Il Forum per il Diritto alla Salute, i Congressi per la Salute e come continuare la lotta

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Il Forum per il Diritto alla Salute (FDS) ha partecipato da subito e con entusiasmo al percorso dei Congressi per la Salute, intercettandone l’intuizione e allo stesso tempo raccogliendo il forte bisogno di connettere i movimenti in lotta per il diritto alla salute.
I Congressi per la Salute sono nati durante il periodo di lockdown e il primo si svolse il 28 marzo 2021 dal titolo esplicativo #Sindemia0202, si trattava di un convegno online, come molte iniziative che si potevano fare allora ed è stato un incontro da una parte di esperte ed esperti dall’altra di reti sociali, esperienze di lotta territoriale, sindacati e centri di ricerca.

Il FDS nasce come frutto di un lavoro di connessione di lotte già dal 2016, con iniziative nazionali e locali a Roma, come gruppo informale, nato da persone provenienti da realtà diverse operanti nell’ambito della sinistra e della politica sanitaria, quindi, composto principalmente da operatori/trici sanitari – infermierə, medicə, tecnicə, OSS, fisioterapistə, operatrici delle ditte di pulizia, assistenti sociali, impiegatə che lavorano nella amministrazione delle strutture sanitarie – soprattutto donne, come è il 67,9% degli operatori sanitari. Ma anche persone lgbtqiap+ per questo scriviamo questo articolo con la schwa “ə”, per noi le lettere sono importanti come il pane e le rose e la prospettiva che ci siamo sempre sforzatə di proporre è la salute come tematica “intersezionale” che attraversi più contenuti, piattaforme, lotte e movimenti, il più possibile condivise.
Nel 2019, prima della pandemia, il FDS diventa associazione e si comincia insieme un lavoro collettivo di studio, da una parte, e di partecipazione concreta e attiva alle lotte per il diritto alla salute, dall’altra, tutto questo, dopo le nostre 7-8-10-12 ore di lavoro, spesso sfruttato e malpagato, come è in sanità oggi. La nostra militanza è, come ci ricorda Gramsci, quella che: “per settimane, per mesi, per anni, disinteressatamente, dopo otto ore di lavoro (…) lavora altre otto ore per il partito, per il sindacato, per la cooperativa (…)”, intendendo oggi le lotte nei movimenti.

Agli inizi siamo partiti dalla critica della logica di “Sistema sanitario”, anziché “Servizio sanitario”, come previsto dalla normativa, cambiamento però legittimato dalla riforma Bindi con il D.Lgs.n. 229/1999 con l’equiparazione tra pubblico e privato, soprattutto privato sociale, che concorrono a fare sistema; la riforma Bindi avrebbe potuto correggere radicalmente la controriforma De Lorenzo del D. Lgs. n. 502/1992 e le “bombe a orologeria” già previste negli artt. 25 e 26 della Riforma sanitaria con la L. n. 833/1978 dei convenzionamenti con i privati tra cui i Medici di famiglia, peraltro la Riforma sanitaria prevedeva anche la possibilità di dipendenza, ma non lo fece.

La parola “Sistema” al posto di “Servizio” Sanitario Nazionale come FDS la respingiamo fermamente. La parola “Servizio” ha una valenza etica e sociale che la parola “Sistema” non ha, ma questa serve a giustificare che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico e il privato in tutte le sue forme (accreditato, esternalizzato, convenzionato, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali convenzionati, singoli professionisti a Partita IVA, lavoro interinale) collaborino per fare appunto “Sistema”.

