Dilemma mascherina: Sì, No, Ni

di Alba Vastano

Fosse ancora vivo il sociologo Zygmunt Baumann, il padre dell’idea della società liquida,oggi avrebbe probabilmente scritto un saggio titolandolo ‘La fine della società liquida’ con una prefazione in cui avrebbe evidenziato come l’assunto dominante ‘Vivi senza regole e fai come ti pare’, tipico della perdita dei valori solidi, sia stato superato, nell’attuale era Covid, dalla norma più condivisibile e democratica, visti i fatti in corso: ‘Rispetta le regole. La salute pubblica al primo posto’, ma con un codazzo di ribelli negazionisti a contrastarla. Bauman, avrebbe posto, inoltre, l’accento sulla spregiudicatezza dell’informazione terroristica 24 h su 24 e sull’incapacità comune di fare una corretta astrazione dalle news,verificandole con le fonti più compatibili con la verità sostanziale. Il sociologo avrebbe così coniato un mantra intelligente, scrivendo nella chiusa del suo saggio ‘Adotta un pensiero critico. Il tuo’.

I consumatori della società liquida in era pre-Covid si nutrivano di oggetti e ne erano famelici. Sorridevano al buon dio padre, il mercato globale, ringraziandolo delle mercanzie srotolanti automaticamente dal venditore all’acquirente. Affare fatto. Tu comprare roba. Tu non pensare. Tu zitto e felice. Bauman ci ha lasciato nell’era A.C (ante CoVid) e fortunatamente non vive il disastro odierno, frutto della pandemia in corso, ancora peggiorativo e di molto, rispetto all’era del cittadino globale. Cosa è successo è dolorosamente noto. Ci è caracollato addosso un coso alquanto buffo, estremamente fastidioso e ci ha cambiato la vita. Se prima il futuro era torbido e avevamo mille paure per un futuro incerto, ora è incerto anche il domani, inteso come il giorno dopo.

Gli oggetti e il subdolamente generoso dio mercato stanno iniziando a perdere il valore simbolico che ci rimandavano, ovvero ‘Possiamo comprare tutto, quindi siamo’. Oggi dobbiamo imparare a vivere giorno per giorno, senza il paese dei balocchi , né progetti. Come si fa? Soprattutto occorre imparare a superare la paura di restare infettati dall’untore che è l’altro,un qualsiasi altro,un nemico da evitare, da tenere lontano il più possibile. Paura quando si supera la porta di casa che è diventata il nostro bunker. Come si fa ad evitare quel mostricciattolo che colpisce a tradimento ? Oggi può toccare a te, domani potrebbe toccare a me. Non si sa quando il colpo parte e verso chi. Il coso non ha regole e sembra colpire con la stessa dinamica della roulette russa. Sembra.

In questa nuova dimensione spettrale, da incubo fantascientifico c’è anche chi paura non l’ha, anzi sorride sfacciatamente e beffardamente davanti al terrore che invade i più. Ѐ l’altra faccia della percezione della pandemia in corso, in stile Trump. Per loro quel coso non esiste, è un’invenzione per tenerci tutti sotto controllo. L’hanno sparato nel mondo i Cinesi per dominarci. Ѐ una semplice influenza che miete più vittime del virus. La verità è che ci vogliono imbavagliare e renderci schiavi del sistema (ndr,perché prima della pandemia, secondo i negazionisti, eravamo liberi). Siamo in dittatura sanitaria. Mi ribello e denuncio chi mi toglie il diritto alla libertà. Vedo gente,come e più di prima. Parto, viaggio, torno. Soprattutto no alla mascherina, perché è un bavaglio inutile.

Un comportamento di disubbidienza civile non condivisibile in una pandemia in corso che ha già fatto oltre un milione di morti per Covid o per complicanze da Covid. Morti senza il conforto della carezza o di una parola d’affetto di un congiunto. Non è sufficiente per modificare la visione negazionista su questo dramma?Ai negazionisti i dati non pervengono come reali, sono falsati, sono lo strumento necessario per fermare la normalità della socialità. Per tenerci tutti sotto scacco e sotto controllo. Ecco, la mascherina, nel rigido e inflessibile pensiero dei negazionisti, ha assunto l’emblema della dittatura. Mi imponi la mascherina ? Sei un dittatore e io disobbedisco. Non la metto, perché sono un uomo libero. Poi fammi causa, prova a sanzionarmi, vediamo chi la spunta.

