Palestina. Il silenzio dei dannati

Le nostre principali istituzioni umanitarie e civili, comprese le principali istituzioni mediche, si rifiutano di denunciare il Genocidio di Israele a Gaza. Ciò mette in luce la loro ipocrisia e complicità.

Fonte: English version

Di Chris Hedges – 31 gennaio 2024

A Gaza non è rimasto alcun sistema sanitario efficiente. I neonati stanno morendo. Ai bambini vengono amputati gli arti senza anestesia. Migliaia di malati di cancro e di coloro che necessitano di dialisi non ricevono cure. L’ultimo ospedale oncologico di Gaza ha smesso di funzionare. Si stima che circa 50.000 donne in gravidanza non abbiano un luogo sicuro dove partorire. Subiscono tagli cesarei senza anestesia. I tassi di aborto spontaneo sono aumentati del 300% dall’inizio dell’assalto israeliano. I feriti muoiono dissanguati. Non ci sono servizi igienici né acqua potabile. Gli ospedali sono stati bombardati e lesionati. L’Ospedale Nasser, uno degli ultimi ospedali funzionanti a Gaza, è “prossimo al collasso”. Le cliniche e le ambulanze; 79 a Gaza e oltre 212 in Cisgiordania, sono state distrutte. Circa 400 medici, infermieri, medici e operatori sanitari sono stati uccisi, più del totale di tutti gli operatori sanitari uccisi nei conflitti in tutto il mondo messi insieme dal 2016. Altri oltre 100 sono stati detenuti, interrogati, picchiati e torturati o fatti scomparire dai soldati israeliani.

I soldati israeliani entrano regolarmente negli ospedali per effettuare evacuazioni forzate: mercoledì le truppe sono entrate nell’Ospedale al-Amal a Khan Younis e hanno chiesto ai medici e ai palestinesi sfollati di andarsene, così come per radunare i detenuti, compresi i feriti, i malati e il personale medico. Martedì, travestiti da operatori ospedalieri e civili, i soldati israeliani sono entrati nell’Ospedale Ibn Sina di Jenin, in Cisgiordania, e hanno assassinato tre palestinesi nel sonno.

I tagli ai finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego per i Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), punizione collettiva per il presunto coinvolgimento di 12 dei 13.000 lavoratori dell’UNRWA nell’attacco del 7 ottobre, accelereranno l’orrore, trasformando gli attacchi, la fame, la mancanza di assistenza sanitaria e la diffusione di malattie infettive a Gaza in un’ondata di morte.

Le accuse prive di fondamento, tra cui l’accusa secondo cui il 10% di tutto il personale dell’UNRWA a Gaza ha legami con gruppi militanti islamici, sono apparse sul Wall Street Journal. La giornalista, Carrie-Keller Lynn, ha prestato servizio nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Date le numerose bugie che Israele ha utilizzato per giustificare il suo Genocidio, compresi i “bambini decapitati” e gli “stupri di massa”, è ragionevole supporre che questa possa essere un’altra invenzione.

Le accuse, di cui i dettagli rimangono scarsi, sono apparentemente basate su confessioni di detenuti palestinesi, sicuramente dopo essere stati picchiati o torturati. Queste accuse furono sufficienti per vedere 17 Paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Australia e Giappone tagliare o ritardare i finanziamenti all’importante agenzia delle Nazioni Unite. L’UNRWA è tutto ciò che si frappone tra i palestinesi di Gaza e la fame. Una manciata di Paesi, tra cui Irlanda, Norvegia e Turchia, mantengono i loro finanziamenti.

Otto dei dipendenti dell’UNRWA accusati di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre nel Sud di Israele, dove sono state uccise 1.139 persone e 240 rapite, sono stati licenziati. Due sono stati sospesi. L’UNRWA ha promesso un’indagine. Rappresentano lo 0,04% del personale dell’UNRWA.

