Elogio del volantinaggio. Un racconto della campagna sociale

Elogio del volantinaggio. Un racconto della campagna sociale

Non sappiamo se tra le carte disperse del grande poeta comunista Bertolt Brecht vi sia, tra i vari elogi, anche uno dedicato al volantinaggio, ma in attesa di un improbabile ritrovamento proviamo a colmare la lacuna nel modo prosaico di cui siamo capaci.

L’occasione è data dalla campagna di volantinaggi in due fasi che il nostro partito ha promosso in questi mesi. La seconda in pieno svolgimento Pensioni Lavoro Salari Facciamo come in Francia.

La questione è assolutamente attuale. In Francia dopo gli scioperi dell’anno scorso dei ferrovieri, di studenti e operai elettrici contro la privatizzazione e il successivo movimento dei gilet gialli, da mesi una ondata di scioperi ha coinvolto la maggioranza dei francesi nella opposizione all’ aumento dell’età pensionabile voluta del governo Macron e dai padroni che rappresenta. In questi giorni il governo cerca di forzare la mano facendola approvare senza discussione in parlamento. Lo scontro diventa democratico oltre che sociale.

A metà marzo era prevista in Italia una trattiva con il governo che non promette niente di buono visto l’assenza di mobilitazione e in presenza di una piattaforma sindacale confusa sulle modifiche di quota 100 e centrata più sulla difesa dei fondi pensioni che su una difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’emergenza sanitaria ha scatenato gli sciacalli del padronato e del sistema mediatico che agitando lo spettro del corona virus ripropongono la solita ricette di lacrime e sangue alle carni di un popolo ormai dissanguato e senza più occhi manco per piangere.

Le proposte contenute nel nostro semplice volantino restituiscono alla politica un senso con proposte ragionevoli a partire da una battaglia per la piena occupazione e la riduzione dell’orario di lavoro unica strada per dare un futuro al sistema pensionistico pubblico.

Ma i volantinaggi fatti in queste ore, al tempo del corona virus, delle scuole chiuse e degli ospedali pieni, di fatto si è trasformata anche in una serrata difesa del sistema sanitario pubblico contro i tagli che hanno agevolato la privatizzazione della salute. E contro le spese militari.

Questo perché il volantinaggio è soprattutto l’occasione per tornare a parlare con le persone, ad ascoltare le loro opinioni, le loro storie. Alcuni si fermavano dopo aver letto il testo e ci dicevano stupiti: “Lo pensavo pure io che bisognava fare come i francesi”. Già ma con chi ne parlava? Pensava di essere un isolato, un matto. E invece c’è un partito che ha una storia, che è riconosciuto e che ti comunica che quel pensiero è giusto. Tanti compagni, simpatizzanti, sottoscrittori del 2 per mille, ex elettori si fermano contenti.

“ Ma, che fine avete fatto? Almeno quando c’eravate voi…”

Da circa due mesi, come tanti altri circoli nella capitale e in tutta Italia, i circoli del settimo municipio di Roma (Cinecittà e Appio) stanno volantinando almeno un giorno alla settimana. Abbiamo scelto di farlo davanti alle fermate risalendo la metro A da Anagnina fino a San Giovanni. Ogni volantinaggio  una media di sei compagni, trecento volantini e due ore di lavoro dalle 17 alle 19. La reazione è stata sempre positiva. Ci sono i pendolari stanchi che ringraziano, i migranti che sorridono per essere stati coinvolti, i ragazzini che pensano di aver preso un volantino pubblicitario e appunto i lavoratori precari che distribuiscono depliant, unici nostri concorrenti. Coi quali scambiamo due chiacchiere e offriamo il caffè al bar.

I compagni si ritrovano a parlare. All’inizio tra di loro dandosi ragione, ma poi, spinti dalle compagne, si vedono coinvolti nelle discussioni con i cittadini in carne e ossa coi loro problemi e pregiudizi. E si cresce politicamente nella discussione

Alcuni si impegnano a venirci a trovare al circolo. Si fa persino qualche tessera. Di iscritti che si erano persi per strada. E per strada li abbiamo ritrovati.

Pochi rifiutano il volantino. La maggioranza per stanchezza e rassegnazione. Qualcuno perché è fascista, ma il mugugno se lo inghiotte in gola. Finché saremo capaci di tenere piazze strade e posti di lavoro, quel nostro simbolo con la falce e martello, se lo ritroveranno sbattuto sul muso. Altro che metterci fuorilegge.

 Un volantino ci salverà: scripta volant, pugno manent.

 

Giuseppe Carroccia segretario del circolo Luigi Longo Cinecittà Quadraro

Andrea Ilari segretario del circolo Orfeo Mucci Appio

7/3/2020 www.rifondazione.it

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