Ammazzare con ogni mezzo

Due bambini sfollati all’Università di Al-Azhar. / MM 

Per quelli che adorano i numeri, le più menti statistiche, c’è il macabro aggiornamento quotidiano – il più serio è quello che Mondoweiss pone all’inizio dei suoi articoli – ma le cifre dello sterminio, si sa, ormai scivolano via. Che differenza volete che facciano, viste da lontano, 23, 26 o 28mila morti? Per chi preferisce l’orrore del come si può essere uccisi, ci sono le esecuzioni a bruciapelo, prima delle mamme e dei papà davanti ai bambini, poi quelle dei padri davanti ai figli disabili e così via via crescendo nella scala delle atrocità. Le racconta Maha Hussaini su Middle East Eye tradotto da Pagine Esteri. Per le anime belle che si domandano se in ogni guerra, “purtroppo”, questo non sia inevitabile, c’è Nicola Perugini che spiega su Al Jazeera, tradotto da Invicta Palestina, come Israele abbia spinto deliberatamente la gente di Gaza in “zone sicure” per poi bombardarle. E infine, per chi arriva senza alcun cinismo a chiedersi se sia davvero preferibile una fine orrenda alla sopportazione di orrori senza fine, c’è Ayman Hamid, 40 anni, padre di otto figli, sfollato presso l’Università islamica di Gaza, che, in questo articolo che traduciamo da Ctxt, arriva a gridare: “Temevo la morte dei miei figli a causa dei bombardamenti israeliani, ma ora temo che moriranno a causa dell’epidemia e della mancanza di assistenza sanitaria. Israele cerca di ucciderci con ogni mezzo possibile”. Questa è la fotografia di Gaza cui non si deve pietà ma giustizia, quella che ci sembra abbia il diritto – senza ipocrisie e senza alcuna retorica – di chiedere a chi su Comune ha la forza di leggere tutto questo: per favore non tollerate che, in attesa di tempi migliori, vinca ancora una volta l’abitudine all’orrore. Perché in quel caso è ben più che probabile che tempi migliori non arriveranno

Nel terzo mese di guerra del governo israeliano contro la Striscia di Gaza, questo territorio è stato teatro dei più gravi attacchi contro la popolazione civile da quando sono cominciati, dopo il 7 ottobre 2023. Nonostante i barbari bombardamenti effettuati dalle forze israeliane contro la popolazione, la loro politica di punizione collettiva con gli sfollamenti forzati e la fame hanno trasformato i bombardamenti in una questione secondaria.

A seguito della distruzione da parte di Israele del 75% delle case nella Striscia di Gaza, i rifugi si trovano ad affrontare una crisi ogni giorno più grave a causa del gran numero di sfollati. Ciò ha portato i residenti della Striscia a rifugiarsi nelle scuole e nelle università, malgrado questi luoghi non fossero adatti ad ospitare nessuno a causa dell’evidente mancanza di infrastrutture e attrezzature per far fronte ai bisogni primari dei palestinesi sfollati.

Rifugiati all’esterno della Universidad di Al-Azhar, a Gaza City/Mahmoud Mushtaha

Secondo un rapporto dell’UNRWA , “i centri di accoglienza hanno già accolto circa 1,2 milioni di persone sfollate, mentre il numero di quelle costrette a fuggire dalle proprie case è stato stimato a 1,9 milioni, circa l’85% della popolazione della Striscia di Gaza”.

Il sovraffollamento dei rifugi li ha trasformati in ambienti favorevoli alla trasmissione di malattie infettive, nella completa assenza di assistenza sanitaria.

Shirin Aliwa, 37 anni, è una delle migliaia di residenti sfollati dal quartiere Sha’af di Gaza City all’Università di Al-Azhar: “La situazione sanitaria è catastrofica, non ci sono fognature né bagni puliti, la spazzatura viene gettata nei corridoi. Io e la mia famiglia – 49 persone in totale – condividiamo una stanza e tutte le famiglie qui stanno come noi”, dice.

Scabbia e pidocchi

La maggior parte degli sfollati nei rifugi lamenta la diffusione di malattie. “Io e i miei figli soffriamo di disturbi intestinali, diarrea e forti coliche. Non c’è acqua potabile, l’acqua è contaminata e le infezioni si trasmettono facilmente a causa del sovraffollamento”, racconta Shirin.

Iman Derzi, 43 anni, madre di cinque figli, dice che anche i suoi bambini soffrono di problemi intestinali e vomito e non migliorano con le cure che ricevono. Iman teme che i suoi familiari prendano la scabbia e i pidocchi, che hanno iniziato da tempo a diffondersi nel rifugio. 

Una fonte medica dice a CTXT che le gravi epidemie sono inevitabili a causa della contaminazione degli alimenti e dell’acqua e del grave sovraffollamento dei rifugi. “L’attuale situazione sanitaria è molto pericolosa, soprattutto per i bambini e gli anziani. Non ci sono cure disponibili, non c’è cibo in buone condizioni e le persone hanno fame e sete a causa della scarsità di tutto. Temiamo che questa situazione continuerà”.

“Le malattie proliferano ovunque in questi centri, anche gli adulti sono infetti, gli ospedali di Gaza City non funzionano e quelli che funzionano non hanno più medicine”, dice Iman Saleh, 35 anni, studentessa della scuola Anas Ben Malik. “I miei quattro figli soffrono di una diarrea anomala dalla quale finora non sono guariti“, dice. 

Una donna cerca di pulire un corridoio dell’Università di Al-Azhar mentre prepara il cibo. / MM 

I punti sanitari dei centri di accoglienza riferiscono che la ragione principale della diffusione delle malattie è il sovraffollamento, anche i bambini che vengono curati si infettano nuovamente perché contagiati da altri.

Secondo Adnan Abu Hasna, consulente per i media dell’UNRWA, c’è stato un aumento del 40% delle malattie intestinali e del 32% di quelle della pelle. Abu Hasna teme che la situazione catastrofica possa peggiorare con la comparsa di casi di colera dovuti alla mancanza di acqua potabile e di rifugi salubri. 

“Moriamo ogni giorno”

Ayman Hamid, 40 anni, padre di otto figli, è sfollato presso l’Università islamica di Gaza. “La spazzatura è ovunque, ci sono cattivi odori, bagni senza fognature, acqua contaminata e nessun cibo in buone condizioni. Stiamo morendo lentamente qui. Prima siamo stati sfollati in altri cinque rifugi e ora siamo qui all’università. Non so come andremo a finire, ma moriamo ogni giorno”, dice. “Temevo la morte dei miei figli a causa dei bombardamenti israeliani, ma ora temo che moriranno per le epidemie e la mancanza di assistenza sanitaria. Israele cerca di ucciderci con ogni mezzo possibile”. Secondo l’Osservatorio euromediterraneo per i diritti umani, i pazienti finiscono per morire tra atroci dolori se vengono privati ​​di medicinali, forniture sanitarie e altre necessità primarie.

Mentre la guerra israeliana contro Gaza continua per il terzo mese consecutivo, la vita viene sconvolta e la morte diventa routine. Scuole e università sono passate dall’essere icone scientifiche a luridi rifugi abitati da epidemie e malattie. 

Mahmoud Mushtaha

8/1/2023 https://comune-info.net

Fonte e versione originale: Ctxt

Traduzione per Comune-info: marco calabria

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