Noi del FDS abbiamo scoperto che la Regione Lazio ha speso ben 200.000 euro (risorse pubbliche) per cambiare i loghi delle ASL e della Aziende Ospedaliere da “Servizio Sanitario Regionale” a “Sistema Sanitario Regionale”. Quanto avranno speso le altre regioni? Gravissimo.
Le Università Bocconi e Cattolica insegnano questo quando formano i Direttori Generali che sono a capo delle Aziende Sanitarie e che sono figure anacronistiche e monocratiche di stampo patriarcale e paternalistico (uomo solo al comando anche quando sono donne) che governano con i Consigli di Disciplina, la repressione e il mobbing verso lavoratrici e lavoratori, occupandosi sempre meno di rispondere ai bisogni di salute delle persone, ma avendo come obiettivo il pareggio di bilancio, che si è ottenuto in questi anni con tagli e ridimensionamenti dei servizi e per i quali ricevono premi di produzione. 

La parola servizio era stata messa in corrispondenza alla parola diritti con la Legge n. 833/1978 che istituiva il SSN per rispondere all’art. 32 della Costituzione che parlava per la prima volta di “diritto fondamentale alla salute”. La cultura dei servizi legata alla parola diritti ha emancipato il nostro paese dalla cultura della beneficenza e del paternalismo assistenziale.
L’attacco al diritto alla salute e al SSN si è sviluppato  attraverso le scelte portate avanti dagli ultimi governi di centrodestra e di centrosinistra ed è alimentato da una campagna promossa dalla Confindustria, dai grandi gruppi assicurativi, da  università pubbliche e private, dal mondo finanziario, dalle  centrali cooperative e trova sponde nella legge del Terzo settore e del privato cosiddetto “no profit”, che implica una trasformazione del mondo del volontariato e delle cooperative da imprese con importanti finalità sociali, utili e di valore, a imprese finalizzate al profitto, incentivate ad investire in forme di assistenza sanitaria integrative e in prospettiva sostitutive dell’intervento pubblico. È la vittoria della sussidiarietà orizzontale, cavallo di battaglia delle grandi lobby private e confessionali.

Terzo settore/no profit in cui forte è lo sfruttamento, anche attraverso molti contratti atipici e P.IVA, in cui è spesso difficile scorgere traccia dello spirito di reciprocità e mutualismo autogestionario che fin dall’800 ha ispirato questa prassi del movimento operaio, ma verso cui lo stesso K. Marx metteva in guardia, come, parimenti, verso il coinvolgimento nella gestione delle assicurazioni sanitarie e previdenziali della Germania di Bismarck.

Non vogliamo difendere il SSN così com’è diventato, anche se ciò che funziona è basato sul lavoro generoso di migliaia di operatorə. Pensiamo che la spinta di lotta e riformatrice che lo ha realizzato si sia da tempo esaurita anche in settori chiave del territorio: salute mentale, consultori, medicina del lavoro, prevenzione, distretti. Che le forze politiche e sociali del movimento operaio e democratico, della sinistra, anche radicale, e del sindacato ne hanno responsabilità, pur con le loro differenze, e che dovrebbero fare una robusta autocritica degli errori fatti negli ultimi decenni sia al governo che all’opposizione. Il Film “C’era una volta in Italia. Giakarta sta arrivando” e che come FDS lo abbiamo presentato più volte nei cinema di Roma e dintorni, insieme agli autori, Greco e Melchiorre e coprotagonisti come Ivan Cavicchi, lo mostra con chiarezza.

La complessiva situazione di arretramento del quadro sociale politico, aggravato dal Governo Meloni, dalla guerra e dalla crisi ambientale, generano anche tra gli operatori sanitari come nei cittadini, paura, spinte di difesa corporative, estesa astensione elettorale o voto alle forze politiche di destra nell’illusione di difendere così presunti privilegi.
Mentre l’ospedale e la medicina/pediatria, specialistica di base e di famiglia resistono come due invarianti già da prima della L. n. 833/1978, per le resistenze corporative e conservatrici che l’attraversano, al di là della professionalità dei singoli. Per quest’ultima vani i tentativi di riformarla con le Case della Salute.

