E il Registro Tumori in Sardegna?

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di Giancarlo Nonis

Comitato Sa Luxi pro registro tumori

Sappiamo che la prima causa di decesso è dovuta alle malattie cardiovascolari, ma al secondo posto vi sono i tumori, anche se grazie alla ricerca innovativa sui farmaci, la prognosi sta costantemente migliorando per molti tumori, ma purtroppo non ancora per tutti.

Siamo cittadini preoccupati, e vogliamo capire le ragioni di tale stato. Gli studi dell’OMS ci dicono che l’inquinamento ambientale è concausa di patologie tra cui incidono molto quelle oncologiche, e il 24 % di tutte le malattie è causato da fattori ambientali, dai bambini sino alla tarda età. Siamo altresì consapevoli che una percentuale di tumori non è ancora ascrivibile a cause precise, ma il fumo in aumento nelle donne è un dato preoccupante così come i tumori del polmone ne confermano la gravità.

Anche lo stress e stili di vita sbagliati, oltre al fumo, l’eccesso dell’alcool, che in Sardegna certo non possiamo pensare di evitarlo totalmente, anche per una cultura millenaria che porta sin dalla adolescenza e parliamo dagli 11 anni in su, ad ingerirne grandi quantità.

Sappiamo anche che l’AIDS che è tuttora diffuso nella nostra isola, ha determinato con il miglioramento delle cure, allo sviluppo di alcuni tumori. Ma dobbiamo parlare come affrontare non questa emergenza, ma questa quotidiana lotta per una Salute migliore della nostra comunità.

In Sardegna la spesa sanitaria è arrivata a quasi 3,5 miliardi praticamente metà di tutto il Bilancio del 2024, contemporaneamente sappiamo che un 19 % della popolazione, a causa della grave crisi economica che da decenni viviamo rinuncia alle cure. Aggiungo la lunghezza delle liste di attesa per determinare una corretta diagnosi e i costi che molti devono affrontare per avere la certezza dello stato di salute, che portano a rivolgersi alla Sanità Privata pur di avere delle risposte in tempi brevi. da Sardegna Salute sappiamo che sono previste 7500 nuove diagnosi per patologie correlate al cancro ed ancora 4000 casi nella sola Asl 8 di Cagliari.

Non si può trascurare che la chiusura della industria compresa quella mineraria oltre ad avere lasciato i due più grandi SIN siti d’interesse ma sarebbe più corretto nominarli di Inquinamento Nazionale hanno disperso i lavoratori dei quali nulla si sa più della loro salute, mentre almeno per gli esposti all’amianto esiste un registro Inail che dove è certificato il lavoro pregresso, sempre che sia stato accertato, si può avviare una causa per danni alla salute. In tanti casi i lavoratori così come ad Ottana ancora faticano ad avere il giusto riconoscimento della malattia professionale.

Nel 2005 viene realizzato il primo e unico finora studio epidemiologico sullo stato di salute delle popolazioni «I magistrati arrivano quando il danno è già stato fatto; bisogna intervenire prima» Felice Casson, pubblico ministero al processo di Porto Marghera, consulente del primo ed unico studio «Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari e militari della Regione Sardegna».

E’ un dato di fatto: in alcune aree della Sardegna si sta peggio che nel resto dell’Italia. In generale, ci si ammala di più di malattie respiratorie e dell’apparato digerente. In particolare, gli uomini sono più colpiti da tumori del polmone, del fegato e del sangue. Malattie che sono in gran parte causate dall’inquinamento ambientale e dalle esposizioni professionali. Non a caso, le aree dove si sta peggio sono quelle industriali (a Nord, Porto Torres; a Sud, Portoscuso e Sarroch), e quelle minerarie di Arbus e di Iglesias. Ma non solo: anche alla Maddalena si registra un eccesso di linfomi. «Per oltre un anno il nostro lavoro è consistito nel radunare e confrontare dati già esistenti, ma che non erano mai stati messi l’uno di fianco all’altro» dice l’epidemiologo dell’Università di Torino Benedetto Terracini, uno degli autori dello studio. «I dati ISTAT relativi al ventennio 1981-2001 ci hanno dato le informazioni sulla mortalità nell’intera regione e nelle aree considerate, mentre dalle schede di dimissioni ospedaliere del periodo 2001-2003 abbiamo ricavato i dati sui ricoveri. Da questi dati grezzi siamo partiti per arrivare a costruire una fotografia della realtà di salute delle 18 aree considerate».

