Per il ritiro dai collegati alla Legge di Bilancio del DdL sull’Autonomia differenziata

Ancora una volta – per il terzo anno consecutivo – il governo ha inserito come collegato alla legge di Bilancio un DDL per l’attuazione dell’Autonomia differenziata. Contrariamente a quanto successo negli anni precedenti, questa decisione è stata presa senza che sia noto il testo del disegno di legge. In questo modo si impedisce ai cittadini e cittadine, alle forze sociali e politiche di conoscere nei dettagli un progetto che provocherebbe la frantumazione
dell’unità della Repubblica con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti e tutte.
L’assemblea nazionale, tenuta a Roma il 31 ottobre scorso, ha riunito comitati, associazioni, sindacati, rappresentanti di partiti e parlamentari che, insieme, lanciano l’allarme sul concreto pericolo di negazione dei diritti universalmente garantiti sul territorio nazionale, legato all’attuazione dell’Autonomia differenziata; in quella circostanza si è costituito un “Tavolo” finalizzato a coordinare le iniziative di mobilitazione perché il disegno di legge venga tolto dai 21 collegati alla Legge di Bilancio.

“La pandemia ha portato alla luce in modo eclatante tutti i limiti della “riforma” del 2001 che, modificando il Titolo V della Costituzione, ha provocato disuguaglianze sociali e territoriali e disfunzioni nell’azione di governo e amministrativa che l’Autonomia Differenziata approfondirebbe ulteriormente – si legge nella lettera aperta che il Tavolo ha inviato a tutti i parlamentari – Riteniamo del tutto inconcepibile che si pensi di procedere su questa strada in questa situazione che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra aree del Paese, tra cittadini e cittadine e, soprattutto, tra Nord e Sud, che vede i diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione, negati nei fatti a milioni di persone. Oggi, in una situazione di povertà e di crisi che la pandemia ha aggravato con le tensioni sociali, con la
precarietà dell’occupazione e con le gravi difficoltà in cui versano interi settori sociali, l’Autonomia differenziata potrebbe aprire scenari che minacciano concretamente l’unità e l’indivisibilità della Repubblica”. Si chiede quindi al Parlamento di adottare “un atto di indirizzo affinché il disegno di legge sull’Autonomia differenziata non sia più collegato alla legge di Bilancio, in modo che sia possibile discutere e deliberare per riconsiderare questa materia in modo approfondito”.

Beni Comuni “Stefano Rodotà” – Carteinregola – Casa internazionale delle donne –
Cittadinanza e Minoranze – Cobas – Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata,
l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti – Coordinamento della DemocraziaCostituzionale – Coordinamento donne di Francoforte – Coordinamento RAE – Democrazia e lavoro (Cgil) – DiEM25 – Flc Cgil – Forum Diritto alla Salute – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua – Giuristi Democratici – Indipendenza – Lavoro e Salute – Left –
Liberacittadinanza – Libertà e Giustizia – Medicina Democratica – Movimento demA – Partito Comunista Italiano – Partito della Rifondazione Comunista -Partito del Sud – Possibile – Priorità Alla Scuola – Recovery Sud – Rete dei Numeri Pari – Rete delle città in comune – Rete Rosa – Rt nella Cgil – Sinistra Anticapitalista – SGB – Sinistra Italiana –
SudLab – UIL Scuola Rua – UDS – USB – Volere la luna

Contatti: Marina Boscaino, 328 5654425, marina.boscaino@gmail.com


Lettera aperta ai Parlamentari
per il ritiro del DdL sull’Autonomia differenziata
dai collegati alla Legge di Bilancio

