Il quadro “preoccupante” della salute mentale a livello mondiale. Il Report del Global Mind Project

Introduzione

L’ultimo report del Global Mind Project, pubblicato on line a marzo 2023, presenta un quadro post pandemico preoccupante: la salute mentale è profondamente peggiorata dopo la pandemia di COVID19, in particolare per i giovani e soprattutto nei Paesi più ricchi, mentre la situazione è migliore in molti dei cosiddetti Paesi “meno sviluppati”, dell’ Africa e America Latina.

The Global Mind Project è un ampio progetto nato per analizzare e comprendere le relazioni tra benessere mentale, e i cambiamenti dell’ambiente sociale, tecnologico e culturale. Tra le sue azioni, la creazione di un ampio e onnicomprensivo database a livello mondiale di informazioni sulla salute mentale articolate in profili, stili di vita, fattori esperienziali, ricavate dalle risposte inserite via internet; l’obiettivo ambizioso è realizzare una mappa costantemente aggiornata della situazione della salute mentale a livello mondiale, utile per la realizzazione di politiche sociali e interventi maggiormente efficaci.
Il progetto è gestito da Sapien Labs , un’organizzazione non profit fondata nel 2016, con sede legale a Washington e team di lavoro presenti in varie parti del mondo che si occupano di ricerca e sviluppo in vari ambiti connessi alla salute.
Il database è implementato da più di 500.000 persone – residenti in 71 Paesi – che inseriscono regolarmente le loro risposte via internet.

I risultati principali

Il report del 2023  – il quarto pubblicato sinora – si basa sulle risposte ad una survey on line anonima avviata nel 2019 che ha analizzato 47 aspetti del “funzionamento” mentale attraverso una scala/strumento di valutazione della qualità della vita (Life Impact Scale) e la misurazione complessiva di un “quoziente di salute mentale”, l’MHQ (Mental Health Quotient).
L’MHQ, coerente con la definizione di stato di benessere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, concerne le competenze/abilità personali per fronteggiare le classiche situazioni di stress e le comuni avversità della vita, e dare un contributo proficuo alla società: consente perciò di ricavare informazioni su varie dimensioni del benessere mentale in relazione a specifici aspetti del “funzionamento mentale”, quali il Sé Sociale, Stato d’animo & Sguardo, Adattamento & Resilienza, Spinte & Motivazioni, Conoscenza/apprendimento, Collegamento Mente – Corpo.

MHQ dimensions: Figura tratta dal Report, capitolo 4 “ Mental wellbeing trends across the 6 dimensions”

Nel 2023 il punteggio medio del quoziente misurato nei 71 Paesi partecipanti era pari a 65 su una scala di 300 punti, di cui il 27% dei partecipanti erano stati classificati come “stressati o affaticati”, e solo il 38% come “appagati/soddisfatti o rigogliosi/vigorosi”.

Dal 2019, negli 8 Stati di lingua inglese partecipanti alla survey il quoziente di salute mentale si è abbassato dell’8% tra il 2019 e il 2020, periodo coincidente con l’inizio della pandemia di covid19.

Nel 2021 – anno di pubblicazione del primo Report – quei Paesi avevano avuto un ulteriore declino del quoziente del 3%. E – cosa preoccupante – il quoziente medio e la percentuale di partecipanti “stressati o affaticati” erano cambiati di pochissimo. Analogamente, nei 32 Paesi monitorati dal 2021 e nei 64 Paesi monitorati dal 2022 la situazione è rimasta relativamente stabile.

La responsabile scientifica di Sapien Labs, Tara Thiagarajan, durante un’intervista pubblicata quest’anno sul portale di informazione medica Medscape ha dichiarato: “Può essere visto come incoraggiante il fatto che il declino/peggioramento dello stato mentale registrato durante la pandemia si sia fermato, ma sfortunatamente non c’è stato alcun miglioramento, non si vedono neppure i segnali di un inizio di ripresa o tendenza a un ritorno verso i livelli registrati pre-pandemia”.

I Paesi con i livelli di quoziente di salute mentale più elevati sono la Repubblica Domenicana, Sri Lanka, Tanzania, mentre Brasile, Sud Africa, Regno Unito e Uzbekistan hanno registrato i punteggi più bassi: questi dati testimoniano una differenza del 14% tra i Paesi classificatisi in cima alla classifica/elenco risultante dalla survey e quelli al fondo. Il punteggio medio degli Stati Uniti ha fatto assegnare a questi ultimi una posizione a metà classifica.

La percentuale minore di persone che si dichiaravano “stressate e affaticate” era in Sri Lanka (14%) e in Italia, Georgia e Nigeria (17% per tutt’e tre i Paesi), mentre le percentuali più alte le troviamo nel Regno Unito e in Sud Africa (35% per entrambi i Paesi), in Brasile (34%) e in Australia (33%). 

Alcune considerazioni degli autori

Colpisce che i Paesi posizionatisi in cima alla classifica non siano quelli con un’economia fiorente. Gli autori del report si sono interrogati sulle possibili spiegazioni alla base di un migliore benessere mentale in Paesi come la Tanzania e la Repubblica Domenicana invece che – come ci si sarebbe aspettato – in Paesi più ricchi come quelli dell’area anglofona (Stati Uniti, Regno Unito, Australia)Una delle ipotesi riguarderebbe la correlazione con l’età, su cui gli autori fanno delle considerazioni. Negli 8 Stati di lingua inglese il benessere mentale dei gruppi più giovani (età inferiore a 34 anni) è peggiorato rispetto al valore registrato prima della pandemia, mentre per le persone di età pari o superiore ai 65 anni non c’è stata alcuna variazione significativa. E’ possibile che l’aver attraversato e superato in passato periodi critici abbia dotato le persone più anziane di un atteggiamento di maggiore resilienza. Un’altra ragione per cui le persone anziane se la cavano meglio potrebbe essere l’utilizzo di internet e in particolare il ruolo giocato dagli smartphone. Un recente Brief Report (Sapien Labs, 2023) ha rilevato che quanto più precocemente un/a ragazzo/a riceve il primo smartphone, tanto più aumenta il rischio di una “cattiva” salute mentale in età adulta, soprattutto per il genere femminile; inoltre, il Sé Sociale (il modo in cui ognuno vede se stesso e si relazione con le altre persone) migliora in maniera netta e i pensieri suicidari si riducono in maniera significativa con l’aumento dell’età di utilizzo del primo smartphone. Nei Paesi sub-sahariani internet è arrivato più tardi rispetto ad altri Paesi, e l’età media a cui viene regalato uno smartphone è più alta; mentre in altri Paesi, ad esempio nel Regno Unito, si sta abbassando sempre più l’età in cui viene regalato il primo smartphone.Un’altra possibile spiegazione sarebbe collegata al consumo di cibi ultra processati (alimenti confezionati e pronti per essere riscaldati o consumati direttamente, frutto di ripetute lavorazioni industriali), molto più comune nei Paesi più ricchi rispetto ai Paesi più poveri (la survey richiedeva di rispondere anche a questo tipo di domande sugli stili di vita). I Paesi collocatisi nei primi posti della classifica del report hanno riferito un minor consumo di cibi ultra processati, mentre quelli con il consumo più elevato di questo tipo di alimenti – ipercalorici – presentavano bassi indici di salute mentale. Esiti di “cattiva” salute mentale – in particolare depressione, ma anche problemi di scarso controllo emotivo e problemi cognitivi – sarebbero collegati al consumo eccessivo di questo tipo di cibi, secondo gli autori, che hanno rilevato questo tipo di effetto in gruppi di varie età e genere. Un terzo fattore – ipotizzato già all’interno del Report 2022 – enfatizza il valore protettivo dei legami familiari forti, tipico nei Paesi economicamente più svantaggiati, mentre nei Paesi occidentali in generale le famiglie appaiono più “disgregate”. Infine, la “connessione sociale” (il modo in cui gli individui si connettono e relazionano tra di loro) e le abilità relazionali sono individuate come ulteriore fattore di promozione di una buona salute mentale.

Messaggi chiave

  • I livelli di salute mentale si sono abbassati dopo la pandemia di covid19, e sono rimasti tali, senza alcun segnale di ritorno ai livelli precedenti.
  • Il peggioramento più marcato ha riguardato le generazioni più giovani, in particolare le persone di età inferiore ai 35 anni, mentre per le persone over 65 anni i valori sono rimati stabili.
  • Molti Paesi dell’Africa e dell’America Latina si sono posizionati nella parte alta della classifica rispetto al livello di benessere mentale rilevato, mentre i Paesi più ricchi dell’area geografica anglofona come ad esempio Regno Unito e Australia si sono ritrovati al fondo della classifica (risultato analogo ai precedenti report).

Sitografia

LINK diretto al REPORT (in lingua inglese):
The Mental State of the World in 2023. A perspective on internet-enabled Populations. The Global Mind Project. March, 4. 2024.  https://mentalstateoftheworld.report/2023_read/

LINK all’intervista pubblicata su Medscape Psychiatry l’8 marzo 2024: https://www.medscape.com/viewarticle/global-report-paints-worrying-picture-post-pandemic-mental-2024a10004go?ecd=wnl_tp10_daily_240308_MSCPEDIT_etid6361586&uac=392314DK&impID=6361586

LINK al BRIEF REPORT Age of First Smartphone/Tablet and Mental Wellbeing Outcomes, Global Mind Project, Sapien Labs, May 15 ,2023. https://sapienlabs.org/age-of-first-smartphone-tablet-and-mental-wellbeing-outcomes/

Rita Longo

17/4/2024 https://www.dors.it/

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