Covid-19 e vaccini, come i debunkers generano bufale

a cura di Lorenzo Poli

Dopo la pubblicazione su Radio Radio di parte della presentazione tenuta nel corso della Conferenza Stampa dal Dottor Alberto Donzelli presso l’aula della Camera dei Deputati, concessa il 1 agosto 2023, è stato pubblicato il seguente articolo sul sito di debunker Butac con una serie di sgradevoli accuse, tra cui: “Purtroppo nell’intervento che vediamo non viene fatto un singolo riferimento a specifici studi, e così è come vengono presentate le fonti:…” – in riferimento alle dichiarazioni del Dottor Donzelli.

A tal riguardo lo abbiamo intervistato per chiarire la sua posizione. Ricordiamo che Alberto Donzelli è medico specializzato in Igiene e Medicina Preventiva (orient. Sanità Pubblica) e in Scienza dell’Alimentazione. È stato membro del Consiglio Superiore di Sanità Sezione Programmazione dal 1997 al 1999, direttore del Dipartimento SSB e Distretto IV per l’ASL Città di Milano dal 1984 al 2003, direttore di Struttura Complessa Servizio Educazione all’Appropriatezza ed EBM per l’ex ASL della Città Metropolitana di Milano dal 2003 al 2016 e dalla pensione per alcuni anni consulente a titolo gratuito. Oggi è Presidente della Fondazione Allineare Sanità e Salute e ne coordina il Comitato Scientifico, esperto di Sanità Pubblica e membro della Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi) volta a rivalutare le politiche pandemiche, le strategie vaccinali e la narrazione riduzionista sulla COVID-19 proposte dalle autorità politiche e sanitarie.

Buongiorno Dottor Donzelli, ha da fare dei chiarimenti riguardo alla presunta mancanza di fonti nelle sue dichiarazioni?

Chiarisco che la sala concessa per la Conferenza Stampa all’interno del palazzo della Camera dei Deputati non è dotata di impianto per la proiezione di diapositive, per cui gli organizzatori mi avevano chiesto di portare alcuni cartelloni corrispondenti. Su ogni diapositiva è indicata la fonte, riferita a pubblicazioni accettate dalle maggiori riviste mediche internazionali. Tuttavia le riprese non ingrandivano a sufficienza i cartelloni per consentire di leggerle: rimedio accludendo il pdf delle slide da cui sono stati tratti. Allego anche il link a una videoregistrazione completa, dove il mio intervento si sviluppa dal minuto 11:09 al minuto 33:43 “La sanità pubblica come bene costituzionale” – in diretta da aula concessa dalla Camera dei Deputati – Visione TV

Che cosa le hanno contestato di preciso?

Una delle mie frasi criticate da Butac diceva: “in questo c’è uno dei gruppi di epidemiologi più famoso del mondo che pubblica su Lancet e su New England ogni suo intervento, quello degli epidemiologi del Qatar”. Butac scrive: “Gli epidemiologi più famosi del mondo sarebbero quelli del Qatar? Non lo sapevamo, ogni giorno si impara qualcosa. Purtroppo in mancanza di slide non sappiamo a che studio dal Qatar il dottor Donzelli faccia riferimento”. Devo confermare: il gruppo di epidemiologi che ho citato è uno dei più famosi del mondo. Se Butacs eguisse costantemente, come me, la letteratura medico-scientifica lo saprebbe ed eviterebbe ironia fuori luogo. Ora comunque potrà esaminare le slide di partenza.

Afferma Butac: “Quello che lo studio evidenzia è che sia la vaccinazione che l’infezione hanno dimostrato un’efficacia superiore all’80% contro la COVID-19 in forma grave (se non fatale)”. Cosa risponde a riguardo?

