La guerra capitalista. Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista
Da diversi anni seguo il cammino di pensiero e di elaborazione teorica del grande Emiliano Bramcaccio. La sua impressionante competenza, l’adamantina lucidità e la sua onestà intellettuale sono per me un faro ed un conforto. Negli ultimi anni del liceo e in quelli dell’università ho fatto anche studi economici che per quanto rapsodici mi consentono un po’ di distinguere l’argento dalla mica. Brancaccio è argento vivo, perché il suo sapere critico vivifica il senso della “scienza” economica smascherando gli ideologismi corrotti dell’economia e della politica economica al servizio dei potenti, le aggressioni spietate al sacro valore dell’uguaglianza, della libertà individuale e sociale, e della democrazia autentica. Brancaccio apre orizzonti e praterie ad un nuovo progetto di società in cui gli strumenti economici si pongano al servizio di un umanesimo radicale.
In questi giorni in collaborazione con i suoi valenti colleghi Raffaele Giammetti e Stefano Lucarelli esce un’opera dal titolo programmatico di “La guerra capitalista” che è a mio parere un lavoro necessario per tempestività e lungimiranza. Questo studio mostra con sguardo inappuntabile e inconfutabile perché la ipertrofica concentrazione dei capitali porta ineluttabilmente alle guerre che trascinano l’umanità verso un esistenza di miseria consumistica, nuovo schiavismo e brutale sfruttamento degli ultimi. Questo capitalismo è una metastasi che si auto riproduce per devastare l’umanità a favore dell’insensata, patologica e delirante ricchezza di pochissimi.
Questa indagine è fondamentale per orientarsi nell’apparente caos che disorienta chi subisce l’infodemia dell’informazione mainstream. Non è solo per specialisti, è per tutti coloro che sono disposti ad abbandonare la marea montante dello starnazzìo/propaganda dei media, per applicarsi a restituire dignità alla propria intelligenza.
Moni Ovadia
gennaio 2023 https://www.sulatesta.net/
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