Fermare la guerra di Putin e della NATO

Intervista di Alba Vastano a Maurizio Acerbo prima della partenza del corteo, per Lavoro e Salute

https://www.facebook.com/alba.vastano/videos/3341082752795118

Oltre 50mila persone hanno manifestato questo pomeriggio da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni. Bandiere della pace, simboli di sindacati e associazioni, cartelli scritti a mano hanno dimostrato l’opposizione all’invasione dell’Ucraina realizzata da Putin, solidarietà agli ucraini sotto le bombe e ai russi colpiti dalla repressione. Netta, da parte di tutte le realtà partecipanti, è stata la condanna dell’invio di armi italiane ed europee sullo scenario di guerra. Per questo che la mobilitazione, a differenza di quelle organizzate nei giorni scorsi da chi ha votato Sì agli stanziamenti militari, è stata oscurata dai mezzi di comunicazione.

Mentre il PD guida lo schieramento guerrafondaio, apprezziamo che la Cgil e l’ANPI abbiano assunto una posizione autonoma e critica nei confronti dell’invio delle armi deciso sciaguratamente da governo e parlamento in violazione dell’articolo 11 della Costituzione. Quelle armi non servono per aiutare gli ucraini come racconta la propaganda ma per farne carne da macello nello scontro tra Putin e la NATO che va avanti da anni. Quelle armi vengono inviate per trasformare l’Ucraina in una nuova Siria e in un nuovo Afghanistan, come ha dichiarato Hillary Clinton mentre Blinken avverte che la guerra sarà lunga. Quanti civili innocenti e giovani soldati dovranno morire prima che si realizzi l’obiettivo dei forsennati che apertamente dichiarano che l’obiettivo dell’Occidente è il rovesciamento di Putin? Il rischio di una terza mondiale è concreto. Solo la riapertura delle vie della pace e della diplomazia può fermare il massacro in corso, garantire pace e indipendenza all’Ucraina, riconoscimento dei diritti delle minoranze russe come previsto dagli accordi di Minsk e con la neutralità la sicurezza che invoca un paese come la Russia che ha subito 27 milioni di morti durante la Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo manifestare contro i piani di guerra dei nostri governi come fanno i pacifisti in Russia e in Ucraina. Solo un grande movimento per la pace europeo può fermare l’escalation in corso. Manifestiamo con nel cuore Lidia Menapace e Gino Strada di cui sentiamo fortemente la mancanza mentre dilaga l’isteria guerrafondaia e risorse enormi vengono spese per seminare morte e distruzione. Manifestiamo contro Putin e la NATO, per la pace tra i popoli.

Chi giustamente accusa il regime di Putin di impedire la libertà di informazione ne replica, in tempo di guerra, le gesta. Probabilmente su ordine dei guerrafondai di governo sono stati appena sospesi i servizi Rai mandati da Mosca, forse perché il corrispondente Marc Innaro ha osato mandare in onda anche le notizie governative russe. In Italia deve giungere informazione a senso unico, ogni giornalista o intellettuale che, denunciando fatti concreti, sollevi critiche ad un totale asservimento alla propaganda bellica è una “quinta colonna” quindi va messo a tacere. Criminalizzare chi semplicemente racconta la problematicità della realtà, la sua complessità, è il primo passo per portare il paese direttamente in guerra. Del resto il servizio pubblico ci ha abituato da decenni ad accettare un pensiero unico e privo di reali alternative al neoliberismo, in cui le persone debbono solo produrre, consumare e crepare. Guai a ricevere segnali che mettono in crisi tale modello. Guai ad avere coscienza critica per quanto accade nel Paese o nel Pianeta. Le verità della Rai sono ormai solo veline delle questure o dei padroni. Restiamo dalla parte delle tante e dei tanti che, come Barbara Spinelli, continuano a ragionare con la propria testa.

Maurizio Acerbo

Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

5/3/2022

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