L’esercito di Amazon

Amazon assume militari per le posizioni manageriali nell’azienda.

Sono capitato per caso sul seguente annuncio: https://www.amazon.jobs/it/jobs/1797230/area-manager-shift-manager-italy . Scrivendo con il professor Alessandro Costa)  l’articolo sulle forze mercenarie dal titolo “Wagner il Kalashnikov occulto di Putin” ho avuto conferma che il mondo militare incontra notevole interesse da parte delle grandi imprese, e non solo per operazioni militari e di sicurezza. Mi sono stupito, infatti, nel vedere che Amazon assume direttamente ex militari o militari che vogliono darsi una qualche chance nel settore privato.

Non ho intenzione di rinnovare l’invito a non acquistare prodotti da Amazon, anche se esso è ampiamente giustificato per difendere le migliaia di piccoli esercizi commerciali che animano l’ambiente delle nostre città e non solo, ma forse vale la pena di riflettere su questo “strano” reclutamento.

Prima dell’annuncio che ho riportato, l’invito a partecipare alle selezioni spiegava anche che:

“Ad Amazon migliaia di veterani e coniugi di personale militare guidano l’innovazione e portano miglioramenti al livello di esperienza del cliente[…] Ogni giorno queste persone utilizzano la loro conoscenza, le loro abilità e le loro capacità di leadership in una grande varietà di ruoli lavorativi nel mondo, tutto per i nostri clienti[…]” https://www.amazon.jobs/it/military

Niente di più vero, Amazon è leader nelle innovazioni futuristiche in tutto il mondo, offrendo un gigantesco numero di prodotti a tutti i cittadini del pianeta a prezzi competitivi e con una logistica straordinariamente efficiente. Amazon sta entrando anche in campi futuristici facendo concorrenza agli stati nella conquista dello spazio.

Continuando sull’annuncio, l’ultima affermazione è seguita da una domanda: “Non è facile ridefinire tutto ciò che è possibile. Accetti la sfida?”

Nel famoso film di Verdone, il personaggio di Leo avrebbe risposto: “In che senso?”. Come mai una sfida tecnologica è proposta a degli ex militari? Le compagnie della Silicon Valley reclutano giovani geniali in tutto il mondo, ma non mi pare si tratti di ex militari.

Allora perché Amazon è interessato a loro? Tra le altre cose l’annuncio parla di leadership, e questo è proprio il mestiere dei militari: comandare assicurando efficienza e disciplina. Da molte parti però la multinazionale è criticata proprio per la gestione del suo personale, controllato da algoritmi, che generano un lavoro meccanico, duro e spesso con salari inadeguati.

Allora non potrebbe essere che i militari sono un ottimo strumento per assicurare un lavoro disciplinato e sottomesso, e non certo per favorire l’innovazione tecnologica?

 A qualcuno potrebbe venire il cattivo pensiero che servano dei capi con il frustino in mano perché i dipendenti possano essere più efficacemente sfruttati e dissuasi da ribellioni, critiche e rivendicazioni.

Comunque “l’esercito di Amazon” in America sembra aver avuto successo. Avrà successo anche in Italia? Non c’è alcun dubbio che per migliaia di giovani ex volontari dell’esercito, con una laurea e in cerca di occupazione, questa potrebbe essere una occasione da prendere al volo, vista anche la situazione occupazionale del nostro paese. A tal proposito l’articolo di Daniele Martini, pubblicato sul giornale “Domani” del 02/12/21 intitolato “Le forze armate italiane sono diventate una fabbrica di precari”, avvalora questa ultima affermazione. I dati sconcertanti riportati da Alberto Pagani, capogruppo del PD, non fanno ben sperare quei ragazzi che sognano la gloriosa carriera militare: sono infatti 200 mila i soldati che vengono “congedati senza demerito”, a fronte di 250 mila giovani reclutati. Questi nuovi disoccupati sono soldati che hanno prestato servizio in zone di guerra, anche per sei, sette anni e che ora sono chiamati a prestare servizio nei grandi centri di Amazon. Se convenisse agli altri 50 mila soldati, passati in servizio permanente, lasciare la posizione di militare per passare ad Amazon non possiamo saperlo, ma la presenza di ex militari in un’impresa dovrebbe essere presa più seriamente dai sindacati e da tutti coloro che difendono il lavoro nel nostro paese. A questo proposito la nuova legge n°1893 approvata dal senato il 17 novembre 2021 prevede delle “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo” e quindi la possibilità da parte dei sindacati di organizzarsi anche tra il personale dell’esercito, clausola che era già stata sancita dalla Corte costituzionale con la sentenza n°120/2018. Questa legge però lascia spazio a dei dubbi, evidenziati soprattutto dalla quasi totalità delle sigle dei sindacati militari, che lamentano la poca agibilità dei sindacati stessi all’interno delle forze armate militari. 

Fabrizio Caputo

15/1/2022 https://www.lafionda.org/

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