Gli autori dello studio riassumono anche quanto Butac riporta, ma i loro dati mostrano anche altro, come la CMSi ha evidenziato nel Comunicato 9, appena inviato a tutti i Parlamentari e ai Consiglieri regionali, vedi pag. 3, e che di seguito si riporta: “Quanto all’efficacia contro la COVID-19 grave, critica o fatale, non vi è alcun calo della protezione nel caso di infezione naturale precedente, mentre c’era un’indicazione di un certo declino nel tempo dell’efficacia vaccinale da serie primaria vaccinale e da vaccinazioni di richiamo” (Qassim, ClinMed 2023, Tabella S5). In particolare, l’efficacia contro forme gravi in chi ha superato l’infezione naturale è stata sempre superiore al 91% sino a fine 2022, mentre nei vaccinati con due dosi la protezione a fine 2022 non era già più significativa, e quella da tre dosi a maggio-luglio è scesa a un 43,6% (non significativo), pur risalendo poi al 90% come probabile effetto di nuovi contagi con varianti Omicron, che l’hanno (temporaneamente?) rilanciata. Ciò ha fatto dichiarare agli autori che “lento declino (di efficacia verso la COVID grave) è sembrato riguardare solo l’immunità vaccinale.” (Qassim, eClinMed 2023). Pensiamo che questi segnali e il principio di precauzione dovrebbero fermare la spinta a vaccinare e rivaccinare chi non abbia forti motivi personali di salute per farlo; a maggior ragione per chi ha superato una o più infezioni naturali.

Cosa non hanno capito i debunkers delle sue dichiarazioni e degli studi portati avanti dalla CMSi?

Anche nella nostra risposta come CMSi all’OMS abbiamo precisato (pag. 1) che “il nostro intento con queste lettere aperte non era quello di aprire una discussione sulla gestione della pandemia dalle sue origini, ma di mettere in discussione l’utilità delle attuali raccomandazioni istituzionali sulla vaccinazione.”

Ad oggi cosa si può dichiarare, con prove scientifiche, sulla condizione sanitaria di vaccinati e non-vaccinati?

In proposito la letteratura scientifica medica valida più aggiornata ci consente di affermare che:

  • chi si è naturalmente infettato ed è guarito – compreso chi è rimasto asintomatico – rischia meno di reinfettarsi (non “forse un po’ meno”, come cerca di minimizzare Butac)
  • chi si è naturalmente infettato ed è guarito resta a lungo e molto più protetto da COVID-19 gravi, mentre nei vaccinati, con due o tre dosi, ci sono segnali di declino della protezione anche da malattia grave anche sotto alla significatività statistica (vedi anche il Report dell’ECDC del 16 marzo 2023), benché nei vaccinati con 3 dosi a fine 2022 questa in Qatar sia risalita al 90%, come probabile effetto di nuovi contagi con varianti Omicron, che l’hanno (temporaneamente?) rilanciata.

Siamo certi di ciò?

In scienza non c’è nulla di definitivo, ma questo è ciò che indicano i migliori dati disponibili, sui quali gli uomini di scienza dovrebbero fare previsioni, non dogmatiche, o aperte a rettifiche in base a prove migliori, ma soprattutto potenzialmente utili a risolvere i problemi.

Quindi cosa possiamo dichiarare sui guariti da COVID-19?

Chi si è naturalmente infettato ed è guarito (compreso chi è rimasto asintomatico), allo stato delle conoscenze non dovrebbe essere spinto a vaccinarsi, perché ciò, oltre a rischi di frequenti reazioni avverse, lo espone al possibile rischio di incrinare nel tempo la buona protezione da COVID-19 grave che il superamento dell’infezione naturale gli ha conferito.

Per finire, Butac si para ripetutamente dietro a dichiarazioni degli autori di studi citati. Non c’è il rischio di dare una lettura parziale?

Dovrebbe sapere che queste dichiarazioni hanno un valore minore rispetto ai dati che gli studi stessi mostrano. Infatti duole dire che la forte censura di conclusioni diverse da quelle desiderate dalla narrazione corrente può obbligare alcuni autori a sfumare le proprie conclusioni, pur di ottenere la pubblicazione delle proprie ricerche e di far arrivare alla comunità scientifica dati molto importanti. Basandosi su questi dati i ricercatori indipendenti (ma anche lettori motivati)dovrebbero farsi la propria opinione, anziché basarsi anzitutto su quanto dichiarato negli abstract e nelle conclusioni, che possono essere distorte rispetto ai dati riportati nelle ricerche stesse. Paradossalmente condivido la frase conclusiva dell’articolo di Butac: “studi e quant’altro ve li abbiamo linkati, sta a voi approfondire”. Così, aggiungo io, potrete verificare chi sta forzando i dati presentati dagli studi stessi e chi invece ne riporta correttamente la sostanza.

Inoltre, ribadisco che la CMSi richiede da oltre un anno e mezzo un confronto scientifico istituzionale, finora negato, ma che consideriamo un modo per eccellenza con cui il dibattito scientifico dovrebbe dialetticamente procedere.

21/8/2’23 https://www.assis.it

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