Esse sono ben diverse dall’originale idea del 1972 di G. Maccacaro che le intendeva come luoghi di partecipazione in Distretti di piccole dimensioni. Vennero infatti trasformate nell’ “idea semplice” di B. Benigni nella Toscana all’inizio degli anni 2000, come risposta ai primi grandi accorpamenti delle Aziende sanitarie. Tuttavia il Parlamento con un suo Documento del 2021 ne ha prodotto una fotografia nazionale impietosa.
Ora con il PNRR e il DM n.77/2022 diventano Case di Comunità, ma senza assunzioni di personale e una valutazione critica della precedente esperienza, in una ingegneria istituzionale dall’alto che aprirà le porte al privato.
Questo non vuol dire che non si debbano aprire vertenze locali e nazionali per una radicale trasformazione dell’ospedale, della medicina di base, della salute mentale e della prevenzione, ma senza ambiguità nei contenuti e nelle modalità: dal mutualismo, alla mutualità, alle mutue – assicurazioni, welfare aziendale, welfare di comunità, sussidiarietà, terzo settore – il passo è breve.

Nel 2019 tra le prime iniziative a Roma che proponiamo c’è il seminario dal titolo volutamente provocatorio: “Marx al Gemelli e Keynes alla ASL. Per una critica dell’economia politica in sanità” dove invadiamo il campo dell’economia denunciando il lavoro sfruttato esternalizzato e precario e il problema delle risorse usate per le spese militari e non per il SSN, diritto alla salute e ripudio della guerra, vanno insieme.
Arriva la pandemia, ma noi del FDS ogni volta che usciamo di casa con le mascherine, lo facciamo per andare al lavoro e poi per manifestare contro quello che riteniamo sia stato un vero e proprio attacco al diritto alla salute, quello “fondamentale” dell’art. 32 della Costituzione insieme ad un grave impoverimento culturale, specchio dei cambiamenti della società prodotti dalla progressiva  rivincita del sistema di produzione, vita e consumo dominanti fondati sull’accumulazione di capitale e la corsa ai profitti anche in medicina. 

Dopo il lockdown, il 4 luglio 2020, il FDS organizza insieme a tutte le forze che si erano tenute in collegamento, un’importante manifestazione sotto il Ministero della Salute con l’adesione di ben 27 associazioni, da movimenti della sinistra radicale, ai movimenti femministi, a Medicina Democratica, alla CGIL, ad Attac, a Sbilanciamoci.
L’8 luglio 2020 il FDS partecipa all’Assemblea della Magnolia presso la Casa Internazionale delle Donne dove si interconnette con le realtà femministe e transfemministe romane continuando un lavoro di lotta che alcunə di noi fanno anche contemporaneamente dentro il Tavolo Salute di Non Una Di Meno.

A novembre 2020 aderiamo e partecipiamo alla convergenza dei movimenti e delle realtà sociali italiane: “MAI PIU’ COME PRIMA! INSIEME PER LA SOCIETÀ DELLA CURA”.
A dicembre 2020 siamo ricevuti al Ministero della Salute dall’On. Paolucci, Capo della Segreteria del Ministro della Salute in rappresentanza del ministro On. Roberto Speranza, al quale presentiamo i punti della piattaforma condivisa dopo la manifestazione del luglio precedente.
Insieme alla Società della Cura l’altro fronte nel quale siamo attivi è la lotta contro ogni autonomia regionale differenziata e il PNRR calato dall’alto come ingegneria istituzionale da parte del Governo Draghi partecipando alle manifestazioni sotto il Parlamento.

Il 2021 continuiamo gli impegni di lotta lanciando, insieme a Medicina Democratica, cui peraltro molti di noi sono iscritti, e ad altre associazioni, un’iniziativa comune europea (ICE) con una petizione “No profit on pandemic” contro le multinazionali Pfizer ed Astrazeneca, chiedendo l’immediata sospensione dei brevetti sui vaccini e la realizzazione di un sistema industriale e distributivo pubblico del farmaco, dei vaccini e dei sistemi diagnostici.
Nel marzo 2021, come già detto, partecipiamo al primo Congresso per la Salute, nell’aprile 2021 facciamo uscire le nostre osservazioni sul PNRR predisposto dal Governo Draghi e di contro, insieme alla Società della Cura, scriviamo il “Recovery PlanET il Piano di Transizione verso la società della cura” e a maggio 2021 partecipiamo alle manifestazioni contro il Global Health Summit.