Israele sta cercando di distruggere non solo il sistema sanitario e le infrastrutture di Gaza, ma anche l’UNRWA che fornisce cibo e aiuti a 2 milioni di palestinesi. L’obiettivo è rendere Gaza inabitabile e ripulire etnicamente i 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. Centinaia di migliaia stanno già morendo di fame. Oltre il 70% delle abitazioni è stato distrutto. Più di 26.700 persone sono state uccise e oltre 65.600 sono state ferite. Migliaia sono scomparse. Circa il 90% della popolazione di Gaza prima della guerra è stata sfollata, e molti vivono all’aperto. I palestinesi sono stati ridotti a mangiare erba e a bere acqua contaminata.

Noga Arbell, ex funzionario del Ministero degli Esteri israeliano, durante una discussione al Parlamento israeliano il 4 gennaio, ha dichiarato: “Sarà impossibile vincere la guerra se non distruggiamo l’UNRWA, e questa distruzione deve iniziare immediatamente”.

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu mercoledì, dicendo che l’UNWRA era “totalmente infiltrato da Hamas”, ha ribadito la richiesta di chiudere l’UNRWA.

Se l’UNWRA venisse abolita, ciò metterebbe in discussione lo status dei palestinesi come rifugiati, mettendo a repentaglio il “Diritto al Ritorno”, la richiesta, a lungo respinta da Israele, che ai palestinesi sia permesso di tornare alle loro case in quello che oggi è Israele.

“È tempo che la comunità internazionale e le stesse Nazioni Unite comprendano che la missione dell’UNRWA deve essere terminata”, ha detto Netanyahu ai delegati delle Nazioni Unite in visita, secondo una dichiarazione del suo ufficio. “L’UNRWA cerca di preservare la questione dei rifugiati palestinesi. Dobbiamo sostituire l’UNRWA con altre agenzie delle Nazioni Unite e altre agenzie umanitarie, se vogliamo risolvere il problema di Gaza come intendiamo fare”.

Più di 152 dipendenti dell’UNRWA a Gaza, tra cui presidi scolastici, insegnanti, operatori sanitari, un ginecologo, ingegneri, personale di supporto e uno psicologo, sono stati uccisi dall’inizio degli attacchi israeliani. Oltre 141 strutture dell’UNRWA sono state ridotte in macerie dai bombardamenti. Il bilancio delle vittime rappresenta la più grande perdita di personale durante un conflitto nella storia delle Nazioni Unite.

La distruzione delle strutture sanitarie e il prendere di mira medici, infermieri e personale sanitario sono particolarmente ripugnanti. Significa che i più vulnerabili, i malati, i neonati, i feriti e gli anziani, e coloro che si prendono cura di loro, sono spesso condannati a morte.

I medici palestinesi chiedono ai medici e alle organizzazioni mediche di tutto il mondo di denunciare l’assalto al sistema sanitario e di mobilitare le loro istituzioni per protestare.

“Il mondo deve condannare gli atti contro gli operatori sanitari che avvengono a Gaza”, scrive il direttore dell’Ospedale Al-Shifa, Muhammad Abu Salmiya, arrestato insieme ad altro personale medico dagli israeliani nel novembre 2023 durante l’evacuazione con un convoglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e che rimane in stato di arresto. “Questa corrispondenza è un appello per ogni essere umano, tutte le comunità mediche, e tutti gli operatori sanitari nel mondo affinché interrompano queste attività antiospedaliere all’interno e intorno agli ospedali, che è un obbligo civile secondo il Diritto Internazionale, l’ONU e l’OMS”.

Ma queste istituzioni, con alcune eccezioni degne di nota come l’Associazione Americana di Sanità Pubblica (American Public Health Association) che ha chiesto un cessate il fuoco, sono rimaste in silenzio o, come nel caso del Dottor Matthew K. Wynia, direttore del Centro di Bioetica e Studi Umanistici dell’Università del Colorado, ha tentato di giustificare i Crimini di Guerra israeliani. Questi medici, che in qualche modo trovano accettabile che a Gaza venga ucciso in media un bambino ogni 10 minuti, sono complici del Genocidio e violano la Convenzione di Ginevra. Abbracciano la morte, invece che la vita, come soluzione.