Ci preoccupa anche la eccessiva percentuale di nitrati ad Arborea trovati nelle falde acquifere e negli stagni, così come le enormi colline di sterili minerari contenenti metalli pesanti ( mai bonificate) che con l’abbandono delle gallerie e il conseguente allagamento porta verso le spiagge gli inquinanti così come si è ripetuto in questi giorni nelle spiagge di Arbus riversando cobalto, nichel e cadmio, spesso in compagnia di mercurio ed arsenico. E qui un triste dato, noi abbiamo la più vasta quantità di terreni ex minerari ripeto ancora inquinati di tutta l’Europa, compresa la Germania e l’Inghilterra.

Così come i processi verso i vertici militari ha portato in luce quello che si prospettava da anni, ovvero che i dipendenti civili e militari dentro e fuori dai Poligoni sono spesso stati soggetti a patologie tumorali. Ipotizziamo che il torio elemento radioattivo contenuto nelle migliaia di missili sparati nei Poligoni di Teulada e in quello del del PISQ Salto di Quirra a Perdasdefogu e le grandi nuvole volatilizzati nelle esplosioni dei proiettili non dovrebbero far parte dell’immagine della Sardegna tutto sole, mare e nuraghi, così come le amministrazioni regionali da vari decenni pubblicizzano.

Grazie allo studio Sentieri diretto dal prof. Annibale Biggeri conosciamo i dati di mortalità aggiornati al 2010 basati anche sulle schede SDO ( dimissioni ospedaliere) e l’analisi dell’incidenza oncologica nei due SIN ripeto Siti di Interesse Nazionale a Porto Torres e Sassari e in quello del Sulcis-Iglesiente-Guspinese con Sarroch e Macchiareddu, San Gavino e Villacidro.

Abbiamo un altro lavoro epidemiologico eseguito dalla ASL 8 a Sarroch, che confermava il precedente Rapporto Casson.

Interessante lo studio fatto da ricercatori inglesi con italiani e nessun sardo sempre nella città dove è situata la più grande raffineria del Mediterraneo sul DNA dei bambini di Sarroch, confrontati con quelli di Burcei, dove si sono rilevati gravi alterazioni per i primi. Non sappiamo quali provvedimenti siano stati presi per tutelare la loro crescita armoniosa.

Il recente studio sulla popolazione di Porto Torres effettuato dall’ISS Istituto superiore di Sanità e pubblicato nel 2022 ci dice che risultati dello studio epidemiologico hanno messo in luce alcuni rischi associabili a possibili esposizioni legate alla contaminazione, in particolare per alcune patologie tumorali nella popolazione maschile. Nell’analisi degli andamenti temporali della mortalità per il genere maschile è stato osservato un rischio maggiore per l’insieme delle patologie oncologiche rispetto a quello del territorio di riferimento, in particolare nel periodo tra la fine degli anni ‘90 e il 2010. Inoltre, la mortalità nel periodo 2010-2019 e l’incidenza oncologica nel periodo 2006-2015 sono risultate in eccesso nel solo genere maschile per i tumori del polmone, i mesoteliomi e i tumori della vescica (quest’ultima patologia solo per l’incidenza oncologica). Tali risultati portano ad ipotizzare un contributo al rischio di pregresse esposizioni occupazionali nel complesso petrolchimico. È stato osservato anche un rischio superiore all’atteso per la patologia leucemica per cui è ipotizzabile un ruolo di esposizioni ambientali al benzene che è stato identificato tra gli inquinanti prioritari. E ricordo che il benzene non è miscibile nell’acqua , in altre parole resterà presente per sempre.

