Libri per l’estate

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A cura di Giorgo Bona Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

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Acido lattico

Saverio Fattori Oligo, 2023

Per affrontare la lettura di un libro come questo che entra nel mondo dell’atletica e di una disciplina come il mezzofondo, disciplina che richiede una tenacia e una resistenza notevoli, preparatevi come se foste dentro una competizione, per cui non sottraetevi a un riscaldamento.
Prima di ogni gara è previsto che l’atleta si sottoponga a questa fase, ovvero una mezz’ora di corsa leggera e qualche allungo che anticipa la linea di partenza. Serve per un riscaldamento muscolare adeguato ed evitare possibile conseguenze di infortuni.

Il mezzofondo ha origini popolari, si dice contaminato dal mondo agricolo e operaio. Salvatore Bettoi non era forse conosciuto come il Sarto di Volpago? Dorando Petri era o non era il fornaretto, garzone di una pasticceria a Carpi? Le virtù podistiche hanno radici nel microcosmo delle campagne, delle fabbriche, delle piccole medie aziende, non nei salotti dell’aristocrazia e della società che conta.

Con questo romanzo mi viene naturale accostare Saverio Fattori a uno dei maggiori scrittori del realismo inglese, Alan Sillitoe, con La solitudine del maratoneta, un libro che ripercorre durante una maratona i pensieri agitati del suo protagonista, un giovane scapestrato rinchiuso in un riformatorio che si domanderà ad ogni passo della gara per cosa stia correndo, trovando l’unica risposta possibile quasi al traguardo.

E se la maratona come il mezzofondo rappresentano un riscatto sociale non può mancare in questo racconto un paese proletario, ribelle, frustrato, attraverso una serie di personaggi colti nella loro quotidianità.

Acido lattico è il romanzo che parla del mezzofondo, il volto oscuro dello sport professionistico.
Al centro della vicenda, quasi sempre in pista, c’è Claudio Seregni, promessa dell’atletica italiana.

Saverio Fattori dimostra di conoscere bene il mondo del mezzofondo perché sa entrare in particolari tecnici che soltanto uno che ha praticato questo sport può conoscere.

L’autore gira il coltello nella piaga del realismo ispirandosi a fatti veri con il doping in primo piano, dove il protagonista è un atleta vicino ai trent’anni alle prese con il miraggio delle olimpiadi di Pechino cui non rinuncerà per nulla al mondo.
Un noir dove ci sarà l’indagine di un omicidio ma soprattutto prende in esame la passione per la corsa e l’atletica leggera quando giunge a certi livelli non ha più nulla di così puro e felice.

Titolo non è più appropriato. Acido lattico.
L’acido lattico appena entra in circolo intossica i muscoli e la fatica annebbia la mente. E il protagonista comincerà a ignorare principi etici sperimentando combinazioni chimiche farmacologiche, coadiuvato da un coach senza scrupoli.
E quando si imbatte in Clara, giovane promessa non mantenuta del mezzofondo passata a studi umanistici decide di conoscerla a fondo.
Ma qui succede un fatto inaspettato: Clara prima dell’incontro si toglierà la vita.

Da quel momento alzerà la testa e comincerà a farsi domande durante la corsa, quelle domande accompagnate da terribili dubbi.

Se Claudio Seregni è il protagonista del romanzo di Saverio Fattori e se il mondo dello sport può offrire al mondo anche risvolti tremendi, questo personaggio potrebbe essere orribilmente reale e se esistesse davvero ci imporrebbe delle domande altrettanto orribili: davanti a tanta spregiudicatezza, a figure così immorali possiamo ancora pensare che ci sia una via d’uscita per credere a un mondo dello sport senza sporche contaminazioni?

Al di là della trama, che potrebbe anche essere una storia vera, che affronta temi come l’amicizia, la competizione, l’immigrazione, il razzismo, tutti argomenti di una contemporaneità quotidiana, quello che colpisce è l’uso della forma: una minuziosa e chirurgica ricerca linguistica che affonda come un bisturi, così come il linguaggio della narrazione incisiva e penetrante.

E se le parole sono un cardine sociale a volte diventano un palcoscenico di rappresentanza e in questo caso i principi canonici di un romanzo come questo e bussano insistenti per rendere potente una storia.


Strane lealtà

Feltrinelli 2017

William McIlvanney è considerato uno dei maggiori scrittori scozzesi contemporanei. Figlio di un minatore, laureato all’università di Glasgow ha fatto l’insegnante prima di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno, dove ha costruito la figura dell’ispettore di polizia Jack Laidlaw, protagonista delle sue storie.
Strane Lealtà è Il terzo della serie. Altrettanto bello come i precedenti, quello sicuramente più introspettivo, dove entrano in gioco gli affetti e i legami con le persone care, dove Jack Laidlaw si trova ad affrontare una morte dura da accettare, quella di suo fratello Scott, proprio mentre il lavoro vacilla e il suo matrimonio sta affondando.

La morte viene classificata dalla polizia come un incidente: Scott è stato investito da un’auto in maniera fortuita. Jack non ci crede e si immerge nella vita del fratello scoprendo numerosi indizi che danno ragione ai suoi sospetti.
L’indagine sarà un tuffo dentro il passato dove il protagonista scoprirà alcune cose anche sul proprio conto di cui non era a conoscenza.

