa 4000 nuovi casi di sieropositivita’ e la fascia d’eta’ piu’ colpita risulta essere quella dai 25 ai 29 anni.

Nella sala stampa della Camera, inoltre, a cura di alcune associazioni come Aidos, Osservatorio Aids e “005” è stata presentata la proposta di destinare i proventi delle tasse sulle transazioni finanziarie alla lotta all’Aids. Per poter debellare la malattia entro il 2030 servirebbero tra gli otto e i dodici miliardi in aggiunta ai venti all’anno già disponibili.

Per Paolo Ferrero, segretario del Prc, “siamo di fronte a dati ancora drammatici, che riguardano i Paesi poveri – dove ovviamente è l’accesso ai farmaci e alle cure il problema maggiore – ma anche quelli “occidentali”, e l’Italia, soprattutto per quanto riguarda le persone che non sanno di aver contratto il virus dell’Hiv. La triste verità è che nel nostro Paese non solo non si fa più informazione sull’Aids ma nemmeno si investe sulla prevenzione, che sarebbe invece il primo strumento da potenziare. Bisogna distribuire profilattici nelle scuole, calmierarne i prezzi, promuovere la conoscenza e la diffusione del test Hiv, rilanciare i progetti di educazione sessuale per i più giovani. Altrimenti quelle di oggi saranno solo parole vuote e lacrime di coccodrillo”.

1/12/2015 www.controlacrisi.org

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