Robert Jay Lifton nel suo libro, “I Medici Nazisti: L’Uccisione Medica e la Psicologia del Genocidio” (The Nazi Doctors: Medical Killing and the Psychology of Genocide), scrive che “i Progetti Genocidi richiedono la partecipazione attiva di professionisti istruiti: medici, scienziati, ingegneri, leader militari, avvocati, clero, professori universitari e altri insegnanti, che si uniscono per creare non solo la Macchina del Genocidio ma gran parte della sua logica ideologica, del clima morale e del processo organizzativo”.

Un gruppo di 100 medici israeliani nel novembre 2023 difese il bombardamento degli ospedali di Gaza, sostenendo che erano usati come centri di comando di Hamas, un’accusa che Israele non è stata in grado di provare.

I presidi delle scuole di medicina statunitensi e le principali organizzazioni mediche, in particolare l’Associazione Americana dei Medici (American Medical Association – AMA), si sono uniti alle fila delle università, delle facoltà di giurisprudenza, delle chiese e dei media per voltare le spalle ai palestinesi. L’AMA ha interrotto il dibattito su una risoluzione di cessate il fuoco tra i suoi membri e ha chiesto la “neutralità medica”, sebbene abbia abbandonato la “neutralità medica” per denunciare l’invasione russa dell’Ucraina.

Denunciare questo Genocidio comporta un costo, un costo che non intendono pagare. Temono di essere attaccati. Temono di distruggere la loro carriera. Temono di perdere i finanziamenti. Temono una perdita di status. Temono la persecuzione. Temono l’isolamento sociale. Questa paura li rende complici.

E che dire di coloro che parlano apertamente? Sono etichettati come antisemiti e sostenitori del terrorismo. Lara Sheehi, Professoressa di Psicologia Clinica dell’Università George Washington, è stata licenziata. All’ex direttore di Human Rights Watch, Kenneth Roth, è stata negata una borsa di studio presso il Centro di Ricerca per la Politica dei Diritti Umani (Carr Center for Human Rights Policy) presso la Facoltà Kennedy di Harvard, a causa del suo presunto “pregiudizio anti-israeliano”. Il Professore Rabab Abdulhadi di San Francisco è stato citato in giudizio per aver sostenuto i diritti dei palestinesi. Shahd Abusalama è stata sospesa dall’Università Sheffield Hallam nel Regno Unito dopo una feroce campagna diffamatoria, anche se l’istituzione ha successivamente risolto la sua richiesta di discriminazione nei suoi confronti. Il Professor Jasbir Puar dell’Università Rutgers è un obiettivo costante della lobby israeliana e subisce continue vessazioni. Gli studenti e i docenti di medicina canadesi rischiano la sospensione o l’espulsione se criticano pubblicamente Israele.

Il pericolo non è solo che i Crimini israeliani vengano denunciati. Il pericolo, ancora più importante, è che venga messa a nudo la fatiscenza morale e la codardia delle istituzioni e dei loro dirigenti.

Arrivando alla Dottoressa Rupa Marya, Professoressa di medicina presso l’Università della California di San Francisco (UCSF), il cui appello a fermare i bombardamenti sugli ospedali e ad esaminare l’impatto del sionismo come ideologia razzista ha scatenato un torrente di attacchi al vetriolo contro di lei, attacchi tacitamente avallati dalla Facoltà di Medicina dove lavora.

È stata calunniata come antisemita e presa di mira dalla Canary Mission, un’organizzazione sionista che cerca di diffamare e distruggere le carriere di studenti e docenti che criticano Israele e difendono i diritti dei palestinesi. Le sono stati annullati gli impegni di conferenza e ha ricevuto minacce di morte e messaggi come: “Ucciditi, ritardata, negra, truffatrice”; “Molestatrice di ebrei” e; “I bianchi sono le persone più evolute sulla Terra. Lo sai questo”.

