Fra il papa e il presidente cubano un incontro intenso

40 minuti è durato il colloquio svoltosi stamattina, a partire dalle 9.50, fra papa Francesco e il presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel.

Il comunicato del governo cubano immediatamente diffuso dice che «lo scambio ha consentito di verificare lo stato positivo delle relazioni bilaterali. Sono stati inoltre affrontati temi di interesse nell’agenda internazionale. La parte cubana ha ratificato la volontà di continuare a sviluppare i legami tra i due Stati, riconoscendo il ruolo attivo del Sommo Pontefice nella ricerca di soluzioni ai gravi problemi che affliggono oggi l’umanità, nonché la coincidenza di criteri su questioni come la difesa della pace internazionale, il disarmo nucleare, la tutela dell’ambiente, la promozione della solidarietà e la lotta all’esclusione sociale, alla disuguaglianza e alla povertà. Il Presidente cubano ha avuto anche un incontro con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin».

Ancora più stringato il comunicato della Santa Sede, che dell’incontro con il pontefice non riferisce nulla, mentre si “dilunga” sui contenuti del colloquio fra il presidente cubano e il segretario di Stato: «Successivamente [all’incontro con Francesco] – leggiamo – ha incontrato Sua Em.za il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Mons. Daniel Pacho, Sotto-Segretario per il Settore Multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Durante i colloqui con la Segreteria di Stato, si è parlato dell’importanza dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e Cuba, evocando peraltro la storica visita di San Giovanni Paolo II nel 1998, di cui ricorre il 25° anniversario. Ci si è poi soffermati sulla situazione del Paese e sul contributo che la Chiesa offre, specialmente nei settori della carità. Nel prosieguo della conversazione sono stati toccati alcuni temi internazionali di reciproco interesse, ed è stata rilevata l’importanza di continuare l’impegno per favorire sempre il bene comune».

Al di là del lessico diplomatico, è facilmente individuabile la vastità delle tematiche affrontate dagli ospiti cubani e vaticani. Centrale è stata quella relativa alla guerra, nelle sue terribili conseguenze umane e ambientali, e al rafforzamento dell’impegno per la pace.

Certamente saranno state affrontare questioni più ecclesiali relativamente all’azione sia pastorale della Chiesa cubana che sociale. In quest’ambito, è notorio che uno dei fronti sui quali la Chiesa cubana è più attiva è quello della liberazione di quanti sarebbero in carcere per aver partecipato a manifestazioni di protesta. Altrettanto nota è la risposta delle autorità cubane che non accettano che si parli di “prigionieri politici”: se stanno scontando una pena, sostengono, è perché hanno infranto le leggi.

Nel gennaio scorso, il card. Beniamino Stella, inviato  Cuba da papa Francesco in occasione delle celebrazioni per il 25° anniversario della visita Giovanni Paolo II all’Avana, ha detto di essere latore di un «desiderio» del pontefice: l’amnistia per le centinaia di manifestanti incarcerati a seguito delle rivolte dell’11 luglio 2021, le più partecipate dalla rivoluzione del 1959 dell’ex leader cubano Fidel Castro.

20/6/2023 https://www.adista.it/

*Miguel Díaz-Canel. Foto di The Russian Presidential Press and Information Office tratta da Wikimedia Commons

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