Il disegno dello studio descrittivo non consente di verificare relazioni di causalità tra la contaminazione ambientale e i rischi osservati in eccesso, tuttavia i risultati ottenuti mettono in luce dei segnali di attenzione rispetto ai quali vengono effettuate una serie di raccomandazioni che includono l’attivazione di un sistema interconnesso di sorveglianza epidemiologica e di monitoraggio ambientale e la comunicazione con la popolazione locale.

Nel Nord Italia ci si ammala di più a causa della grave situazione d’inquinamento dell’aria nelle città si veda Milano e dei gli-fosfati ad esempio nelle falde acquifere nella pianura Padana. Ma si vive di più in presenza della malattia grazie alle campagne di prevenzione e di adesione agli Screening della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Nella nostra isola a causa dei normali pensionamenti e al blocco del turn over sono andati in crisi anche i Servizi territoriali di senologia dove si eseguono le mammografie e gli ambulatori dove si eseguono gli strisci vaginali.

Rispetto al nord Italia in Sardegna grazie alla dieta mediterranea ci ammaliamo di meno, ma appunto a causa di meno controlli individuali si muore molto di più per tutte le patologie compreso il Cancro.Senza dimenticare interventi per abbattere i tempi d’attesa ambulatoriali specie per i pazienti oncologici per cui è prevista l’istituzione del Cup dedicato.

Dal 2012 sono diventati obbligatori i sistemi di sorveglianza nel settore sanitario. Ci preoccupa la prolungata assenza del Registro Tumori istituito appunto nel 2012 assieme ad una decina di altri registri in buona parte disattesi. Eppure da circa trentanni a Sassari e da venti a Nuoro esistono due registri provinciali, o meglio esistevano dato che le Agenzie per la Salute e l’Assessorato non hanno fatto nulla per riempire i vuoti causati dai pensionamenti ovvero prolungando il blocco del Turna-Ove, in pratica dal 2016 è stato emanato un Regolamento monco di parti costitutive affinché il Registro del Sud Sardegna lavorasse con gli altri due e coordinato da quello Regionale assente ingiustificato. Faccio un semplice esempio,in Basilicata esiste il Registro regionale che da ben 10 anni rende pubblici i dati sulla incidenza, prevalenza e sopravvivenza, in Sardegna si sono pubblicati un lavoro a Sassari ed uno a Nuoro. Ripeto in venti anni.

La raccolta dei dati viene effettuata con la lettura delle SDO, dagli archivi di Istologia e Citologia delle Anatomie Patologiche, dalle Cartelle cliniche, dai ReNCaM, dalle diagnosi per immagini, tac, radiografie, dai farmaci prescritti.

Sappiamo che a tutt’oggi ci sono difficoltà nel funzionamento regolare di trasmissione dati. attraverso il Sistema Sisar.

La Regione, con le delibere della Giunta4/58 e n.5/40 del 23 febbraio 2024 tre giorni prima delle elezioni ha individuato nel Dipartimento sanità digitale e innovazione tecnologica dell’Azienda regionale della salute (ARES) quale Centro di riferimento regionale (CRR) del Registro tumori della Regione Sardegna, ai sensi del decreto del Ministro della Salute 1 agosto 2023

Aggiornare la composizione del Gruppo tecnico regionale del Registro tumori (GRTum), con l’integrazione di un rappresentante del Centro di riferimento regionale (CRR) e di un membro del Comitato scientifico della Rete oncologica regionale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 38/49 del 17.11.2023; Il CRR, inoltre, provvede all’alimentazione del Registro nazionale tumori e allo scambio informativo con la rete dei CRR (art 9 e 10 del D.M.).

