L’anemia priva i bambini di Gaza dell’allattamento

Gaza – PIC. Le donne che hanno appena partorito nella Striscia di Gaza soffrono dell’impossibilità di allattare naturalmente i loro bambini a causa della malnutrizione dovuta alla guerra e al blocco. Di conseguenza, ricorrono al latte artificiale per neonati.

Questo avviene mentre la maggior parte degli ospedali della Striscia di Gaza è fuori servizio a causa della devastante aggressione israeliana all’enclave assediata. Alcuni ospedali, tuttavia, continuano a fornire servizi sanitari in condizioni estremamente difficili e complesse.

Uno di questi è l’ospedale internazionale al-Helu, nel nord della Striscia di Gaza, che continua a operare nonostante le restrizioni israeliane e il blocco imposto.

All’interno dei corridoi dell’ospedale, la madre palestinese Nahil Abu Samaan cerca di calmare il suo bambino affamato con piccole dosi di latte, tra una grave carenza di latte artificiale. Nahil soffre di malnutrizione a causa del blocco israeliano all’entrata di cibo e medicine.

Racconta: “Ho partorito mio figlio nell’ospedale internazionale di al-Helu in condizioni molto difficili. Non ho vestiti per il bambino, né latte, né cibo, né bevande”.

Nahil si appella al mondo affinché fermi la guerra genocida su Gaza, fornisca soccorso ai residenti e offra supporto medico e umanitario agli ospedali che operano nel settore, in modo che possano fornire un’assistenza sanitaria adeguata ai pazienti e ai feriti.

Il medico Raja Jihad descrive la situazione delle donne nell’ospedale: “Le donne incinte soffrono di malnutrizione, sono senza alcuna preparazione per il parto o per le esigenze del bambino. Non hanno nemmeno pasti post-natali”.

Aggiunge: “Ad alcune donne incinte mancano il nutrimento e l’acqua necessari. Facciamo del nostro meglio per fornirli e proteggere la donna incinta da qualsiasi pericolo per la sua vita e quella del suo bambino”. Sottolinea che la carenza di nutrimento influisce negativamente sulla salute delle madri che allattano, che hanno bisogno di un’alimentazione corretta e adeguata per sostenere l’allattamento al seno.

L’esperta evidenzia le sfide affrontate dal personale ospedaliero, tra cui le interruzioni di corrente, il lavoro al buio, la carenza di materiali per la sterilizzazione, di medicinali, di forniture mediche e del carburante necessario per far funzionare i generatori di riserva.

Tharwat al-Helu, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ospedale internazionale Al-Helu, conferma che il sistema sanitario di Gaza e del nord è completamente collassato e spiega che l’ospedale ha ricevuto molti casi dall’inizio della guerra, tra cui parti naturali e cesarei, interventi post-natali, infezioni gravi e malnutrizione.

Aggiunge che le équipe mediche dell’ospedale conducono test ed esami medici per circa 70 casi al giorno, rivelando che tutte le madri soffrono di grave anemia e infezioni senza precedenti.

Sottolinea le difficoltà e le sfide che il loro lavoro deve affrontare, tra cui la carenza di carburante, forniture mediche, aiuti di soccorso, la carestia vissuta da Gaza e la crisi idrica. Sottolinea l’importanza di fornire cibo alle madri, ai bambini e al personale medico.

Al-Helu osserva che nessun aiuto ha raggiunto l’ospedale dall’inizio dell’invasione di terra a Gaza alla fine dello scorso ottobre, confermando che si sta vivendo una vera e propria carestia. Ciò ha portato all’impossibilità per le donne di allattare i propri figli a causa della malnutrizione, in assenza di quantità sufficienti di latte artificiale.

Le organizzazioni sanitarie mondiali mettono in guardia dagli effetti della politica della fame e del blocco, chiedendo aiuti, assistenza e soccorso per i bambini di Gaza e le loro madri di fronte al disastro sanitario causato dalla brutale offensiva israeliana alla Striscia di Gaza.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.

16/3/2024 https://www.infopal.it/

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