Il colpo di stato USA in Ucraina documentato da Oliver Stone
Il documentario di Oliver Stone sul colpo di stato di Washington in Ucraina, ferocemente censurato e boicottato in occidente, espone una verità molto diversa dalle menzogne raccontate dal governo degli Stati Uniti e amplificate dalla stampa occidentale.
Otto anni fa le rivolte di piazza Maidan a Kiev degenerarono e in tre giorni si contarono oltre 50 morti tra manifestanti e forze dell’ordine.
A sparare furono dei cecchini mercenari fascisti, come documentato da diverse fonti nel film-documentario di Oliver Stone “Ukraine on Fire” (Ucraina in fiamme).
L’intelligence USA scelse quel momento per scatenare il golpe in Ucraina e sbarazzarsi del suo Presidente perché il Governo Russo era troppo concentrato sulle Olimpiadi di Sochi per capire cosa stesse succedendo e per rendersi conto che il colpo di stato era diretto anche contro la Russia.
La stessa fiducia dei russi verso Washington aveva permesso l’assassinio di Gheddafi e la distruzione della Libia.
Fidandosi degli Americani la Russia ritirò il suo veto alla no-fly zone imposta alla Libia, prestando fede alle false rassicurazioni fornite da Washington.
Oliver Stone produsse il suo film-documentario nel 2016 ma fu immediatamente impedita e bloccata la distribuzione negli USA e in tutti i paesi occidentali.
Una versione doppiata in russo fu trasmessa alla TV russa, una versione sottotitolato in spagnola fu mandata in onda in diversi paesi dell’America Latina ma i cittadini del sedicente ‘mondo libero’ non hanno mai potuto vedere quel film.
Quello che i mass media occidentali sbandierarono, e continuano a spacciare, come una ‘rivoluzione colorata’, in realtà fu un colpo di stato messo in scena da gruppi paramilitari di matrice nazista con la regia del Dipartimento di Stato Americano.
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