Allora una striscia di stoffa di 20 centimetri, da piazzare fra mento e naso nelle occasioni indicate, nel pensiero comune dei reduci del fai date e vivi meglio, con matrice negazionista, ha assunto la convinzione della privazione della libertà personale. Strano e riduttivo modo di interpretazione della libertà. Secondo questa astrusa idea della libertà, i numerosi Dpcm per la tutela della salute pubblica, in questo caso in conformità dell’art. 16 costituzionale che recita :’Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2]., hanno violato il diritto (ndr, arbitrario) alla libertà di agire secondo la propria volontà.

L’ utilizzo, consigliato e imposto in alcune situazioni di particolare necessità, della mascherina rimanda loro l’idea di un bavaglio, del non diritto alla parola, alla contestazione. Chi la indossa, dicono, è servo del potere. E, per loro, quel coso buffo che gira indisturbato da polmoni a polmoni,distruggendoli, è solo un’invenzione per isolarci ancora di più immobilizzandoci e per di più senza il giocattolo quotidiano delle merci e delle movida, del calcio, delle discoteche. Ci stanno togliendo la socialità e ci riducono a robot telecomandati, dicono…

C’è l’altra faccia della medaglia, ed è anch’essa estrema e irrazionale, a contrastare chi nega il virus. Ci sono gli immobilisti terrorizzati. Se aprono il bunker e arrivano a comprare tonnellate di farina e lievito, perché non si sa mai, si bardano di accessori antivirus che sembrano astronauti. Doppia tripla mascherina, sguardo spento, ma torbido e sospettoso. Se te ne trovi uno nei pressi ti evita come fossi un appestato. Ti odiano e tu lo senti. Ti fanno sentire un possibile untore e qualcuno ci si sente davvero e s’intristisce pensando che è la fine dell’umanità.

Infine ci sono i normali. Sì, esistono ancora e per fortuna. Quelli che l’overdose di informazioni sul virus e il bollettino quotidiano dei contagiati non li ha danneggiati nei neuroni . Quelli che per trovare un briciolo di serenità e di ragionevolezza nel pandemonio che ha rivoluzionato le nostre vite, si affidano in buona parte al buonsenso personale e all’informazione scientifica. Quelli che straordinariamente mirano ancora alla ricerca del senso sostanziale delle cose e che le affrontano facendo l’unica cosa che si può fare: tutelare se stessi e gli altri. Quelli che non restano invischiati nella melma del girone infernale delle fake sui social. Quelli che sanno evincere la realtà dai fatti e ragionare sul che fare. Quelli che non impazziscono e non pensano che è finita la storia dell’umanità e che, a breve, sul pianeta torneranno i dinosauri. Quelli che ‘Usciremo dal tunnel’, se pazientiamo e adottiamo le misure necessarie alla tutela della salute collettiva.

E infine è sempre la scienza che ci dà la directory per poter superare con razionalità le paure dell’untore, il terrore di ammalarci e finire isolati in un anonimo reparto Covid. La pandemia che pur s’intreccia con drammatici fattori economici altrettanto devastanti, è un evento scientifico e non è impossibile ai più comprenderne le origini. Così non è impossibile tutelarsi dal contagio, considerando che: il virus si diffonde con le emissioni del respiro. La mascherina, indossata da tutti, impedisce che le emissioni si propaghino e i droplet ci investano. Certo è fastidiosa e forse ci può essere il dubbio, tutto scientificamente da verificare, che possa provocare tossicità, se indossata a lungo tempo. In tal caso però il primo a soccombere sarebbe il personale sanitario e non è così. Che poi il disagio della mascherina indossata cos’è di fronte all’isolamento e all’intubazione in terapia intensiva per aver contratto il virus, ovviamente da scongiurare? La distanza di almeno un metro aumenta la sicurezza di non ricevere le emissioni del respiro di altri. Distanziamento fisico non vuol dire distanziamento sociale.
Evitare, quando possibile, luoghi chiusi. L’igiene delle mani è obbligo, ma non può essere una novità, né un’esigenza legata al Covid. Rispettare queste norme è gratis, non è dittatura sanitaria, ma un salvavita, la nostra e quella degli altri. Pandemia gestita male dai poteri politici? Sì, ribelliamoci al sistema che strumentalizza questa catastrofe umanitaria per interessi politici personali, finalizzati a qualche poltrona in più nella cabina di comando, ma prima la vida, por favor. Baci e abbracci d.C (dopo il Covid).

Alba Vastano

Collaboratrice redazione di Lavoro e Salute

8/10/2020

Foto: Barbadillo.it

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