La Giunta uscente sostiene e leggo il testo: Nella fattispecie, si tratta di funzioni prettamente di carattere tecnico e informatico. Questo ci lascia perplessi ci sembra di capire che intendano il Registro una mera somma di dati statistici ad uso sanitario.

Viene quindi sostituito il Coordinamento da un Centro di Riferimento Regionale e tolto dalla sede ASL per trasferirlo presso il Dipartimento sanità digitale e innovazione tecnologica dell’Azienda regionale della salute (ARES).

L’Assessore espone i contenuti dei documenti ed evidenzia la funzionalità dei CAS Centro Accoglienza e Servizi è la struttura di riferimento del paziente nell’ambito della Rete Oncologica dell’ASL, a sua volta collegata funzionalmente con la Rete Oncologica regionale per il percorso della presa in carico, hanno il compito di programmare e organizzare il Percorso Oncologico Personalizzato (POP), per seguire il paziente in tutte le fasi e accertarsi della continuità della presa in carico.

I CAS costituiscono le strutture di riferimento, collegate fra loro funzionalmente, dotate di figure multi professionali, adeguata strumentazione informatica e telematica, con compiti di informazione e accoglienza, gestione amministrativa e di supporto al percorso diagnostico terapeutico.

L’Assessore sottolinea che l’istituzione dei CAS consente la piena funzionalità del CUP oncologico, in linea con le raccomandazioni del Piano oncologico nazionale, grazie al quale il POP potrà essere supportato dalla disponibilità di agende riservate, prenotabili dai CAS di tutta la rete a prescindere dall’ambito territoriale regionale.

Faccio umilmente notare che l’unico ospedale oncologico definito da sempre un Hub e Centro di Riferimento Oncologico della Sardegna e sto parlando del Businco a Cagliari, sparisce da tutti i riferimenti organizzativi, peccato che in quasi tutto il resto d’Italia i Registri siano localizzati sempre all’interno di Istituti e Ospedali oncologici comunque definiti. Ma si sa a noi sardi, piccoli sardi ci piace distinguerci sempre in auto gratificante autonomia.

Il Registro epidemiologico che pure è stato istituito con legge nazionale nella nostra disgraziata isola, compare traccia solo nei precedenti CEA centri epidemiologici aziendali che raccolgono i dati dei pazienti seguiti dalle singole strutture nelle ASL, esiste anche un Osservatorio regionale nel sito istituzionale, ma non sappiamo se pubblichi i lavori che presumo vengano svolti, così come previsto sempre dalla legge istitutiva del Registro. Ho precedentemente citato lo studio a Porto Terres in cui ha collaborato anche l’Osservatorio. Sappiamo poi che varie associazioni hanno svolto studi epidemiologici in vari comuni.

E’ assurdo che la Sardegna sia così indietro su un tema così importante. Dovrà essere un impegno della nuova legislatura che sta iniziando ora, e dove tutti e quattro i candidati Presidenti regionali hanno richiamato spesso l’assenza del Registro.

Vigileremo e sproneremo il nuovo Assessore per fare in modo che finalmente ci si doti di uno strumento e di una organizzazione regionale capace di raccogliere dati fondamentali compresi quelli epidemiologici, che consentano di programmare le risorse per la prevenzione e la cura oncologica e trattare il tema della Salute nella sua globalità, correlato alla tutela dell’ambiente e lotta all’inquinamento, al tema alimentare e a quello abitativo, allo sport, benessere psico fisico, medicina preventiva e alle condizioni di lavoro più dignitose e sicure, ed una assistenza sanitaria garantita per tutti come recita l’art.32 della nostra Costituzione. In altri termini di nuova Qualità della Vita.

Comitato Sa Luxi pro registro tumori

Giancarlo Nonis 3920948064 sardozen@gmail.com

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