Il 10 aprile 2021 con Medicina Democratica ed altre associazioni, il FDS, organizza un sit-in sotto il Parlamento per l’accesso universale alle cure per tutti, contro la commercializzazione della salute.
Il 25 settembre 2021 a Roma partecipiamo con un intervento alla manifestazione femminista “Donne in piazza” organizzato dalla Casa Internazionale delle Donne.

A novembre 2021 partecipiamo al secondo Congresso per la Salute che si svolge in presenza a Bologna intervenendo ai 4 tavoli di lavoro e contribuendo a scrivere i documenti finali. Anche le realtà promotrici i Congressi per la Salute partecipano alla campagna “No profit on pandemic”.
L’11 dicembre 2021 a Roma raduniamo in Campidoglio le realtà politiche, sociali e di lotta per avviare una riflessione e iniziative concrete sul ruolo del Comune di Roma Capitale e dei Municipi relativamente alle politiche dell’Ente Locale che possano incidere sui determinanti di salute: aria, acqua, reddito, casa, alimentazione, mobilità, istruzione, cultura e servizi sociosanitari, con particolare riguardo al ruolo delle Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere della città.
Nel 2022 per l’8 marzo in occasione della giornata internazionale della donna, il FDS con Medicina Democratica, la Cooperativa BeFree e il Di’Gay Project promuove il convegno con la presentazione dell’opera docu-film di Maria Laura Annibali iniziando con lei una collaborazione di attivismo politico e di lotta intersezionale per i diritti delle persone lgbtqiap+.

Il terzo Congresso per la Salute si è svolto a Roma a maggio 2022 presso il Metropoliz, luogo fortemente simbolico, dove si trova il MAAM museo “abitato” dell’Altro e dell’Altrove, dal titolo: “La salute non è una merce”.
In sottofondo continuano le assemblee della salute regionali e nazionali e dal terzo Congresso nascono la Rete Nazionale Salute che raccoglie le varie realtà promotrici dei Congressi per la Salute ed un Think Thank chiamato “Centro studi per la salute del futuro” per progettare una riforma concreta e rivoluzionaria della sanità. L’assemblea della Rete Nazionale Salute istituisce tre tavoli di lavoro: il tavolo piattaforma che lavorerà sui punti di lotta condivisi; il tavolo censimento che si occuperà di censire tutte le realtà, associazioni, movimenti, comitati di lotta per il diritto alla salute; il tavolo convergenze che lavorerà sulla convergenza con le altre lotte in un’ottica intersezionale e scriverà comunicati per le manifestazioni.

Il 3 settembre 2022 si svolge “L’altra Cernobbio”, importante iniziativa promossa dalla campagna Sbilanciamoci! con il sostegno della Cgil Lombardia e dell’Arci che si svolge accanto e in alternativa al meeting ufficiale di Cernobbio, promosso dallo Studio Ambrosetti, che si tiene, come tutti gli anni, nella lussuosissima Villa d’Este, raccogliendo l’establishment italiano. Quello alternativo si fa in una sala del cinema parrocchiale di Cernobbio, con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di Sbilanciamoci, di Oxfam, di Greenpeace, del Forum diseguaglianze, di Fridays for Future, Medicina Democratica, WWF, Greenpeace, Legambiente, e la Rete Pace e Disarmo, di delegati sindacati, dei segretari della Fiom, della Filt e della Flai e il FDS viene chiamato a partecipare nella terza sessione su politiche di welfare e sanità dal titolo: “Un’economia per le persone e i diritti” spazio alle riflessioni sulla pandemia, per interrogarsi sul ruolo e il futuro della sanità pubblica verso un welfare universale, in questo contesto la Coordinatrice nazionale del FDS, nel suo intervento che segue quello di Rosy Bindi e Vittorio Agnoletto di Medicina Democratica, non può fare a meno di testimoniare, anche da operatrice sanitaria, gli effetti drastici in cui verte il SSN a causa anche del D.Lgs. 229/99 denunciandone le ambiguità della collaborazione tra pubblico e privato, il welfare aziendale e il sistema delle assicurazioni, che in realtà ha creato una sanità di serie A, cioè, di chi ha i soldi e può permettersi di curarsi pagando la prestazione in intramoenia e chi non li ha ed è tagliato fuori dalle cure.

