Marketing mentale

La salute mentale della popolazione è entrata, con la pandemia, al centro dei discorsi politici e sanitari sulla salute pubblica a livello globale e nazionale. Già a gennaio 2020 era stata inserita in un punto dell’agenda del World Economic ForumL’impatto della pandemia ne ha accresciuto la rilevanza pubblica e l’interesse strategico per molti attori, pubblici e privati. In questa direzione non stupisce lo svolgimento dell’”Evento Speciale”, interamente dedicato alla Salute Mentale, che ha preceduto il G20 dei Ministri della Salute a Roma e, su scala nazionale, la realizzazione della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale [1]. Insieme alle genuine preoccupazioni per la salute dei popoli, gli interessi commerciali degli attori privati nei confronti di un campo tanto ricco di potenzialità di profitto è un dato di fatto che, come sottolinea Saraceno[2], interroga le rivendicazioni di “maggiori investimenti in salute mentale”. Tali interessi, se misconosciuti, ostacolano un dibattito aperto e rigoroso sulle criticità e le contraddizioni delle pratiche di cura reali, anche alla luce della connaturata fragilità epistemologica della psichiatria[3] e dell’influenza degli attori commerciali nel processo di produzione di conoscenza e dei trattamenti[4], rischiando di riprodurre sistemi di cura malsani.

Dal 1992, il 10 Ottobre, si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale per aumentare la consapevolezza di cittadini e governi sui problemi di salute mentale, mobilitare gli sforzi collettivi a sostegno del benessere delle persone, promuovere azioni di advocacy e lotta allo stigma. In Italia, quest’anno come lo scorso, la giornata è stata utilizzata dalla multinazionale danese Lundbeck, specializzata in farmaci psicotropiper promuovere la campagna “Insieme per la salute mentale” con la partecipazione di molte società scientifiche, associazioni di utenti e testimonials, numerose iniziative in molti territori e grande risonanza mediatica [5]. La competizione della Lundbeck nel mercato degli psicofarmaci le è costata una multa da 93 milioni di euro dalla Commissione Europea per sei accordi stipulati con alcune società per ritardare l’immissione sul mercato di farmaci equivalenti (pay-for-delay) alla sua molecola citalopram[6]. Tale condotta non costituisce un’eccezione: Lundbeck ha violato le norme per i contenuti pubblicitari in Gran Bretagna[ 7], subito la revoca di un brevetto per difetto del requisito di novità[6] e Gøtzsche avanza ragionevoli dubbi circa la falsificazione di dati relativi all’efficacia, per escilatopram e citalpram in adolescenti e adulti, e al rischio suicidario in bambini che assumevano suoi antidepressivi[8].

Matteo Bessone

CONTINUA SU https://www.saluteinternazionale.info/2022/01/marketing-mentale/

13/1/2022

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