L’autore è considerato da The Telegraph uno dei 50 scrittori di gialli da leggere prima di morire, insieme a Arthur Conan Doyle, Edgar Allan Poe, Raymond Chandler e James Ellroy per citarne alcuni, ed è dotato di una straordinaria abilità nel mettere in scena un dramma duro e romantico allo stesso tempo, una pietra miliare della letteratura di genere.


Red or Dead


David Peace Il Saggiatore, 2014

David Peace è stato inserito nella lista dei maggiori scrittori inglesi. Celebre il suo libro GB 84, il romanzo duro e crudo di 53 settimane di sciopero ininterrotto che contrappongono i minatori al primo ministro Margareth Thacher con arresti, violenze, famiglie disperate, crumiri, corruttori e corrotti.

Non da meno è sicuramente Red or Dead, un romanzo sul calcio che vede protagonista Bill Shankly, il celebre allenatore che nel 1959 assunse la guida del Liverpool in seconda divisione inglese portandolo ai fasti nazionali ed europei.
Per Shankly il calcio era sempre stato una missione, uno scopo di vita, un mezzo per trasformare calciatorii e tifosi, per ricambiare la loro fiducia.

David Peace canta l’ascesa del Liverpool Football Club, l’ossessione di un uomo per il calcio, il suo desiderio di vittoria e il suo amore per calciatori e tifosi.
Giorno dopo giorno l’autore costruisce gli inizi fino al ritiro di Bill Shankly, i dubbi e i rimpianti di un personaggio che vorrebbe ricominciare tutto da capo mentre si aggira per Liverpool come un re decaduto, amato dai tifosi ma osteggiato dallo stesso club che ha portato in trionfo.

Una scrittura incisiva e penetrante che non è soltanto il racconto di un uomo e di una squadra, ma che dà una visione a 360° dell’epoca d’oro del calcio inglese.


Il nostro amore è un vecchio romanzo


Ahmet Umit Scritturapura, 2023

Ahmet Umit scrittore turco tra i più importanti della sua generazione, attivista del Partico Comunista del suo paese prese parte al movimento clandestino per la democrazia negli anni della dittatura militare.

Si ripresenta con questo secondo romanzo dopo l’uscita di Capodanno a Istanbul e il protagonista è sempre il Commissario Nevzat, un poliziotto che si confronta con tre casi di omicidio, tre indagini sulle strade innevate della città splendida e decadente.
Istanbul è una città che si annuncia al crocevia tra bellezza e dolore, oriente e occidente, oppressione e liberazione.

Anche in questo suo libro, come il precedente, ricorrono tematiche politiche e storiche e le accuse ai sistemi di corruzione, gli abusi edilizi di un regime colluso.
Sullo sfondo è tipico dell’autore collocare le contraddizioni della Turchia contemporanea come nel romanzo precedente dove emerge la storia di una protesta giovanile contro la costruzione di un centro commerciale mentre in Il nostro amore è un vecchio romanzo tocca un tema forte: la storia scava dentro un quartiere fantasma reso preda di una speculazione edilizia.


Il crinale


Michael Punke Einaudi, 2023

Una ricostruzione storica dell’epopea del vecchio west negli anni della grande espansione coloniale e delle guerre indiane con personaggi reali dentro la storia.
Il colonnello Henry Carrington arriva con il suo esercito nella valle del Powder per vigilare su una nuova strada per i coloni e i cercatori d’oro e per farlo decide la costruzione di un forte, Fort Kearny, in pieno territorio Lakota.

Nuvola Rossa, uno dei capi Lakota più rispettati e Cavallo Pazzo, giovane e carismatico guerriero comprendono che la situazione per il popolo rosso sta per precipitare e che la posta in gioco è la loro sopravvivenza.
Le scaramucce tra i soldati e gli indiani diventano una contesa infinita, ma ci sarà un evento che farà precipitare la situazione innescando una battaglia che passerà alla storia come uno degli scontri più epici e avvincenti dell’epopea del vecchio west.

Il violento e razzista tenente George Washington Drummond vuole affrontare a viso aperto il nemico che considera inferiore mentre la truppa è divisa dagli strascichi della guerra civile e dalla tentazione di disertare per dedicarsi alla ricerca dell’oro nei vicini giacimenti.
Una grande vittoria del popolo rosso che successivamente ne pagherà le conseguenze, una riflessione attualissima sull’eterna lotta tra conquista e giustizia, tra guerra e umanità.


La scrittrice obesa


Marisa Salabelle Arkadia, 2022

Susanna Rosso è una donna sola con due passioni: il cibo e la scrittura. È sola perché ha perso i genitori e perché ha scelto la strada della solitudine allontanando anche le amiche più care, oltre al compagno con cui aveva avuto una serena convivenza.
Scrive romanzi improbabili che lei crede validissimi e che nessuno si sogna di pubblicare, non rispondono gli editori cui li invia e speranze che restano senza risposte.
Così inizia a scrivere lettere a scrittori, artisti e personaggi famosi in ogni campo, lettere bizzarre, persino insulti, indirizzate a Francesco De Gregori, all’editore Mondadori, a Natalia Ginsburg, a Francesco Guccini, scrive a Tolkjen dichiarando di essere a conoscenza della sua avvenuta morte, a David Grossman e Philip Roth e, in ultimo, al Presidente della Repubblica.
Eccola Susanna allora che ripara alle sue frustrazioni trovando felicitàingozzandosi e nel chiuso di una stanza dove hanno accesso soltanto i fattorini che recapitano il cibo, dove la protagonista sperimenta i sentimenti più forti e sovverte le regole di un tempo che va controcorrente.

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