La Rete Nazionale per la Salute, cioè, le realtà promotrici dei Congressi per la Salute, tra cui il FDS, costruiscono e partecipano a due importanti manifestazioni nazionali, una a Bologna a ottobre con 15.000 persone insieme al Collettivo di fabbrica GKN e i Friday For Future ed una a Napoli, a distanza di poche settimane.
Il 5 novembre 2022 a Roma siamo in piazza contro la guerra con il movimento pacifista che replicheremo il 24 febbraio 2023 ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina.
E il 17 dicembre 2022, in concomitanza con la discussione in Parlamento della Legge di Bilancio, in una Roma blindata, si svolge a Roma la manifestazione nazionale: “Vogliamo tutto perche quando c’è tutto c’è anche la salute” della Rete Nazionale per la Salute.

Dal lavoro del tavolo piattaforma della Rete Nazionale per la Salute sono usciti fuori i 14 punti che seguono e che raccolgono le lotte e le istanze portate avanti in questi anni e che noi del FDS stiamo promuovendo, dal titolo:
LA SALUTE NON È UNA MERCE
Riorganizzare il SSN interamente a controllo e gestione pubblica.
– Ridefinizione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non più basato su principi di aziendalizzazione e di privatizzazione.
– Eliminazione del profittevole meccanismo dell’accreditamento, della convenzione con i privati, compresi i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali convenzionati.
– Recupero delle strutture sanitarie inutilizzate e/o abbandonate su tutto il territorio nazionale.
– Rilancio delle politiche di Prevenzione in tutte le attività nei territori e nei luoghi di lavoro.
– Piano straordinario di assunzioni di personale a tempo indeterminato, stabilizzazione dei precari e reinternalizzazioni del personale e delle attività esternalizzate.
– Incremento del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) esclusivamente Pubblico.
– Abolizione delle Assicurazioni Private di malattia nei Contratti collettivi di lavoro Pubblici e Privati e della loro detraibilità fiscale.
– Eliminazione del numero chiuso universitario compresi i corsi di Laurea delle professioni sanitarie e sociali e nei Corsi di – Specializzazione, formazione specialistica universitaria del medico di Medicina Generale.
– Contratto nazionale unico per tutti i lavoratori e lavoratrici della Sanità.
– Rifiuto dell’Autonomia Regionale Differenziata.
– Ridefinizione delle attuali competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali.
– Abolizione di tutti i ticket sanitari, della pratica dell’intramoenia e azzeramento delle scandalose liste d’attesa. 
– Per la democrazia e contro la repressione nel SSN e nella sanità esternalizzata e accreditata.

In questi 14 punti possiamo dire che c’è tutto come quando ci dovrebbe essere la salute, è la visione di un altro genere di sanità per un altro genere di salute come la coordinatrice nazionale del FDS, Elisabetta Papini, ha spiegato su Quotidiano Sanità.

Il primo aprile a Milano si è svolta la manifestazione in occasione della giornata mondiale della salute (che ricorre ogni 7 aprile) dal titolo volutamente provocatorio: “Sani come un pesce?” e che ha visto la partecipazione di oltre 5000 persone in piazza Duomo, indetta da Medicina Democratica, dalla Campagna Dico32 e dal FDS e alla quale hanno aderito circa 60 tra associazioni, movimenti di lotta, femministi e transfemministi, sindacati di base e confederali, partiti politici di opposizione e, con importanti messaggi di solidarietà inviati da Carmen Esbrì, Portavoce delle Mareas Blancas di Spagna; Ramon Vila, Segretario Nazionale del Sindacato SUD Santé Sociaux/Union syndicale Solidaire.