C’è un contrasto sorprendente tra il trattamento riservato alla Dottoressa Marya e quello dei medici che esultano per il Genocidio. Il medico dell’UCSF Matt Cooperberg, Professore associato del Dipartimento di Urologia ed Epidemiologia e Biostatistica detentore di una cattedra della Fondazione della famiglia Helen Diller, ha messo “mi piace” a post sui social media come: “Cancellare i palestinesi dalla mappa”, e una citazione dell’ex Primo Ministro israeliano Golda Meir: “Possiamo perdonare gli arabi per aver ucciso i nostri figli, ma non possiamo perdonare gli arabi per averci costretto a uccidere i loro figli”.

“La cattedra finanziata da Cooperberg proviene dalla Fondazione della famiglia Helen Diller, il più grande donatore dell’UCSF, che fino ad oggi ha donato circa 1,15 miliardi di dollari (1.057 miliardi di euro) al plesso sanitario”, scrive la Dottoressa Marya. “Nel 2018, a causa di un errore su un modulo fiscale, la Fondazione Helen Diller è stata smascherata come finanziatrice della Canary Mission. La Fondazione ha tentato di cancellare il suo coinvolgimento dopo questa esposizione”.

Lei continua:

Come membro della Facoltà dell’UCSF, il dermatologo caduto in disgrazia Howard Maibach ha esposto e iniettato sostanze chimiche a oltre 2.600 persone di colore e mediorientali imprigionate in esperimenti che riecheggiavano gli esperimenti dei medici imputati nel Processo ai Dottori* (Doctors ‘Trial) solo pochi anni prima che andasse alla Facoltà di Medicina in Pennsylvania. Lì studiò con Albert Kligman, che gli insegnò come sfruttare le persone di colore per la sperimentazione medica, ampiamente documentato nel libro di saggistica dell’orrore, Acres of Skin (Acri di Pelle). Maibach avanzò anche nozioni di differenze razziali nella pelle, promuovendo idee razziste provenienti dalla pseudoscienza dell’eugenetica. La razza è un costrutto sociale che sancisce il suprematismo. Non è una realtà biologica. (*Il Processo ai Dottori fu il primo dei 12 “processi secondari di Norimberga” che le autorità militari statunitensi indissero dopo la Seconda Guerra Mondiale contro appartenenti a organizzazioni militari, politiche ed economiche della Germania Nazista.)

La maggior parte degli esperimenti di Maibach sono stati condotti senza consenso informato e, sebbene l’UCSF abbia rilasciato delle scuse, Maibach è ancora impiegato presso l’Università della California. La sua famiglia sostiene gli Amici dell’IDF (Friends of the IDF) ed è rappresentata da Alan Dershowitz, che ha anch’esso sostenuto il bombardamento degli ospedali a Gaza. Dershowitz ha tentato di impedirmi di parlare al primo Grande Seminario di Equità Sanitaria Nazionale (National Health Equity Grand Rounds) dell’AMA, dove la ricercatrice Harriet Washington, che studia la sperimentazione medica sulle persone di colore, ha evidenziato le pratiche razziste di Maibach. Sulla scia dell’omicidio di George Floyd, docenti dell’UCSF, tirocinanti e studenti di colore hanno portato alla luce la storia di Maibach, e molti hanno espresso il loro orrore per il fatto di dover continuare a sedersi nella stessa stanza con quest’uomo durante i Seminari di Dermatologia. Ma il problema non è solo di un uomo. È un sistema che consente a qualcuno con questi valori e trascorsi di continuare a essere presente nella nostra comunità di apprendimento e di pratica.

La disumanizzazione dei palestinesi deve essere tolta dal programma di tutti i progetti coloniali, compreso il nostro. Questo razzismo, in cui le persone di colore vengono etichettate come “animali”, è codificato nel DNA delle nostre istituzioni. Infetta coloro che sono scelti per guidare queste istituzioni. È al centro della nostra identità nazionale. Ecco perché i due partiti al governo e le istituzioni che li sostengono si schierano con Israele. Alimenta la logica perversa di incanalare armi e miliardi di dollari a sostegno dell’Occupazione e del Genocidio di Israele.

La storia non ci giudicherà benevolmente. Ma riverirà coloro che, sotto assedio, hanno trovato il coraggio di dire no.

Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

2/2/2024 https://www.invictapalestina.org/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *