Lavoro sociale in appalto. Stato di agitazione nazionale

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Le sottoscritte Organizzazioni Sindacali, in considerazione delle pessime condizioni e della crescente precarietà che caratterizzano il lavoro nei servizi pubblici esternalizzati, comportando il progressivo peggioramento della qualità dell’assistenza, in particolare dei servizi educativi per l’inclusione scolastica per gli alunni e le alunne con disabilità, Vi espongono quanto segue.

Il settore dei servizi socioassistenziali ed educativi, quasi completamente esternalizzato, è caratterizzato dall’aumento costante del lavoro povero, dalla discriminazione salariale e di diritti fra le figure operanti nello stesso contesto con contratti diversi. Evidenziamo, in particolare le disparità di trattamento all’interno delle scuole comunali e statali, dove lavorano, fianco a fianco, i dipendenti dello Stato e il personale esternalizzato, tra i quali gli assistenti educativi all’autonomia e alla comunicazione.

La suddetta figura, istituita dalla Legge 104/1992, è declinata in maniera diversa in ogni territorio, in quanto il servizio è affidato agli enti locali, che lo gestiscono in modalità differenti in base alle capacità organizzative e finanziarie di cui dispongono. In alcune regioni tale mansione viene ricoperta dalla figura professionale dell’educatore, peraltro già esistente all’interno del contratto pubblico del MIM, mentre, in altre regioni vengono richiesti requisiti differenti.

Riteniamo, per quanto sopra esposto, che l’attuale configurazione e le condizioni di lavoro nei servizi esternalizzati non sia più accettabile.

Contestiamo pertanto:

. la discriminazione esistente tra figure esternalizzate e figure assunte dal servizio pubblico che co-operano nella stessa struttura.

. il lievitare dei costi del servizio educativo per l’inclusione e di tutti i servizi socioeducativi ed assistenziali a carico degli enti locali, i quali impiegano buona parte delle risorse a solo vantaggio del mantenimento delle cooperative sociali.

. il progressivo decadimento della qualità del servizio educativo, che non risponde alle reali necessità dell’utente e del lavoro multidisciplinare, essendo legato quasi esclusivamente al computo matematico sulle ore frontali, affidate alle cooperative sociali, senza tener conto delle necessarie ore NON frontali (programmazione del Progetto Educativo Individuale).

. La completa assenza di salario e di qualsiasi ammortizzatore sociale nei periodi di chiusura da calendario scolastico (Natale, Pasqua, ponti, estate).

. La mancanza di una visione complessiva e sistemica del ruolo degli operatori/trici educativi per l’autonomia e la comunicazione, sia nel percorso di inclusione delle persone con disabilità, sia nella società stessa.

Proponiamo dunque:

L’assunzione diretta da parte del Ministero Istruzione e Merito di quanti e quante lavorano attualmente nei servizi educativi per l’autonomia e l’inclusione.

Riteniamo che il rinnovo del contratto nazionale cooperative sociali, approvato recentemente, non possa in alcun modo a sanare le condizioni di precarietà e sfruttamento di questa categoria di lavoratori e lavoratrici, né dal punto di vista economico né dal punto di vista normativo, non erogando risorse in grado di avvicinare i salari a quelli del pubblico impiego e tenendoli schiacciati alla soglia di povertà.

Per tutti questi motivi, viene indetto lo stato di agitazione della categoria a livello nazionale.

Restiamo, comunque, disponibili ad un confronto, finalizzato alla risoluzione delle problematiche esposte.

Federico Colomo ADL Cobas

Emanuele De Luca CLAP-Camere del lavoro autonomo e precario

Simone Felice Cobas Lavoro Privato

Moira Aloisio CUB scuola università e ricerca

Matteo Maserati Sial Cobas

Rosella Chirizzi SGB

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