Questo è il prezioso lavoro fatto negli anni dal FDS, che pur nei limiti che hanno tutti, si vuole continuare a proporre come tessuto connettivo, cerniera e punto di riferimento per tutti coloro che vogliono difendere il SSN pubblico e come rete di collegamento in cui si esprimono diverse posizioni, rappresentando la complessità dei territori e degli argomenti. Questo lo viviamo e le nostre proposte per il diritto alla salute, al benessere, alla prevenzione e alla cura di tuttə sono contenute nel Documento Costitutivo e Programmatico che abbiamo presentato a Roma l’11 giugno 2022.

Proprio per questo siamo rimasti colpiti da chi nello scorso numero di Lavoro e Salute, scrive un articolo dove critica pretestuosamente il FDS, dal titolo: “Quale futuro per i congressi per la salute?”, autore, Luca Negrogno, assai poco presente nei processi che hanno preceduto e seguito i Congressi per la Salute, che stanno continuando, e che porteranno all’Assemblea del Congresso per la Salute che si svolgerà a giugno a Firenze. Se era veramente così preoccupato del futuro dei Congressi per la Salute, allora, dove stava l’autore quando si elaboravano i 14 punti descritti sopra? Dove stava quando ci sono state le manifestazioni di Bologna, Napoli e Roma? Dove sta, quando ogni mese si svolgono le assemblee nazionali? Semplicemente “non pervenuto”.

Oggi, nella situazione drammatica in cui verte la sanità, nel continuo attacco al diritto alla salute, abbiamo capito che è necessaria sia l’elaborazione teorica e culturale che vertenze e azioni di lotta locali nelle regioni e nei territori con gli altri soggetti del movimento di lotta per la salute, le organizzazioni sindacali e politiche che vi partecipano. E questo tanto più in quella Emilia Romagna dell’autore anche per la particolare storia politico sociale di quella Regione, spesso punto di riferimento in passato, a torto o a ragione, per molti operatori, ma da cui non giungono analisi sul Servizio Sanitario Regionale attuale e la sua attuale condizione e crisi ,seppure con molti margini rispetto ad altre Regioni.

Ci sarebbe bisogno di “pensare globalmente e agire localmente” come propone il movimento ambientalista, e non di essere divisivi con l’autopromozione individuale autoreferenziale, che non ha nulla di originale, mentre altri si sporcano le mani lavorando 7-8-10-12 ore al giorno, sfruttati e malpagati, poi si lavano le mani, perché lavorando in sanità, sanno quanto questo gesto salvi la vita, e si uniscono a chi lotta come loro per cambiare questo mondo ingiusto.
Per tutto questo e per tanto altro è necessario continuare a ricreare un movimento collettivo, ampio e partecipato, attraverso forme di lotta alternative, originali e nonviolente, da ripensare insieme, che prefigurino nei contenuti e nelle forme la società e la sanità che vogliamo.
Un movimento forse in un primo momento in minoranza, ma non minoritario e che si unisca a tutti gli altri nel mondo.

Elisabetta Papini, coordinatrice infermieristica struttura sanitaria accreditata, Coordinatrice nazionale del Forum per il Diritto alla Salute.
Giulia Maderni, infermiera centro rianimazione Azienda sanitaria, sportello salute popolare Centro sociale Acrobax, Coordinamento nazionale del Forum per il Diritto alla Salute.
Francesco Palmeggiani, medico radiologo Azienda sanitaria, Segretario regionale Lazio FP CGIL medici e dirigenti sanitari.
Giuseppe Graziano, medico igienista già Direttore sanitario ospedaliero, Medicina Democratica.

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