Egregio/a onorevole,
Egregio/a senatore/senatrice,
ancora una volta – per il terzo anno consecutivo – il governo ha inserito nella Nadef come
collegato un DdL per l’attuazione dell’Autonomia differenziata.
Contrariamente a quanto successo negli anni precedenti, quando esisteva, almeno come base
di discussione, una proposta scritta, oggi questa decisione è stata presa senza che esista alcun
testo pubblico.
La questione dell’Autonomia differenziata viene costantemente riproposta senza che cittadini
e cittadine, forze sociali e politiche siano a conoscenza di un progetto che provocherebbe la
frantumazione dell’unità della Repubblica con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti e
tutte.
A questi elementi, già in sé gravi, se ne aggiunge un altro ancora più importante. L’arrivo
della pandemia da Covid-19, all’inizio del 2020, ha inciso profondamente sul quadro della
discussione su questa materia. Innanzitutto, perché – nella situazione attuale – l’Autonomia
differenziata non può rappresentare una priorità nell’agenda politica; in secondo luogo – e ciò
è più importante – perché la pandemia ha portato alla luce in modo eclatante tutti i limiti della
“riforma” del 2001 che, modificando il Titolo V della Costituzione, ha provocato
disuguaglianze sociali e territoriali e disfunzioni nell’azione di governo e amministrativa che
l’Autonomia differenziata approfondirebbe ulteriormente.
La stessa Corte Costituzionale ha segnalato in più circostanze la criticità della riforma del
2001.
Riteniamo del tutto inconcepibile che si pensi di procedere su questa strada in una situazione
che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra aree del Paese, tra cittadini e
cittadine e, soprattutto, tra Nord e Sud, che vede i diritti fondamentali sanciti dalla
Costituzione negati nei fatti a milioni di persone – a fronte di uno scenario che ha evidenziato
la necessità di mantenere salda l’unità della Repubblica per garantire l’uguaglianza dei diritti,
a cominciare da quello della salute.
Oggi, in una situazione di povertà e di crisi che la pandemia ha aggravato, con le tensioni
sociali, con la precarietà dell’occupazione e con le gravi difficoltà in cui versano interi settori

sociali, l’Autonomia Differenziata potrebbe aprire scenari che minacciano concretamente
l’unità e l’indivisibilità della Repubblica.
La scelta effettuata dal Governo Draghi, come da altri Governi in passato, di indicare la via
di un Disegno di legge collegato alla decisione di bilancio, pur in mancanza di un testo di
riferimento, manifesta la volontà di poterne accelerare l’iter di approvazione e soprattutto
produce l’erronea valutazione che tali norme abbiano natura squisitamente fiscale. Al
contrario, tali norme hanno evidentemente natura ordinamentale.
Per questo chiediamo che il Parlamento avvii un ampio dibattito che coinvolga, oltre ai
diversi livelli istituzionali (a partire dai Comuni), tutta la società civile nelle sue forme di
rappresentanza e adotti un atto di indirizzo perché il disegno di legge sull’Autonomia
differenziata non sia più collegato alla legge di Bilancio, in modo che sia possibile discutere
e deliberare per riconsiderare questa materia in modo approfondito.
Su questi temi, il 17 dicembre, alle ore 13.00, si terrà una Conferenza stampa presso l’aula
Nassiriya del Senato, con possibilità di collegarsi online, alla quale vi invitiamo.
Il 21 dicembre terremo un presidio in piazza SS Apostoli, dalle ore 14.00 alle ore 17.30.
A voi chiediamo fin d’ora di ricevere una nostra delegazione.

Beni Comuni “Stefano Rodotà” – Carteinregola – Casa internazionale delle donne –
Cittadinanza e Minoranze – Cobas – Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata,
l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti – Coordinamento della Democrazia
Costituzionale – Coordinamento donne di Francoforte – Coordinamento RAE – Democrazia e
lavoro (Cgil) – DiEM25 – Flc Cgil – Forum Diritto alla Salute – Forum Italiano dei
Movimenti per l’Acqua – Giuristi Democratici – Indipendenza – Lavoro e Salute – Left –
Liberacittadinanza – Libertà e Giustizia – Medicina Democratica – Movimento demA –
Partito Comunista Italiano – Partito della Rifondazione Comunista -Partito del Sud – Possibile –

Priorità Alla Scuola – Recovery Sud – Rete dei Numeri Pari – Rete delle città in comune –
Rete Rosa – Rt nella Cgil – Sinistra Anticapitalista – SGB – Sinistra Italiana – SudLab –
UIL Scuola Rua – UDS – USB – Volere la luna

Contatti: Marina Boscaino, 328 5654425, marina.boscaino@gmail.com

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