INQUINAMENTO DA PARTICOLATO

A Brescia si potrebbero evitare 232 morti all’anno per inquinamento dell’aria se fossero rispettate le linee guida dell’OMS. A sancirlo una ricerca pubblicata del Barcelona institute for global health, pubblicato mercoledì 10 novembre sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet: nel report sono analizzati i decessi da Pm 2,5 e da biossido di azoto (No2) in mille città europee. Brescia si conferma la città con la più alta mortalità d’Europa dovuta all’inquinamento dell’aria. Ben 4 le citta’ italiane nelle prime dieci posizioni: oltre a Brescia, Bergamo, Vicenza e Saronno.

Secondo le nuove linee dell’Oms i morti in tutta Europa per Pm 2,5 sarebbero 109.000, 57.000 per No2. Secondo lo studio non solo, l’inquinamento da particolato incide sulla salute pubblica, ma, anche, sulle tasche dei contribuenti: la spesa media per cittadino europeo legata all’inquinamento atmosferico “vale” 1.276 euro all’anno pro capite, in considerazione di spese mediche e giorni di assenza dal lavoro.

“La correlazione tra livelli di inquinamento e la salute sono ormai dati scientifici acquisiti da tempo. La mortalita’ è l’apice di una situazione assai peggiore che vede l’insorgere nella popolazione di malattie cardiovascolari e leucemie, ricadute sulle gravidanze , ma anche attacchi d’asma e allergie che aumentano esponenzialmente tra i bambini” ricorda ai nostri microfoni Celestino Panizza di ISDE associazione Medici per l’Ambiente.Ascolta o scarica

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“Secondo i dati a disposizioni le morti per inquinamento nella nostra provincia sono circa 1000 all’anno di cui la meta’ nella sola citta’ di Brescia. Serve mettere in campo un piano nazionale aria, nuovi standard per agricoltura e allevamenti intensivi e misure locali piu’ incisive nel trasporto pubblico urbano” ricorda invece Carmine Trecroci docente di economia politica alla Statale di Brescia e coordinatore Centro sviluppo sostenibile. Ascolta o scarica

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Da Radio Onda d’Urto

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